sabato 13 aprile 2024

L’inferno della guerra, il paradiso delle bugie

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Viviamo da molti decenni, da oltre mezzo secolo nel regno delle fiabe, anche se per molto tempo non ce ne siamo accorti e abbiamo davvero creduto che il piccolo passo di un uomo fosse un grande passo dell’umanità: ma si trattava esattamente del contrario, di un passo indietro, di un passo falso. Oggi sappiamo con certezza che quella impresa da argonauti era impossibile nelle condizioni di allora per la stessa ammissione di chi curò lo spettacolo e determinò per la prima volta la prevalenza di una narrazione o meglio la creazione della realtà. Adesso siamo di nuovo ad un momento cruciale, quello in cui i nodi vengono al pettine: i membri del congresso americano hanno finalmente ammesso di aver speso la strabiliante somma di 300 miliardi dollari per trasformare l’Ucraina in una clava o meglio nel  suo equivalente moderno, ovvero una mazza da baseball contro la Russia;  di aver indotto se non costretto l’Europa a fornirne almeno altri 150  e a suicidarsi economicamente; di aver messo in piedi almeno 12 centrali della Cia nel territorio del regime di Kiev,  con il risultato che oggi la Russia sta demolendo ciò che resta dell’esercito e delle strutture ucraine.

E per fare fronte a questa situazione vengono proposte teorie sempre più contorte e grottesche sul fatto che la  Nato in realtà non è stata sconfitta, ma che gli Usa stessi abbiano frenato l’impeto di Kiev e impedito una vittoria totale degli ucraini per impedire che la Russia stessa si frazionasse in tanti piccoli potentati che potrebbero scegliere l’opzione nucleare. Anche se totalmente assurda, questo è il tipo di narrazione che viene lanciata  per cercare di spiegare la debolezza percepita degli Stati Uniti di fronte al crescente dominio della Russia nella guerra. Questi contorcimenti mentali sono necessari perché le élite statunitensi e men che meno l’uomo della strada addestrato all’eccezionalità, non riescono a capire come sia possibile che gli Usa non riescano a resistere alla presunta “debole” Russia. Nella loro mente, confusa da anni di propaganda che definisce la Russia come uno stato fallito totalmente disfunzionale con un esercito inimmaginabilmente debole, è semplicemente impossibile conciliare la sempre più evidente vittoria di Mosca con la verità di fede della debolezza russa.

L’unico modo per fare stare assieme la realtà e la narrazione è che la sconfitta sia in qualche modo un atto intenzionale da parte degli Stati Uniti. Rimane ovviamente una domanda senza risposta: che senso ha che gli americani abbiano speso cifre colossali per armare l’Ucraina per poi organizzare la loro propria sconfitta? E tuttavia in questo modo possono evitare di riconoscere di essere stati sconfitti.  Contenti loro… del resto essi devono tenere alta la leggenda della loro invincibilità e soprattutto delle loro capacità di intervento in Europa dove le opinioni pubbliche sono generalmente contro la guerra: l’immagine generalizzata e in qualche caso caricaturizzata delle esercitazioni statunitensi è quella di una forza in grado di operare in tutta Europa, portando istantaneamente in azione infiniti mezzi, illimitati missili inarrestabili, centinaia di migliaia di uomini e via dicendo.

Ma queste fantasie sono ben lontane dalla realtà: gli Usa sono terribilmente sovraccarichi, le loro basi critiche in Europa – quelle effettivamente in grado di mettere in campo qualcosa contro la Russia – sono altamente vulnerabili, assieme ovviamente ai disgraziati Paesi che le ospitano. Gli Stati Uniti hanno inoltre imparato dal conflitto ucraino che la loro difesa aerea più avanzata è praticamente impotente contro i migliori missili russi. Recentemente Reuters ci ha detto che l’Ucraina da sola possiede 1/3 di tutta la difesa aerea dell’intero continente europeo, eppure la Russia non ha difficoltà a penetrarla come e quando vuole come proprio l’attacco alle infrastrutture elettriche e militari di questi giorni dimostra ampiamente.  Questo senza dire che in caso di guerra Mosca potrebbe fornire armi avanzate all’Iran e chiedere l’aiuto del sistema produttivo cinese che è in grado di produrre in un giorno ciò che la Nato tutta insieme produce in tre mesi e in qualche campo addirittura in un anno.

L’insieme di queste circostanze e situazioni, costringe l’occidente a una qualche real politik che rimane tuttavia inconfessabile: la sconfitta non si addice all’America e ancor meno ai suoi padroni, ossia la cupola globalista e ai politici che sono aggregati al suo carro. Dunque si inventano le cose più stravaganti per evitare che le persone percepiscano la realtà.

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