mercoledì 28 agosto 2024

Per l’Occidente è sempre più Durov

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Oggi ci sono numerose notizie che nel complesso dimostrano come stia cambiando il mondo attraverso piccoli, ma radicali passi di cui spesso non ci accorgiamo. Per esempio la mossa a sorpresa degli Emirati Arabi che hanno congelato l’acquisto di 80 caccia francesi dopo l’arresto a Parigi di  Pavel Durov, fondatore di Telegram, con accuse completamente inventate. La mossa era del tutto inaspettata, ma il povero Macron può fare ben poco a riguardo, visto che  ha ricevuto questo ordine da Washington: l’Impero delle menzogne vuole far fuori tutte quelle parti del Web che non controlla direttamente, non diffondono il verbo ufficiale e sono una spina nel fianco delle narrazioni americane: Telegram è il passo per arrivare infine a Musk e completare dunque la “normalizzazione” della rete.

Anzi è molto probabile che Macron abbia conferito a Durov la cittadinanza francese nel 2021 proprio per poter fare rientrare lo scomodo personaggio sotto la giurisdizione francese e ordire la trappola per conto dei globalisti: siamo di fronte a un piano ben organizzato e in atto da tempo. Tuttavia ciò provoca reazioni imprevisto e proprio il successo di queste operazioni ne svela l’inconsistenza o quanto meno la marginalità rispetto alla corrente della storia. In queste settimane, ad esempio, nella totale assenza di copertura da parte del mainstream  c’è stata la definitiva entrata dell’Azerbaigian nel mondo dei Brics dopo l’incontro del 18 agosto tra Putin il premier azero Aliyev. preceduto da colloqui con il presidente bielorusso Lukashenko. Basta prendere in mano una cartina geografica per rendersi conto dell’importanza di tutto questo: l’Azerbaigian, con una popolazione all’80 per cento sciita, confina sia con la Russia che l’Iran e costituisce una linea di congiunzione Nord – Sud strategica oltre che uno scudo difensivo comune. Scudo certamente militare, ma anche contro le minacce occidentali ed europee alla stabilità politica ed economica. Senza dire che questo Paese sul Mar Caspio, importante produttore di petrolio e gas, è anche una pedina decisiva  sulla via della Seta. Non è un caso che subito dopo Putin a Baku sia arrivata una delegazione cinese di altissimo livello.

Il comporsi di queste nuove linee di forza spiega anche l’inattesa mossa degli Emirati che sono a ridosso di questa linea di faglia e che ormai propendono per i Brics, assieme all’Arabia Saudita. A che scopo buttare soldi per comprare obsoleti caccia francesi quando le cose stanno prendendo una piega completamente diversa?  Le cose cambiano e in tal senso l’arresto di Pavel Durov è destinato a fare di questo personaggio  la nuova icona globale della privacy e della libertà di espressione. Il fatto che egli si sia rifiutato di condividere informazioni con i servizi che comprometterebbero la privacy degli utenti di Telegram gli fa onore, esattamente come è un disonore per la Ue l’aver messo a punto una legislazione che obbliga le piattaforme social che operano sul territorio dell’Unione Europea a fare esattamente questo, ovvero istituire un umiliante sistema di “monitoraggio” e di delazione. Il che equivale a una censura diretta delle opinioni espresse in rete. Chi è abituato a mettere insieme i puntini sa che questo arresto non è certo un caso isolato, ma fa parte di un modello di repressione che prende di mira personaggi pubblici non inseriti direttamente nel sistema adottato da tutte le cosiddette  “democrazie” occidentali.

Il fermo rifiuto da parte di Durov di aderire a tale richiesta, peraltro ottemperata da quasi tutta la rete, ha avuto conseguenze disastrose per la sua libertà personale, ma ha messo in luce, se ancora ce ne fosse bisogno, il sistema totalitario che il globalismo sta costruendo in Occidente e la sua vocazione a schiacciare e sfruttare coloro che vogliano farne parte. Meglio guardare altrove dove prosperità non fa rima con servitù, tanto più che ogni passo verso il dominio sembra dettato più dalla disperazione e dall’isteria piuttosto che dalla forza.

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