Nel giorno dell’invasione di Kursk, ho ricordato la regolarità che domina la guerra: “Per ogni passo avanti, l’Ucraina farà due passi indietro”.
Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it
Nessuno si stupisca, dunque, se le roccaforti ucraine in Donbass stanno cadendo a una velocità stupefacente. Putin non ha spostato truppe dal Donbass a Kursk; Zelensky sì, quelle migliori. Josep Borrell chiede all’Unione europea di autorizzare Zelensky a colpire il territorio russo in profondità con i missili della Nato, certo di causare la resa di Putin. Facciamo un respiro profondo e ragioniamo. La Russia è organizzata per resistere persino a un attacco nucleare. Nessun uomo immerso nella realtà penserebbe che la Russia si arrenda agli ucraini perché il suo territorio viene colpito da qualche storm shadow.
Se l’Ucraina ha continuato la guerra dopo avere subito centinaia di missili russi, ne segue che la Russia può continuare la guerra essendo colpita da migliaia di missili ucraini. Per territorio, popolazione e risorse, la capacità di resistenza della Russia è dieci volte superiore a quella dell’Ucraina. L’alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea non è in grado di partorire un ragionamento così elementare. Impressionante.
L’idea che l’Ucraina possa sconfiggere la Russia è un sogno infantile alimentato da un gruppo di demagoghi che sfruttano la credulità collettiva. Il “demagogo delle armi”, come propongo di chiamarlo, è colui che induce a credere che le armi crescano sugli alberi. Carlo Calenda e Paolo Mieli, i demagoghi delle armi per eccellenza, chiedono armi infinite per Zelensky nascondendo i tre problemi fondamentali. Il primo è che le armi più letali sono poche, costano moltissimo e occorrono anni per rimpiazzarle. Il secondo problema è che i russi distruggono copiosamente le armi più sofisticate della Nato. Uno dei sei F-16 dati a Zelensky è esploso l’altro giorno mentre cercava di intercettare i missili russi. Il primo Samp-T inviato da Crosetto è stato distrutto a gennaio 2024 (Crosetto, sollecitato più volte, non ha mai smentito la notizia). Le probabilità che i russi distruggano anche il secondo Samp-T italiano sono alte giacché gli ucraini si spingono sempre più a ridosso delle linee russe mettendo a repentaglio i migliori i sistemi della Nato. Molti Patriot sono andati in fumo. È dimostrato dal fatto che Zelensky e Stoltenberg invocano tutti i giorni nuove batterie; è confermato dal fatto che la difesa aerea di Kiev è un colabrodo. Il terzo problema è che la Russia ha un arsenale spaventoso come dimostrano i suoi missili lanciati come coriandoli. È nota la polemica tra Crosetto e Mieli sul Corriere della Sera del 14 agosto sull’invio di nuove armi. Tuttavia, il documento migliore per capire che cosa sia un demagogo delle armi è la puntata di Piazzapulita del 2 febbraio 2023 in cui Calenda “spiega” a Chiara Appendino che la sconfitta della Russia è un gioco da ragazzi: basta semplicemente che la Nato dia più armi a Zelensky. Calenda accusa il movimento pacifista di demagogia sebbene sia il più grande demagogo del Parlamento italiano. Ricordo i suoi tweet insultanti contro i pacifisti quando i russi, nel novembre 2022, lasciavano Kherson senza combattere. Calenda non aveva capito niente: pensava che i russi avessero perso una battaglia mai avvenuta. Gravi indizi inducono a ritenere che non abbia capito nemmeno che gli ucraini non hanno mai vinto una battaglia contro i russi. Non c’è mai stata una Avdiivka, una Bakhmut o una Mariupol in favore degli ucraini. L’esercito ucraino ha sempre perso quando era nel pieno delle forze. Figuriamoci adesso che è a pezzi mentre la Russia si rafforza.
Il demagogo delle armi fa demagogia anche sui soldi. Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno finanziato Zelensky con oltre 200 miliardi di dollari in due anni. Per il demagogo, anche i soldi crescono sugli alberi. Siccome i demagoghi della guerra accusano l’Occidente di non fare abbastanza per l’Ucraina, ci permettiamo di domandare quanti euro l’Unione europea avrebbe dovuto dare a Zelensky in due anni: 1.000, 2.000, 10.000 miliardi? Non potendo rispondere, il demagogo della guerra mi accusa di avere previsto la vittoria di Putin in tre giorni: una falsità assoluta giacché avevo previsto una guerra lunga ovvero la “sirianizzazione della guerra”. Come ho già spiegato, se la Nato porrà Putin in una condizione disperata, la Russia colpirà l’Ucraina con le testate nucleari. Putin non le ha usate perché non è disperato. Con riferimento all’ampiezza del territorio, alla popolazione e alla smisuratezza delle risorse, ciò che l’esercito ucraino sta facendo ai russi a Kursk equivale a una puntura di zanzara. Qualcuno spieghi a Borrell e ai suoi demagoghi che il rischio dell’escalation nucleare resta vivo.
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