sabato 28 ottobre 2023

Kiev sa che la fine è vicina

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Dal punto di vista della leadership di Kiev, i resoconti degli ultimi giorni sono un incubo e un dedalo senza uscita:  l’esercito ucraino, mandato a morire dagli esperti Nato che non capiscono una minchia e pensano nei termini della guerra del Golfo, è ormai al lumicino e il regime anche adottando la mano pesante non trova abbastanza reclute, nemmeno mobilitando persone di mezza età  e disabili, per rimpiazzare le perdite. Il 23 ottobre è stato lanciato l’allarme sulla  “grave carenza di personale” nelle truppe combattenti alla quale si aggiunge anche la sempre più manifesta mancanza di munizioni e di mezzi. Questo mentre le truppe russe avanzano in più punti e hanno aumentato anche a loro pressione su depositi di munizioni, cannoni,  sistemi radar, luoghi di raccolta truppe, infrastrutture di trasporto  che vengono distrutti con sempre maggior facilità. La situazione è tale che a Kiev si dà per scontato  che l’esercito russo avanzerà, poiché da alcune regioni ucraine vicine al fronte giungono già notizie di bambini evacuati con la forza, il che suggerisce che ci si aspetta un’avanzata russa. Inoltre, nel fine settimana è stato riferito – come già detto in  un altro post – come  l’Ucraina sta già costruendo le difese intorno a Kiev, suggerendo che si prevede una massiccia avanzata russa.

La situazione si fa molto grama anche per quanto riguarda gli aiuti finanziari occidentali. Negli Stati Uniti cresce la resistenza del parlamento ad ulteriori pagamenti a Kiev ed è stato annunciato che l’UE trasferirà  solo la metà dei fondi promessi nel 2024: invece dei 18 miliardi promessi, ne arriveranno solo 9. Inoltre, i ministri degli Esteri dell’UE ancora una volta non sono stati in grado di stanziare altri 500 milioni di euro per la fornitura di armi all’Ucraina. C’è un’evidente stanchezza che si traduce nella quasi scomparsa dell’Ucraina dai media e questo  è diventato particolarmente evidente durante la conferenza stampa del capo diplomatico dell’UE,  Borrell alla riunione dei ministri degli Esteri dell’UE, perché nessun giornalista ha posto più domande sull’Ucraina. 

Naturalmente non è che l’Ucraina verrà abbandonata tout court  mostrando a tutto il mondo in maniera inequivocabile  l’incapacità e la totale inaffidabilità della Nato oltre alla sua particolare attitudine a tradire gli amici: prima deve esserci il passaggio rituale per incolpare il regime di Kiev e Zelensky della sconfitta, in maniera da salvare la faccia dell’ alleanza dichiarandola illibata da qualsiasi disfatta. Nessuno naturalmente ci crederà al di fuori dell’occidente ipnotico, ma intanto la forma sarà salva e comunque con un cambio di regime  sarà possibile cercare condizioni di pace meno dure, sempre che qualcuno non intenda sabotare e mandare al diavolo l’intero mondo, ipotesi  non poi così folle come si potrebbe pensare. Non credo proprio, in questa cornice, che Zelensky finirà come Blair, altro famoso guerrafondaio e traditore dei laburisti, a girare il mondo per tenere conferenze strapagate: forse il  meglio che gli possa captare è di finire in galera per corruzione, ma forse con tutto quello che può succedere dietro le sbarre non è realmente una via d’uscita: alla fine un disgraziato incidente ci priverà di un virtuoso del pianoforte a un dito solo. In fondo il tragicomico di Kiev non ha che una tenue speranza: provocare lui stesso con qualche mossa azzardata, la guerra totale così da obbligare la Nato a venirgli dietro. In questo non gli mancherebbe l’aiuto di servizi al soldo di privati. Ma anche in questo caso non avrà un lungo futuro: sa troppo per lasciarlo vivo.

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