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Si è appena chiuso lo storico vertice dei Brics a Kazan che giunge un nuovo evento gravido di conseguenze per i futuri assetti mondiali: il fallimento sostanziale dell’attesa anzi annunciata risposta israeliana contro l’Iran. L’operazione, attentamente studiata proprio per collocarsi simbolicamente dopo Kazan e concretamente qualche giorno prima delle elezioni americane dove la candidata numero uno del sistema finanziario che sostiene il sionismo appare ormai in difficoltà, è stata stroncata dalle difese iraniane che dispongono di S300 e S400 russi oltre che di una serie di armamenti sviluppati da Teheran. Ovviamente l’informazione occidentale parla di obiettivi militari colpiti e mostra generiche foto di esplosioni, ma a quanto pare le tre ondate di attacco hanno prodotto solo danni marginali e comunque non a siti di importanza strategica. Al punto che l’ondata di giubilo immediatamente partita dal mainstream si sta rapidamente esaurendo con una marginalizzazione delle notizie: ci si aspettavano i fuochi artificiali e invece c’è stato solo qualche petardo.
Ma prima di proseguire allego un video in cui si vede benissimo come i missili di Tel Aviv in arrivo sulla regione di Teheran siano abbattuti in aria prima di colpire:
Questa è ovviamente una bella notizia da molti punti di vista. Il primo è che adesso Teheran potrebbe anche fare a meno di rispondere all’attacco con tutti i pericoli di un allargamento del conflitto: l’Iran ha già vinto la guerra delle ritorsioni perché i suoi missili non sono stati intercettati, mentre quelli israeliani sì, almeno in gran parte. E sembra che lo stesso Putin abbia consigliato il governo iraniano in questo senso, visti i limitatissimi danni provocati. Il secondo è che la deterrenza di Israele subisce un ulteriore colpo, anche se non è escluso che qualcuno abbia lavorato dall’interno per far fallire questo nuovo assalto. Il terzo è che l’Occidente complessivo si dimostra palesemente più debole degli avversari che si è scelto in maniera del tutto autonoma e rifiutando qualsiasi diplomazia. Il fatto che tutti i sistemi d’arma usati nell’assalto, a cominciare dai cento aerei utilizzati per l’operazione come lanciatori di missili dai cieli dell’Iraq, siano di origine americana, la dice lunga su questo aspetto.
Per non parlare del fatto che sia Biden che Kamala Harris, due menti brillanti sulle quali fare affidamento, erano a conoscenza dei particolari dell’attacco e probabilmente hanno concordato con Israele i tempi e i modi. La loro complicità è evidente ma spaventa sempre meno. Nonostante un gigantesco invio di armi e un’assistenza finanziaria altrettanto grande dal governo di Tel Aviv, in un anno di conflitto Israele non è riuscita ad ottenere nessun risultato concreto se non le stragi di civili, di donne e bambini. Anzi:
1. Israele ha sostanzialmente perso territorio nel nord della Palestina occupata. I bombardamenti missilistici di Hezbollah degli ultimi undici mesi hanno spinto la popolazione dei coloni fuori dal nord probabilmente in maniera permanente.
2. Gli Houti hanno imposto una morsa nella navigazione sul Mar Rosso. La marina americana e tutte le altre marine occidentali hanno provato per quasi 12 mesi ad allentare tale morsa, ma hanno fallito completamente. I tentativi di condurre attacchi contro gli Houti, compresi gli attacchi massicci alle infrastrutture principali di Hodeida, hanno prodotto zero risultati.
3. Gli attacchi nel sud del Libano hanno avuto come risultato il consolidamento di Hezbollah come forza militare primaria nel Paese dei cedri: le forze Radwan di Hezbollah hanno dimostrato di essere in grado di proteggere i confini meridionali del Libano con la Palestina. Tutti i tentativi dell’esercito israeliano e delle forze speciali americane di supporto di prendere il controllo di quest’area sono falliti.
Paradossalmente proprio questa debolezza che traspare attraverso il velo di cinismo assoluto, ha finora impedito un conflitto mondiale e nucleare. La cilecca sostanziale dell’attacco sull’Iran si aggiunge a questa storia di declino che qualsiasi narrativa non riesce più a nascondere.
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