martedì 30 maggio 2023

Domande scomode sulla carneficina

Non potranno mentire in eterno. Dovranno rispondere, prima o poi, con la ragione alla ragione, alle idee con le idee, ai sentimenti con i sentimenti. E allora taceranno. Il loro castello di ricatti, di menzogne, di violenze crollerà(Pier Paolo Pasolini)

 

(DI IPAZIA – ilfattoquotidiano.it)

Quanto siano attuali queste parole di denuncia del potere di Pasolini mi sembra sotto gli occhi di tutti. Cercheremo tuttavia di seguire gli insegnamenti del grande poeta e di un filosofo, Bertrand Russell, inseguendo ancora una volta la speranza che la razionalità e la logica (purché ci sia buona fede) possano avvicinare i sostenitori di tesi opposte verso una mediazione.

Si elencano di seguito 22 domande relative alla guerra in Ucraina a cui politici, diplomatici, editorialisti europei non hanno risposto. Sono ancora in tempo e se si ricevessero riscontri in grado di delineare una logica strategia saremmo felici di mutare opinione.

1) Le carte delle Nazioni Unite e dell’Osce codificano i principi di indivisibilità della sicurezza (la sicurezza di un Paese non può avvenire in Europa a spese della sicurezza di un altro Stato) e della non interferenza negli affari interni di un altro Paese. Sono stati rispettati questi principi dalla Nato col suo espansionismo in Europa? L’interferenza negli affari interni di un altro Stato non è da decenni, dal dopoguerra in poi, l’arma utilizzata dall’imperialismo statunitense? C’è stata interferenza statunitense negli affari interni dell’Ucraina? La presenza dell’Assistant Secretary Nuland che nel 2014 sceglieva a Kiev i membri del governo ucraino ne è una prova?

2) La guerra in Ucraina è la seconda guerra in Europa dopo il bombardamento a Belgrado, perché si afferma sia la prima?

3) La creazione del Kosovo (dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia riconosciuta dagli Usa e molti Paesi europei) è un odioso precedente per la politica russa in Donbass?

4) Gl’interessi economici Usa sono cresciuti in Ucraina in particolare dopo il ’14?

5) Il presidente filorusso Yanukovich ha lasciato in fretta Kiev a causa di manifestazioni pacifiche? E perché mai un regime si farebbe spaventare dal dissenso pacifico? Il battaglione Azov considerato anche dagli occidentali nel 2013 un gruppo nazista è stato inserito nell’esercito regolare ucraino?

6) Non esistono le zone di influenza? Quindi se il Messico volesse divenire filo-russo in funzione anti-statunitense e accettare sul suo territorio armi russe, l’Occidente lo accetterebbe pacificamente celebrando la libertà di un popolo di scegliere le proprie alleanze?

7) L’Italia accetta (purtroppo supinamente e in maniera poco dignitosa) i vincoli posti dall’Alleanza atlantica e dall’essere membro fondatore dell’Unione europea. L’Ucraina è invece l’unico Paese al mondo che può scegliere liberamente la propria politica estera senza tenere conto delle esigenze di difesa degli altri Stati e dei desiderata degli alleati?

8) I 14.000 morti nelle regioni separatiste tra civili e militari appartenenti alle due parti in contesa sono il segnale evidente di una guerra civile (da un lato Kiev, dall’altro le regioni separatiste sostenute da Mosca) ignorata dalla stampa occidentale?

9) Come mai gli accordi di Minsk che avrebbero garantito l’autonomia regionale e linguistica, il rispetto delle minoranze sul modello europeo non sono stati applicati? È vero che l’ex cancelliera Merkel e l’ex presidente Hollande hanno dichiarato che gli accordi di Minsk erano solo uno stratagemma per permettere all’Ucraina di armarsi?

10) È vero che il problema della neutralità di Kiev era stato posto sin dagli anni 90 e ufficialmente nel 2006 a Condoleezza Rice da Chirac e la strategia Usa era chiara e coerente sin da allora? È nell’interesse statunitense separare politicamente ed economicamente (in campo energetico) l’Europa dalla Russia?

11) È vero che Putin sin dal 2007 nel discorso pronunciato nell’ambito della conferenza sulla sicurezza di Monaco aveva cercato di risolvere diplomaticamente il problema costituito dall’eventuale ingresso nella Nato dell’Ucraina? Le proposte di mediazione russe relative alla neutralità dell’Ucraina e alla autonomia delle regioni separatiste non sono state inviate da Mosca all’Occidente e rispedite al mittente in diverse occasioni nel corso degli anni e fino a pochi giorni prima dell’invasione?

