E tre. Dopo Ford e Stellantis anche General Motors cede alle richieste del sindacato dei lavoratori dell’auto statunitensi (Uaw).
ilfattoquotidiano.it Mauro Del Corno
Negli ultimi dieci anni i tre big dell’auto Usa hanno incamerato profitti cumulati per 250 miliardi di dollari. E mentre le buste paga dei manager sono lievitate del 40%, gli stipendi degli operai sono rimasti pressoché al palo. Il sindacato Uaw, rinnovato nei vertici e con nuove linee strategiche, ha condotte un’azione rivendicativa piuttosto sofisticata. Tra i circa 150mila addetti del settore lo sciopero si è propagato solo gradualmente andando inizialmente a colpire i punti nevralgici della filiera produttiva. Durante la mobilitazione i lavoratori hanno raccolto molti sostegni da parte della politiche e hanno sempre goduto del sostegno dell’opinione pubblica. Il tutto è culminato con la decisione del presidente Joe Biden di recarsi ad un picchetto per sostenere le rivendicazioni dei lavoratori. Mossa replicata dallo sfidante ed ex presidente Donald Trump.
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