Il Movimento No Tav c’è ed è forte, e la passeggiata ai fortini della devastazione di ieri lo ha dimostrato.
Migliaia
di persone sono partite alle 12.00 dal presidio No Tav di Venaus,
centro del Festival Alta Felicità, per una passeggiata di lotta verso
San Didero e Chiomonte.
Un serpentone si è snodato per le strade della Val di Susa e che ad un certo punto si è diviso permettendo a tutti e tutte di poter andare direttamente nei luoghi che sono diventati ormai il simbolo della devastazione, dello sperpero del denaro pubblico e dello sfruttamento dei territori.
A San Didero migliaia di persone hanno raggiunto prima il presidio e poi direttamente le reti del cantiere, nonostante l’applicazione della zona rossa e dei jersey posti sulla statale 25 sia da un lato che dall’altro del cantiere.
Qui,
grazie alla partecipazione attiva di tantissimi giovani e giovanissimi,
è iniziata una sonora battitura al cancello seguita dalla volontà
diffusa e condivisa di dare un forte segnale di contrarietà al progetto
del Tav, disarmando le infrastrutture poste a protezione del cantiere
tra cori e fuochi d’artificio.
Contemporaneamente,
sul versante di Giaglione, di fronte del cantiere di Chiomonte, un
nutrito e determinato spezzone della passeggiata si è diretto al
presidio dei mulini, aggirando il blocco sulla strada principale e
dirigendosi poi ai jersey posti a difesa del cantiere dove diversi metri
di concertina sono stati strappati dalle reti nell’acclamazione
generale!
In entrambi in casi le forze dell’ordine hanno messo in atto le solite modalità che il Movimento conosce da tempo.
La voglia di lottare dei No Tav, però, è sempre tanta e dunque i e le No Tav non si sono fatti spaventare dal fitto lancio di lacrimogeni e dall’idrante sempre in azione, proseguendo con determinazione.
Anche
i giornali, approfittando delle settimane precedenti in cui molto è
stato detto riguardo al Movimento, al Festival Alta Felicità e a chi
contribuisce alla sua riuscita, non hanno perso occasione per tentare di
dividere il Movimento No Tav, etichettando chi, a loro giudizio,
dovrebbe essere più o meno pacifico.
I
media nostrani colgono così l’occasione per ribaltare una giornata
dispiegata su più fronti, capace di andare a incidere in tutti quei
luoghi in cui i cantieri dell’opera che nessuno vuole, sacrifica risorse
e ambiente naturale e umano, per screditare la battaglia ormai
trentennale per la difesa del proprio territorio.
Questo perché restituire la potenza di questa giornata di lotta e di questi giorni di festival implicherebbe assumere che il Movimento No Tav, nonostante i continui attacchi, sia vivo, determinato e capace di puntare sempre più in alto.
Non
a caso, dunque, leggiamo questi articoli in un quadro più ampio che
parte dall’accusa di associazione a delinquere ad alcuni e alcune
compagne del movimento e che passa per i continui tentativi di
criminalizzare la lotta, attuando le più svariate strategie.
Basti pensare al tentativo di impedire il sereno svolgimento del Festival Alta Felicità con le accuse nei confronti del sindaco di Venaus e le insinuazioni riguardo la mancanza di attenzione alla gestione in sicurezza di questo evento e alla più recente perquisizione al presidio permanente dei Mulini.
Non occorre nemmeno rispedire al mittente queste superficiali considerazioni dei giornali perché l’entusiasmo, la generosità e la determinazione di questi popoli in lotta, che si sono ritrovati in questi giorni di festa e iniziativa, bastano per dimostrare tutto il contrario.
Resisteremo, sempre, un minuto, un metro ed un giorno più di loro.
Avanti No Tav!
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