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L’aver cercato con successo di infantilizzare le popolazioni occidentali affinché fossero più controllabili e meno disposte a battersi per le loro libertà, ha avuto un’inaspettata conseguenza: quella di rendere puerili e sciocchi anche gli addetti alla guida del gregge. Basta vedere come Blinken per nostra sfortuna segretario di stato Usa, uno che avrebbe fallito anche come capoclasse del medie, insieme alcuni personaggi dell’entourage accademico sia statunitense che britannico, faccia fatica a capacitarsi di una realtà che resiste ai desideri dell’amministrazione di Washington e così ne inventa una del tutto nuova e inedita nella quale la Russia avrebbe progressivamente perso territori e l’Ucraina che è stata letteralmente massacrata per gli interessi di lor signori, starebbe invece vincendo. Una bella favola in cambio di una dura realtà che dice tutto il contrario.
Come possano Blinken e i suoi autorevoli consigliori aver notato questo indietreggiamento della Russia che magari è andata avanti lentamente, ma di certo non ha indietreggiato è impossibile da capire anche a causa della vaghezza del discorso che evita loro la fatica di dover fornire i particolari di tale assurda narrazione Ovviamente questi imperial cretini speravano che la Russia andasse all’assalto del territorio ucraino rafforzato durante 8 anni di preparazione al conflitto e riempito di armi tanto da da superare le dotazioni militari dell’intera Europa e perdesse così un numero così alto di soldati da erodere il consenso di Putin: la tattica del Cremlino ha invece fatto sì che le parti si invertissero e fossero gli ucraini ad andare all’attacco e a subire immense perdite umane che non saranno recuperate per decenni: già adesso vengono avviati verso il fronte pensionati e anziani senza alcun addestramento per farsi massacrare in conto terzi il che indica come l’Ucraina è sulla via del disarmo per mancanza di uomini. Sono fatti reali, pienamente dimostrabili, ma essi costituiscono un tale vulnus alla loro malriposta sicumera dei pensatoi narcisisti che non possono essere ammessi portando al rifugio nella fantasia: in fondo la loro cultura non è che quella dei fumetti o di Hollywood dove il personaggio vincente non può perdere e dunque qualsiasi invenzione che consenta di mantenere questo schema di fondo è di per sé legittima.
Su un ‘unica cosa questo ventaglio di rimbanbini ha ragione: ovvero il fatto che una vittoria della Russia sarebbe “una catastrofe geopolitica per la Nato” e dunque la strategia è quella di negare ad ogni costo e a qualsia prezzo un successo dei russi che peraltro è già abbastanza delineato. “Le cose non sono come sembrano”: questi personaggi della politica e dell’accademia sono pronti a pronunciare la fatidica frase quando il traditore scoperto in flagrante e a inventarsi qualsiasi cosa pur di asserire che la Nato sta vincendo. Se oggi dicono che la Russia si ritira quando al contrario avanza domani potranno sostenere che la pace stessa e una sconfitta per la Russia, anche se essa soddisfa tutte le richieste di Mosca. Non c’è alcun limite alla loro follia tanto amapia quanto lo è la credulità delle opinioni pubbliche. Certo, tutto il mondo ne riderà salvo gli ipnotizzati occidentali da cui nessuno si aspetta ormai qualcosa disnso, ma il vero problema è che costoro sono dei totali irresponsabili tanto da vivere dentro una realtà auto creata e dunque potrebbero essere portati a fare mosse azzardate o prive di senso, specie in un momento nel quale le cose si complicano con le pretese polacche e il ruolo assunto dalla Bielorussia: se non riescono nemmeno a condurre il gioco semplice figurarsi quello complicato. In fondo si tratta del stesse persone che secondo un detto non so se inglese o americano sono ” invisibili in guerra, invincibili in pace”.
E’ però chiaro che queste fantasticheria amorali testimoniano, molto più della delusione procurata dalle wunder waffen occidentali nelle quali alcuni davvero credevano, dello stato di apprensione e panico che regna a Washinton e Londra perché appare sempre più evidente che la Nato è una di quelle organizzazioni che perpetua la sua esistenza oltre le ragioni iniziali della sua esistenza, ma anche oltre le sue effettive capacità di intervento una volta fuori da conflitti ad alta dissimmetria.
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