mercoledì 16 ottobre 2024

Adesso c’è il reato di pace

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Credo che tutti sappiano della disavventura di un apicultore brianzolo multato con 430 euro per aver esposto davanti al suo banchetto con questa scritta “stop bombing Gaza, stop genocide”, insomma un chiaro invito alla pace e al cessate il fuoco. Ma due carabinieri dopo essersi probabilmente consultati con qualche graduato, hanno ritenuto che si trattasse di propaganda politica “non autorizzata” e dunque hanno fatto il verbale. Evidentemente gli hanno insegnato che in questo Paese è vietato fare politica o esprimere opinioni non approvate dal potere esecutivo di cui sono la longa manus. Un crimine che ormai contempla innumerevoli fattispecie, le quali tuttavia fanno riferimento a un unico comandamento del politicamente corretto globalista: il reato d’odio che consiste nell’esprimere idee contrarie a quelle “permesse” dall’establishment.

Mi sarebbe piaciuto vedere cosa sarebbe successo se l’apicultore avesse scritto il contrario ovvero più bombe e più genocidio a Gaza: avrebbe avuto tanta attenzione e i militari sarebbero stati così solerti a scorgervi un’indebita espressione politica, spingendoli a reprimere una libera opinione? Del resto, è vero il governo sionista ammazza donne e bambini o magari li affama, ma non esprime odio. Per carità, sono correttissimi. Non voglio certo prendermela con gli esecutori materiali del provvedimento che probabilmente sono culturalmente impari rispetto a una discussione su questi temi, ma con la stampa mainstream che ha fatto di tutto perché questo episodio così scoperto, clamoroso e indifendibile di repressione politica, venisse relegato a un semplice caso di eccessivo zelo. Ah no, mica ce la si può cavare così perché delle due l’una: o i carabinieri hanno agito al di fuori delle norme vigenti e allora andrebbero puniti perché non c’è nulla di peggio dell’abuso di potere da parte di cosiddetti servitori dello Stato, soprattutto quando esso si manifesta contro l’espressione di opinioni politiche, oppure questo fa parte di direttive emanate dall’esecutivo e volte a reprimere la libertà di espressione. Tertium non datur.

È ovvio che se invocare pubblicamente la pace diventa un reato o comunque qualcosa che va represso, magari servendosi di pretesti normativi, se opporsi alle stragi comporta una multa, allora vuol dire che questo Paese merita solo la guerra: se proprio la vogliamo arriverà, anche più presto di quanto gli svagati italiani e i governi servili si aspettano.

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