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Una cosa è certa: la storia che il mainstream racconta sul mega yacht Bayesian affondato improvvisamente a ridosso di Porticello, è una colossale balla. Come ci dicono i dati meteo non c’è stato alcun tornado nella zona, solo pioggia e vento forte a 40 nodi, che sono condizioni quasi normali per una barca di 56 metri studiata per affrontare gli oceani, ancorché dotata di uno degli alberi più alti al mondo. Inoltre nessun’altra imbarcazione è stata coinvolta dalla presunta tromba d’aria, nemmeno quella che era vicina al Bayesian e che ha fornito i primi soccorsi o quella olandese alla fonda ancor più accostata, dove non si sono accorti di nulla, il che è totalmente impossibile. Tuttavia qualcosa di eccezionale si scorge in questo evento: la presenza sullo yacht di una serie di personaggi dell’anglosfera tra cui due di grande peso e legati alle guerre occidentali e ai loro servizi segreti.
Il primo Mike Lynch, proprietario dell’imbarcazione e presidente della Darktrace, azienda, anzi gruppo, attivo nel settore della sicurezza informatica britannica, oltreché rifugio di spioni ufficialmente in pensione, come l’ex direttore dell’ MI5 Lord Evans of Weardale e l’agente della Cia Alan Wade. Ma anche di “amici” come Ehud Barak – già primo ministro israeliano – e Nicole Junkermann, stretta amica di Epstein. Era stato assolto da molteplici accuse di frode e uno dei suoi coimputati nei processi, Stephen Chamberlain è morto in un incidente stradale il giorno stesso dell’affondamento del lussuoso yacht. Curioso inoltre che la barca si chiamasse Bayesian dal nome del reverendo Thomas Bayes che negli anni ’30 del Settecento, si propose di dimostrare statisticamente l’esistenza di Dio. Il fatto che nulla sia vero, ma solo dotato di una certa probabilità, era una fissazione di Lynch, una specie di difesa ideologica del suo ruolo.
L’altro personaggio di spicco che si trovava sull’imbarcazione era Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International, banca partecipata dai soliti noti come BlackRock e Vanguard, gli utilizzatori finali dei soldi che arrivano dalle guerre, dalle stragi, oltreché dalle fantasie climatiche. Ora sono entrambi dispersi e la loro incongrua presenza nelle acque vicino a Palermo non era certo casuale. Del resto l’Italia a cominciare dal Britannia è spesso teatro di incontri pseudo vacanzieri, come anche la vicenda dell’affondamento della barca di spioni sul lago Maggiore lo scorso anno, ribadisce. Così i problemi si moltiplicano: cosa ci facevano lì, come mai la barca è affondata in un minuto e chi l’ha affondata. Non ho i mezzi per dipanare la questione, se li avessi sarei su uno yacht anche io e non voglio fare il bene informato a tutti i costi come chi si spinge a dire che l’incontro sul Bayesian era stato organizzato per mettere a punto una strategia contro Erdogan, colpevole di essere troppo vicino alla Russia. Certo la compresenza di un grande finanziere e di un grande spione miliardario, due elementi essenziali di una possibile strategia punitiva contro il sultano di Ankara, potrebbero rendere quanto meno plausibile questa pista, ma se fosse così facile penetrare negli arcana imperii, tanto varrebbe che questi personaggi si scrivessero su Whatsapp.
Qualcosa però stavano architettando e allora sorge il problema di come e da chi sia stato affondato il Bayesian, una volta fatta giustizia delle miserrime fantasie meteo atte a coprire questo naufragio in un bicchier d’acqua. Anche qui si affollano le fantasie sulla capacità di cambiare il clima in una zona estremamente ristretta (ma tali variazioni sarebbero state comunque rilevate dai radar e dai testimoni presenti all’evento) o sull’uso di armi a energia diretta, in pratica laser, onde sonore e microonde. Queste ultime servono soprattutto a danneggiare le componenti elettroniche e i vettori d’attacco, quindi non possono affondare una barca a meno di evoluzioni tecnologiche sconosciute; le prime, che già i russi usano in abbondanza contro i droni ucraini, devono essere utilizzate a distanze relativamente brevi e perdono di efficacia in situazioni avverse (la pioggia fitta per esempio) che disperdono l’energia. In ogni caso tali armi avrebbero dovuto essere abbastanza vicine all’obiettivo, lasciando così una traccia inequivocabile. C’erano imbarcazioni russe o di altri Paesi “sospetti” nei dintorni di Porticello o un commando nei pressi del molo? Non credo e comunque ho l’impressione che non lo sapremo mai: stanno già blindando le testimonianze.
Anzi proprio questo deve essere stato il messaggio principale dell’azione: possiamo colpire dovunque con nuove tecnologie d’arma. Un messaggio a cui i tycoon, certi di poter scampare all’armageddon che essi stessi stanno provocando, sono particolarmente sensibili.
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