lunedì 14 ottobre 2024

Clima, uragani di balle

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Avrete notato come le normali previsioni del tempo si siano tramutate in una sorta di racconto biblico dove ogni rialzo di temperatura diventa caldo africano e ogni pioggia un evento estremo. Tutto viene esagerato in maniera parossistica comunque e sempre: la coda di un uragano tropicale capace di devastare l’intero continente e la Gran Bretagna in particolare (l’immagine in apertura si riferisce proprio agli allarmi scatenati in Inghilterra) si è esaurita in nulla e così pure il tardivo caldo africano che doveva cuocere le uova all’aria si è dissolto in temperature dentro le medie. Dall’altra parte dell’Atlantico l’uragano Milton annunciato da giorni come la tempesta del secolo è stato uno dei più deboli in assoluto. Inutile dire che trasformando in saga il tempo meteorologico, la precisione va a farsi benedire: non si tratta più di un vero e proprio servizio, ma di una narrazione tesa a dare l’impressione di vivere eventi eccezionali, ogni giorno e ogni minuto. Evidentemente questo rende di più.

Ciò corrisponde ad un mutamento nella neolingua globalista: “cambiamento climatico” non fa abbastanza paura e viene dunque sempre più sostituito da “emergenza climatica” che ovviamente si incide con più forza nella mente. Perciò anche la normale pioggerella autunnale tende a diventare tout court un evento mai visto. E non basta perché, nessuna occasione viene tralasciata per propalare teorie insensate e spesso basate su dati falsi: così la stagione degli uragani negli Usa sud orientali particolarmente sotto i riflettori a causa della vicinanza ad elezioni drammatiche, ha fornito il destro per diffondere l’idea che il riscaldamento globale provochi un aumento delle tempeste e dei fenomeni estremi. Ci hanno provato anche in Italia di fronte alla seconda alluvione della Romagna causata soprattutto dall’inazione degli enti locali e regionali che anzi hanno fatto di tutto per peggiorare la situazione.

Come al solito si tratta di spazzatura pseudo scientifica che non regge di fronte ad alcuna seria analisi, basta farsi le domande giuste. Prima domanda: sono aumentati gli eventi eccezionali e nel caso specifico gli uragani, visto che il tam tam climatico oggi parla di questo? Prima risposta: no, anzi sono diminuiti. Basta vedere la tabella qui sotto che mostra tutte le tempeste che hanno colpito la Florida a partire dal 1850 e si può constatare che oggi questi fenomeni sono un terzo rispetto al secolo precedente e questo vale per tutti gli stati americani coinvolti da questi fenomeni meteorologici, ad eccezione del Mississippi, dove c’è stato un lievissimo aumento.

Seconda domanda: il riscaldamento globale che si sostiene essere dovuto al 4 per cento di CO2 di origine antropica, potrebbe causare un aumento degli uragani che peraltro non c’è stato affatto? Seconda risposta: no. Le tempeste, secondo le attuali cognizioni, sono generalmente causate dal differenziale di temperatura tra acqua e atmosfera e perciò più calda è l’acqua e più fenomeni intensi si avranno. Ma tale aumento delle temperature superficiali oceaniche non può essere imputato alla mitica CO2. Le radiazioni a onde lunghe di rimbalzo causate dall’effetto serra prodotto dal vapore acqueo e dai gas in traccia come l’anidride carbonica non riscaldano quasi per nulla l’oceano come si evince da numerose ricerche, l’ultima delle quali è stata pubblicata pochi mesi fa. Gli effetti di tali radiazioni infatti non superano che un sottilissimo film di 0,01 millimetri di acqua, e hanno perciò una parte del tutto trascurabile, mentre la radiazione solare diretta a onde corte e ad alta energia penetra almeno a 100 metri di profondità. Dunque è direttamente al sole che va imputato l’aumento eventuale della temperatura dell’acqua la quale dipende da fattori come i cicli solari, o la quantità di nuvole presenti che possono intercettare parte della radiazione solare. Tutte cose non monetizzabili dalle oligarchie di comando. In effetti uno studio di Nikolov e Zeller pubblicato su Geomagnets mostra che, secondo i dati satellitari, la copertura nuvolosa è diminuita di circa lo 0,79% dal 2000, con un conseguente aumento dell’assorbimento della radiazione a onde corte di ≈2,7 W/m² . Questo potrebbe spiegare il riscaldamento delle acque da allora. In breve: meno nuvole, più sole e oceani più caldi. La CO2 non c’entra un fico secco, anche se è il più massiccio pretesto di speculazione del secolo.

Ci sarebbe poi il problema di capire quanto sia effettivamente aumentata la temperatura visto il desolante stato (cui non si vuole porre rimedio) in cui versa gran parte delle centraline meteo e spesso la loro inappropriata posizione: fattori che tendono ad aumentare i dati termometrici. Ad ogni modo la tesi secondo cui il riscaldamento globale aumenta le precipitazioni e gli eventi eccezionali, è una solenne stronzata per esprimersi con la grazia che i catastrofisti a pagamento meritano. Lo dico mentre attorno a me si sta scatenando un altro evento meteo inaudito: una normalissima ottobrata romana.

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