sabato 12 ottobre 2024

Lo schiaffo di Netanyahu ai suoi lacchè italiani

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Fino all’altro ieri i sionisti da tastiera e da rotativa ci dicevano che Israele aveva diritto a difendersi in ogni maniera, che la strage degli innocenti e il tentativo di genocidio attuato nella striscia di Gaza erano giustificati per contenere il “terrorismo” e che anche i bombardamenti del Libano erano accettabili. Qualcuno è arrivato a dire che le manifestazioni contro questo massacro erano inaccettabili perché nascondevano, dietro una battaglia per l’umanità, la macchia dell’antisemitismo. Ma adesso che Israele ha attaccato il comando italiano della missione Unifil, lì per mandato dell’Onu ormai da quarant’anni, si dice che questa azione è “inaccettabile”. Addirittura il ministro della difesa Crosetto ha convocato l’ambasciatore israeliano e ha sostenuto che questo attacco è un crimine contro l’umanità.

Dunque le stragi di Gaza che i numeri ufficiali nascondono nel loro vero orrore, sebbene siano altissimi, le migliaia di bambini morti, gli ospedali polverizzati, sono un’opera buona? Di quale umanità stiamo parlando? Ecco che qui gioca tutta la superficialità, la vacuità, la pavidità di un Paese, la sua inconsistenza etica: finché a morire sono gli altri, qualsiasi cosa può essere accettata e addirittura incoraggiata con la piena disponibilità ad essere complici, ma non appena il rischio ci sfiora in maniera diretta ecco che tutto cambia e i buoni per definizione diventano improvvisamente un po’ meno buoni. Non voglio star qui a commentare la consistenza etica di questi atteggiamenti che peraltro non sono ormai estranei a tutto l’Occidente. Non voglio nemmeno prendermela con un’informazione indecorosa, né con una politica inesistente a cominciare dai personaggi che la popolano, né con la tesi, allo stesso tempo ridicola e infame che impone l’ equivalenza tra sionismo e ebraismo deducendone che se non stai con Netanyahu sei antisemita. La storia farà presto pulizia di questi orrori propagandistici e spero vivamente anche dei prosseneti di questi ripugnanti reperti dell’ideologia e della prassi globalista.

Mi limiterò semplicemente a pubblicare il grafico sotto che “racconta” come nel lungo conflitto tra Israele e i palestinesi c’è una tale sproporzione di vittime che parla da sola. Nel periodo 2000 – 2014 i morti palestinesi sono rappresentati in giallo, mentre quelli israeliani in grigio:

Dunque su 8.166 morti correlati al conflitto, 7.065 sono palestinesi e 1.101 israeliani. Ciò significa che l’87 per cento dei decessi è stato palestinese e solo il 13 percento israeliano. I dati sono stati raccolti da B’Tselem un’organizzazione israeliana per i diritti umani. Inutile dire che a partire dal 7 ottobre dell’anno scorso il rapporto tra palestinesi morti e israeliani morti è salito a livelli astronomici, come mostra l’infografica qui sotto basata per quanto riguarda Gaza da dati ufficiali ben lontani dalla realtà effettiva. E naturalmente non è ancora presente il Libano.

Tuttavia l’aver distrutto due telecamere del comando Unifil come simbolico avvertimento che il governo sionista non vuole testimoni di questa rinnovata strage che si serve, come a Gaza del resto, di bombe a frammentazione e al fosforo sulla popolazione civile, ha cambiato l’umore, persino degli abulici ripetitori di slogan. Ma alla fine si tratta di una commedia per salvare la faccia: dopo i sussurri e le grida di rito si ritireranno dal Libano come vuole Netanyahu. Il vecchio mondo è incapace di dignità visto che l’ha totalmente sostituito con l’ipocrisia. Altri faranno fallire il progetto della Grande Israele costruito sul sangue e sulla sostituzione etnica. Uomini, non burattini.

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