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Premessa
Guardandosi in giro
Non so se a voi capita, passeggiando, di osservare la gente che incontrate – l’età, il genere, da dove viene, come si veste – in un tentativo di comprensione delle piccole storie che stanno dietro a quei visi, a quelle mani, a quei capelli. A voi, non so; a me sì. Esco di casa e vedo vecchi che si aggirano per la città. I giovani sono una rarità, così come i bambini. Nelle strade, nei supermercati. Mi sento un giovane, anche se, con i miei cinquant’anni passati, so di non esserlo. Poi, quando per sbaglio esco dall’Europa, e vado, per esempio, in Sudamerica, vedo un mondo che mi lascia basito. Giovani, bambini che riempiono le strade, mamme che hanno forse vent’anni, e, improvvisamente, mi sento vecchio: sì, appartengo improvvisamente alla categoria dei vecchi.
Basta qualche ora di aereo, arrivare a Tirana, o a Skopje, a Tunisi, o a Istanbul e il mondo cambia.
Se vi è capitato di vedere questo, allora vi pongo una domanda: vi siete domandati il perchè, che relazione ha, questo, col modello di produzione capitalistico?