venerdì 13 settembre 2024

Nazione Italia. L'unica e vera politica "attiva" del lavoro. Qui casa Calderone: quando il ministero è “affare di famiglia”.

Lavoro – Moglie ministra, marito (dopo di lei) presidente del Consiglio nazionale consulenti. E nello staff quasi tutti vengono dall’inner circle.

(Franz Baraggino – ilfattoquotidiano.it)

Visto dal ministero del Lavoro, il cosiddetto “amichettismo” della Cultura che ha rovinato l’estate al governo è roba da dilettanti. La parola conflitto d’interessi non fa proprio parte del vocabolario della ministra Marina Calderone, per tacere dell’opportunità politica. Calderone è stata per 18 anni presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, sul quale vigila per legge il suo ministero. Il caso vuole che a succederle sia stato suo marito, Rosario De Luca. 
La moglie che vigila sul marito sostiene di aver risolto delegando il compito al sottosegretario, Claudio Durigon.
Più che di amicizie, dunque, al Lavoro è innanzitutto questione di famiglia, come dimostra l’annuale Festival dei consulenti del lavoro. 
La moglie ministra inaugura l’evento, il marito presidente fa gli onori di casa, la loro. E quando si è trattato di traslocare al ministero Calderone pesca a piene mani dal suo feudo familiare.

Al ministero arriva Sara Bardeggia, dal 2017 sua assistente personale all’Ordine, nel 2022 nominata capo della segreteria a 58 mila euro l’anno, saliti a 76 mila nel 2024, quando riceve anche l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, sempre per volere di Calderone. Che dalla Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, già presieduta da De Luca, si porta via anche Ignazio Marino, primo portavoce della ministra con 130 mila euro. Ed Elena Pasquini, oggi collaboratrice da 80 mila annui, già addetta stampa della Fondazione consulenti del Lavoro. Bontà sua, il marito concede alla moglie anche qualche esperto. A 65 mila euro l’anno, tra gli “incarichi di collaborazione o consulenza” del ministero troviamo Antonello Orlando, che compare alla voce “altre tipologie”, ma sempre dagli “Esperti” della Fondazione Studi arriva. A 30 mila Romano Benini, attivissimo nella Fondazione Studi e vicinissimo alla premiata coppia. Già coordinatore editoriale del mensile della Fondazione con Calderone direttore e De Luca coordinatore redazionale, nel 2018 Benini è docente del corso magistrale per i consulenti del lavoro organizzato dalla Link Campus di Roma e presieduto dall’attuale ministra che, nello stesso ateneo sostenuto economicamente dall’Ente previdenziale dei consulenti del lavoro, si era appena laureata.

Torniamo agli incarichi. L’avvocato e consulente del lavoro Pasquale Staropoli, direttore scientifico della Scuola di alta formazione per i consulenti del lavoro della Fondazione, è il responsabile della segreteria tecnica della ministra per 146.070,88 euro, ma ha continuato a collaborare con i consulenti di De Luca e addirittura a patrocinare cause di lavoro, difendendo gli interessi del marito della ministra contro i suoi ex dipendenti: in tribunale il lavoratore licenziato si è trovato davanti un pezzo del ministero del Lavoro. Parafrasando il più celebre dei cinepanettoni, Sangiuliano is nothing. In deroga ai tetti di spesa, l’anno scorso la ministra ha chiesto anche un aumento di 400 mila euro per consulenze e collaborazioni. Una richiesta inserita in un emendamento dalla meloniana Paola Mancini, anche lei consulente del lavoro. Del resto le poltrone costano, soprattutto quando girano, come quella di un altro fedelissimo, Massimo Temussi. Il 19 gennaio 2023 la ministra lo nomina suo consulente personale a 146 mila euro, ma a marzo lo sposta alla presidenza dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (184 mila). Infine, nemmeno un anno dopo, la ministra rottama Anpal e riporta Temussi al ministero, a capo della direzione generale delle politiche attive. Una carriera fulminante che Temussi fa mentre in Sardegna è due volte indagato per vicende di nomine, ma poco importa. Che sarà mai, allora, se anche Durigon imbarca un altro campione di incarichi? Tony Brugnolo jr. si candida con la Lega alle Regionali del Lazio dell’anno scorso. Primo dei non eletti, è nominato commissario straordinario dell’Ater di Roma. Appena quattro mesi e via, un altro incarico come “assistente dell’assessore alla Cultura” del Lazio, la leghista Simona Baldassarre, che non fa in tempo ad affezionarsi perché Durigon vuole il fedele Brugnolo accanto a sé. Per 84.241,81 euro, dal 24 aprile è il nuovo capo della sua segreteria.

Nessun commento:

Posta un commento