12) L’Ucraina era considerata nei rapporti redatti dall’Unione europea almeno fino al 2014 una democrazia fatiscente, corrotta, in mano agli oligarchi, ricattata dalle forze naziste. Oggi è raccontata come baluardo delle democrazie occidentali contro l’autocratica Russia?

13) In Ucraina sono stati aboliti i partiti politici, c’è la legge marziale. Centomila e più giovani sono morti e continueranno a morire se la guerra non viene fermata. Questi giovani martiri sono volontari? Possono scegliere il proprio destino senza rischiare di essere fucilati come traditori della Patria?

14) In Ucraina almeno dal 2014 hanno addestrato le truppe militari che includono il battaglione Azov. La resistenza ucraina è stata spontanea, paragonabile alle sollevazioni della popolazione civile in Italia contro i tedeschi?

15) La Russia ha il Gdp del Texas. Come avrebbe potuto rappresentare una minaccia per l’Europa, la Polonia e i Baltici come ancora oggi si legge sulla stampa? Non ha la potenza economica per sostenere una politica imperialista in Europa. E infatti ha supplicato l’Occidente di lasciare almeno Ucraina e Georgia fuori della Nato, consapevole di non potere sostenere una guerra contro l’alleanza atlantica.

16) È vero che gli interessi delle industrie della difesa e dell’energia statunitensi sono ampiamente legati al perdurare della guerra? Al netto della retorica sulla difesa della libertà le classi dominanti possono indicarci gli interessi dell’Europa?

17) Parlare di difesa della libertà in Ucraina è propaganda. Perché? Andatelo a chiedere alle casalinghe che perdono mariti e figli. Domandate loro se vogliono la guerra o la neutralità dell’Ucraina, l’autonomia delle regioni separatiste, lo sviluppo economico e le riforme; se vogliono sacrificare i figli per la libertà di Kiev di entrare nella Nato.

18) La scelta statunitense di dividere il mondo in blocchi manterrà l’egemonia del dollaro nel cosiddetto regno delle democrazie. Quale è la strategia occidentale? Una lezione alla Russia? La caduta del regime di Putin? La sfida alla Cina per Taiwan? Nelle parole di Biden una volta liberati della minaccia russa bisognerà dedicarsi alla Cina, il vero avversario geopolitico. Vogliamo un mondo in perenne conflitto?

19) Zelensky ha per decreto impedito il dialogo con Putin e continua a ripetere, sostenuto dagli occidentali, che una mediazione si potrà avere solo se Mosca si ritira dalle regioni conquistate, Crimea inclusa. È questa una base realistica di mediazione: considerare precondizione l’obiettivo stesso del negoziato? Esiste una proposta di mediazione occidentale? Non sembrerebbe pervenuta.

20) È possibile sconfiggere una potenza che ha 6.000 testate nucleari? A quale rischio? L’invasione russa dell’Ucraina era stata prevista sin dal 2014 da Kissinger e più velatamente da Mearsheimer e Sergio Romano. È poi avvenuta. Gli strateghi occidentali non dovrebbero ammettere gli errori e scusarsi? Se non lo fanno sono evidentemente felici di avere raggiunto il loro obiettivo: che la Russia invadesse l’Ucraina.

21) La diplomazia ha la finalità di stabilizzare le aree geopolitiche. Vi sembra che stiamo stabilizzando le regioni orientali dell’Europa come abbiamo stabilizzato Afghanistan, Iraq, Libia? Ci accingiamo a portare il conflitto anche tra Taiwan e la Cina?

22) Bakhmut. I generali ucraini da tempo chiedevano il ritiro in buon ordine, che però Zelensky ha sempre rifiutato. Quanti giovani ucraini hanno sparso il loro sangue per il prestigio personale di un pagliaccio al potere?

Ecco, come Pasolini con i suoi magnifici j’accuse al potere democristiano, pretendiamo una risposta a queste domande, pretendiamo una argomentazione razionale e puntiamo il dito contro i sepolcri imbiancati che hanno sulla coscienza questa carneficina, la vita dei tanti giovani ucraini che incensano di elogi e stringono in un abbraccio mortale.

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