mercoledì 31 maggio 2023

Il Sudafrica manda a bagno l’uso strumentale della Corte Penale Internazionale

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Il Sudafrica ad agosto ospiterà il vertice dei paesi Brics. Per l’occasione ha annunciato l’immunità diplomatica per i funzionari stranieri che parteciperanno al vertice, aprendo potenzialmente le porte alla partecipazione di persona del presidente russo Vladimir Putin, sul quale pende un “mandato di cattura internazionale” spiccato dalla Corte penale internazionale.

La riunione dei ministri degli Esteri dei Brics – che riunisce Brasile, India, Russia, Cina e Sudafrica e gli altri paesi che stanno via via aderendo dando vita ad una vera e propria alternativa al G7 – comincerà i lavori preparatori a Pretoria giovedì prossimo.

Secondo il giornale sudafricano  Daily Maverick, è stato emesso un avviso pubblicato dal ministro degli Esteri e della Cooperazione, Naledi Pandor, affinché il Diplomatic Immunity and Privileges Act sia concesso a tutti i funzionari internazionali in occasione di eventi legati ai BRICS nel paese.

L’avviso, firmato il 19 maggio e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 2 maggio, afferma che a Putin e ai suoi omologhi internazionali saranno concesse le immunità e i privilegi previsti dalla Sezione 6(1)(a) della Legge. Un portavoce del ministro Pandor ha affermato che l’avviso era “di routine” e tali avvisi venivano emessi ogni volta che si svolgeva un simile incontro internazionale in Sud Africa.

L’avviso, si precisa, è in linea con la legge sulle immunità e sui privilegi diplomatici, che stabilisce che l’immunità viene concessa a funzionari ed esperti delle Nazioni Unite, di qualsiasi agenzia o organizzazione specializzata ed ai rappresentanti di qualsiasi Stato che partecipino a una conferenza o riunione internazionale convocata in Sudafrica.

In teoria, in quanto firmatario dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, il Sudafrica dovrebbe rispettare il mandato per crimini di guerra e arrestare Putin se il presidente russo entrasse in territorio sudafricano. Ieri, tuttavia, le Forze di difesa sudafricane (Sandf) hanno dichiarato esplicitamente che non arresteranno Putin se dovesse partecipare al vertice, affermando di non avere il potere di farlo: in dichiarazioni citate dai media locali, il capo dell’esercito Rudzani Maphwanywa ha detto di riconoscere il mandato della Cpi, ma sottolineato che l’esercito opera nel quadro del diritto internazionale e rispetta quindi le immunità diplomatiche.

Secondo Zane Dangor, direttore generale del Dipartimento per le relazioni internazionali e la cooperazione,“In questo caso particolare, la revoca delle immunità per il presidente Putin dovrebbe provenire dalla stessa Russia. Ciò è soggetto a varie interpretazioni legali ed è per questo che questa commissione sta esaminando tutti questi aspetti. Abbiamo un parere legale, ma è stato richiesto un altro parere legale indipendente in modo da essere sicuri dell’azione che verrà intrapresa“.

La decisione del Sudafrica depotenzia così apertamente il tentativo di utilizzare unilateralmente la Corte Penale Internazionale come strumento della guerra della Nato contro la Russia in materia di crimini di guerra.

Del resto da tempo i paesi africani minacciano di abbandonare la Corte Penale Internazionale, accusandola di doppio standard in quanto fino ad oggi ha agito solo contro i paesi più deboli e mai contro i paesi occidentali. Tre anni fa, per far capire chi comandava, gli Stati Uniti vietarono l’ingresso addirittura alla presidente della stessa Corte Penale Internazionale.

L’era del “doppio standard” volge alla fine…

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