Dice in sintesi Meloni: “lo riconosco, gli stipendi sono da fame ma piuttosto che far passare il salario minimo facciamo il taglio del cuneo fiscale“.
Insomma, questo salario minimo non piace al governo nero liberista (ma nemmeno a quello di prima) perché esiste la contrattazione collettiva e i salari sono oggetto di negoziazione tra impresa e sindacato. In altre parole sottrae potere sia alle imprese che ai sindacati (CgilCislUil, ndr).. e questo non si fa.. non sta bene farlo, è da maleducati.
Far passare il salario minimo significherebbe rompere un equilibrio che oggi funziona tanto… ma tanto bene e che finisce per danneggiare solo i lavoratori.
Ecco perché anche i sindacati “concertativi” nicchiano su questa soluzione mentre firmano contratti con una paga oraria che una recente sentenza ha definito incostituzionale.
I lavoratori sono oggetto di sfruttamento con paghe orarie incostituzionali? Niente paura, ci pensa il governo nero abbattendo le tasse. Macché paga oraria a 10 euro, come propone Unione Popolare, riduciamo invece il cuneo fiscale ed il lavoratore si ritroverà l’elemosina in busta paga.
Così con la modica spesa di 4 miliardi il governo “aumenta” le buste paga di una miseria. Sarà contento il lavoratore… continuerà a percepire una paga oraria incostituzionale ed a fare orari da sfruttamento, però potrà permettersi dei lussi in più come un paio di pizze con birretta ogni mese per lui e la sua famiglia.
Ma la “pacchia” per il lavoratore durerà solo fino a dicembre. Per il 2024, sempre per fare l’elemosina, di miliardi ne serviranno quattordici, ma Meloni per ora non sa dove trovarli.
Ma tranquilli, alla bisogna si potrà sempre tagliare su sanità.. non certo sulle spese militari.. quelle vanno aumentate al 2% del Pil e quindi non si toccano.
Così, con una sanità sempre più mortificata e sempre meno pubblica, se al lavoratore dice male, l’elemosina governativa finirà dritta nelle tasche degli imprenditori privati che lucrano sulla salute della gente.
Tuttavia il governo insiste su questa strada che giudica più conveniente per i lavoratori. Bisognerebbe chiederlo ai lavoratori stessi, ad esempio alla signora che a Milano ha fatto causa ad un istituto di vigilanza e l’ha vinta.
Il giudice ha ritenuto incostituzionale la paga oraria della lavoratrice ed ha “aperto la strada anche ad altri lavoratori nella stessa situazione in Italia, circa 100 mila. E soprattutto – ha commentato il rappresentate Cobas – ai sindacati che avevano siglato questo collettivo, nel caso specifico Cgil e Cisl, che quei contratti da fame, non vanno firmati”.
La lavoratrice in questione prendeva (da contratto) 3,96 euro l’ora, con un salario minimo di 10 euro triplicherebbe quasi il suo stipendio. Ma no… è meglio la riduzione del cuneo fiscale!
L’impresa è contenta perché non scuce una lira e può continuare a proporre condizioni di schiavitù. I sindacati sono contenti, ma non lo diranno mai, perché mantengono il potere negoziale, eppure il salario minimo in Germania è di 12 euro, in Francia di 11 euro ed i sindacati dichiarano scioperi generali portando in piazza milioni di persone.
Anche il governo è soddisfatto perché gli imprenditori sono soddisfatti e con i sindacati continua a concertare.
E i lavoratori? C’è un modo di dire piuttosto diffuso: “Ci pisciano in testa e poi dicono che piove”. I lavoratori si stanno ancora interrogando se quella che cade è pipì o acqua.
* da Facebook
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