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Quella che vedete nell’immagine è la nave da ricognizione russa Ivan Kurs ( si scrive senza l’acca) ,mentre ritorna nel porto di Sebastopoli dopo la sua missione. Come si vede ( qui c’è anche il video) è assolutamente intatta, eppure ha combattuto una dura battaglia prima contro tre droni marittimi forse inglesi ( mimetizzati dal marchio Zhovto-Blakit, un’industria Ucraina non più esistente) che sono esp0losi e poi contro la disinformazione Usa – Nato che voleva servirsi dell’attacco e della pseudo vittoria per mettere in difficoltà Erdogan. Dunque un’azione che aveva due obiettivi: risollevare il morale occidentale dopo la sconfitta di Artemosk e far credere che la Russia non può tenere sotto controllo il Mar Nero, che per salvare i gasdotti la Turchia deve rivolgersi agli Usa e dunque votare il candidato amerikano Kemal Kilicdaroglu, al ballottaggio contro il “sultano” che si svolge proprio oggi. Ciò che generalmente non si dice è infatti che la marina russa pattuglia il Mar Nero per impedire che anche il Turkish stream e il Blue stream facciano la fine del North stream . O meglio lo si cela ai cittadini occidentali perché in realtà il principale organo della propaganda militare ucraina il Defense Express, non nasconde nemmeno lo scopo dell’attacco all’ Ivan Kurs: quello di dare una lezione a chi difende i gasdotti sottomarini nella zona economica esclusiva della Turchia. Non sappiamo se Ankara abbia chiesto ai Russi questa specifica protezione, ma è nelle cose che ci sia un patto sia pure informale in questo senso.
Ad ogni modo i mentitori compulsivi di Kiev e di Washinton non si sono fatti intimidire dalla realtà e così hanno fabbricato un filmato ( preparato ovviamente in anticipo ) in cui si ha quasi la sensazione che la russa sia stat colpita e in seguito hanno diffuso una foto che mostrava gravi danni a tribordo di un vascello che tuttavia era palesemente un altro rispetto al Kurs come può constatare chi sappia navigare anche solo in pattino: il tutto ovviamente con la mobilitazione di migliaia di troll e di bot, compresi anche le restanti quinte colonne in Russia che asserivano la riuscita del colpaccio Insomma ce l’hanno messa tutta per accreditare la bugia, sperando di poterla mantenere in piedi per qualche giorno, fino ad oggi in cui appunto cade il ballottaggio in Turchia. Probabilmente ce l’avrebbero anche fatta a influenzare i turchi se il comando di Sebastopoli non avesse immediatamente richiamato in porto la nave per mostrala intatta. Adesso l’impero delle bugie e i suoi accoliti sono completamente e universalmente sbugiardati, anche se devono necessariamente insistere sulla loro balla.
Di certo se il candidato turco americano perderà come è assai probabile, per non dire certo, Ankara la farà pagare a Zelenski e alla sua cricca e c’è da giurarci anche agli Usa, ma ciò che davvero lascia perplessi è che a Washington non si sia ancora compreso come queste azioni preparate dalla Nato e attuate con le sedicenti wunderwaffen americane finiscano per mostrare meglio che mai la debolezza delle forze occidentali ottenendo perciò l’effetto contrario a quello voluto. Forse non è un caso che anche nella stampa mainstream americana comincino ad apparire articoli che prendono le distanze dalla narrativa corrente e avvertono che non è più possibile andare avanti considerando che la Russia sia debole, disorganizzata e sempre sul punto di finire le munizioni. Qualunque fondamento abbiano mai avuto queste considerazioni occorre prendere atto che c’è stato un completamento ribaltamento della situazione sul campo e quindi occorre cambiare sia strategia sia narrazione, prima che le opinioni pubbliche capiscano di essere state ingannate.
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