sabato 24 agosto 2024

L’Inghilterra torna indietro di tre secoli

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Cosa stia diventando l’Occidente appare chiaro a chi non ha l’abitudine a dire sissignore per stupidità o quieto vivere o perché semplicemente è troppo pigro per il pensiero laterale e critico: una vera e propria dittatura che in Gran Bretagna si sta realizzando pienamente dopo le proteste esplose nelle settimane scorse. Non solo non è più possibile manifestare, ma si rischia la galera anche solo se ci si sofferma a guardare i cortei oppure a darne notizia sui social: “Attenti a ciò che scrivete” dice il governo attraverso i suoi profili ufficiali. E non scherza: un uomo di 65 anni si è beccato una condanna a tre anni per aver scritto: “ mi rifiuto di essere un cittadino di seconda classe nel mio Paese”. Ed è solo un esempio tra parecchi casi di questo genere dentro un mondo nel quale le opinioni diverse da quelle ufficiali sono bandite con i più diversi e untuosi pretesti, senza alcuna speranza di intervenire con il voto dal momento che la politica nel suo complesso si è costituita in strumento di servizio del potere reale, rappresenta solo quello e non i cittadini. Talmente tanti casi che si pensa di liberare 5000 criminali, per far posto ai critici del regime.

Forse questo dovrebbe spingere molti a considerare con un occhio diverso le cronache frou frou della royal family che è pienamente al centro di questa nascente autocrazia la quale agli sciocchi appare a fin di bene, ma persegue gli interessi e le finalità di una minuscola oligarchia che di fatto collega i vecchi poteri feudali alla grande finanza. Un ciclo storico si chiude: l’Inghilterra dove si dice che sia nata la democrazia nella sua forma rappresentativa e contrattualista, è la prima a tornare visibilmente indietro: se non è possibile riattaccare la testa di Carlo I Stuart è quanto meno a portata di mano l’obiettivo di sfruttare quella inesistente di Carlo III Windsor per rimettere le cose a posto. Tra l’altro, caso vuole, che questa regale nullità sia il primo monarca britannico a discendere dalla regina Vittoria, che durante il suo lungo regno impedì l’evoluzione del sistema politico inglese: solo dopo la sua morte esso maturò nelle forme attuali o meglio attuali fino a qualche anno fa, con la formazione del partito laburista che per la prima volta si incaricò di rappresentare i lavoratori britannici, mentre di fatto il potere era stato appannaggio dei vecchi poteri e della borghesia mercantile. Ciò accresce la sensazione della fine di un ciclo.

Tuttavia il ritorno all’autocrazia che si concreta in una eccezionale folata di repressione, non è segno di forza, ma di debolezza perché il suo scopo primario è quello di impedire il più possibile la diffusione di opinioni contrarie a quelle autocratiche che potrebbero far saltare il sistema di connivenze che lo tiene in piedi. L’esempio perfetto viene dal continente dove queste forme reazionarie si stanno diffondendo con altrettanta rapidità: il commissario Thierry Breton un manager politicamente idiota, ha minacciato di bandire X se per caso avesse pubblicato l’intervista a Trump, cercando di impedire agli europei l’accesso alle opinioni di uno dei legittimi concorrenti alla Casa Bianca.

Certo un cretino è un cretino tanto da essere smentito dai suoi stessi compari, ma rimane il fatto che l’idea dello stato di diritto è stata manipolata, sostituendo il governo della legge con l’opinione del potere. E se questa opinione può apparire ai più come progressista e attenta ai diritti civili, anche se interpretati in maniera spuria e demenziale, ciò non toglie che proprio questa mutazione sia un decisivo passo indietro verso il pensiero totalitario. E appunto in UK è in atto un tentativo, ahimè abbastanza riuscito, di limitare il potere delle corti inglesi nel dettare le ragioni per cui un potere governativo può essere legittimamente esercitato. Per quanto esisterà ancora la Gran Bretagna?

Non è certo un caso se tutti i poteri occidentali si dedicano con vigore a guerre e stragi, epicamente esaltate o nascoste a seconda dei casi, mentre parlano di inclusione, accoglienza e integrazione. Essi ritengono che basti dire ostinatamente il contrario rispetto ai dati di realtà e impedire che qualcuno svesta l’imperatore, per ottenere l’assenso dei sudditi dentro la fiaba che viene narrata. Ma il fatto che ora si debba agitare lo spettro della galera per ottenere questo scopo dimostra che il calcolo è sbagliato, che l’incantamento sta per finire.

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