venerdì 30 agosto 2024

F 16: ed è subito notte

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La notizia di oggi è quella dell’abbattimento del primo F16 appena arrivato in Ucraina. In realtà la cosa non dovrebbe affatto sorprendere perché Kiev all’inizio della guerra disponeva di quasi 300 caccia di fatto equivalenti che sono stati regolarmente distrutti. Tuttavia diventa una notizia dentro la cornice di narrazione “magica” del conflitto visto che ancora non si è dissipata sia l’idea della superiorità delle armi occidentali e sia l’aura che ha accompagnato la consegna di poche decine di F16 come la mossa decisiva per l’immancabile vittoria finale ucraina. Dunque questo abbattimento diventa imbarazzante e simbolico anche se di per sé non significa nulla.

Proprio per questo è stato preparato un canovaccio narrativo per il grande pubblico che tuttavia a chiunque abbia la minima idea di cose militari restituisce un’idea disarmante dello stato di degrado della Nato. Prima la versione reale e più probabile delle cose: l’attacco russo alla base aerea di Kolomyi ha utilizzato droni e missili, costringendo i sei F16 ad alzarsi in volo per evitare di essere colpiti a terra, una procedura assolutamente normale. Conoscendo la velocità e la traiettoria dei missili da crociera si può facilmente calcolare il momento in cui gli ordigni colpiranno. Ma la stessa cosa non si può fare con i missili ipersonici a traiettoria variabile e quindi non appena i caccia sono riatterrati riguadagnando gli hangar per il cessato allarme, una salva di Kinzhal ha raggiunto la base e fatto saltare in aria l’F16 con il pilota ancora a bordo. Anzi secondo i russi gli F16 distrutti sarebbero due.

Non è una realtà vittoriosa, ma deprimente soprattutto se collegata alla situazione disastrosa del fronte. E allora cosa viene detto? Che l’F16, alzatosi in volo per evitare i missili russi sarebbe stato abbattuto da un Patriot in dotazione all’Ucraina: insomma è stato un errore, ma la verginità bellica, per così dire degli F16 e quella della Nato, rimarrebbe intatta. Solo che dire questo significa anche dire che i sistemi IFF dell’alleanza atlantica, di cui gli F16 possiedono la versione più avanzata (Mod 5 prodotta anche dalla Leonardo) ovvero quelli che permettono di distinguere gli amici dai nemici, non funzionano bene e che quando i radar sono pieni di decine di oggetti colpiscono a casaccio. Il che ovviamente getta ombre lunghissime sulle reali capacità della Nato in un campo nel quale vanta ostentatamente una superiorità sull’avversario.

Ma c’è un altro aspetto che fa di questo abbattimento una notizia, anzi una pessima notizia: è arduo alimentare con qualche consegna di armi, ormai non più magiche, la speranza di una resistenza ucraina ad oltranza e l’unica carta rimasta al regime di Kiev è quella degli attacchi a lungo raggio sulla Russia. Ed è per questo che una delegazione ucraina è in viaggio per parlare con Biden che rimane presidente nonostante sia stato dichiarato inabile a ricoprire tale carica: si cerca di aprire quest’ultima possibilità di alimentare il conflitto, anche se essa significa impegnare direttamente la Nato in una guerra spaventosa e perdente che ci riguarda da vicino. Ma non facciamoci ingannare l’Ucraina non conta nulla: è solo un attore di una tragedia che sta scrivendo Washington in mano a poteri grigi che non possono perdere perché hanno impegnato in questo l’intera posta della loro esistenza.

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