Luca Placidi intervista Michael Hudson.
Michael Hudson è professore di economia all'Università del Missouri-Kansas City, ricercatore al Levi Economics Institute del Bard College,ex analista di Wall Street, consulente politico e sta conducendo su Youtube il Podcast “Geopolitical Economy Hour” insieme a Radhika Desai, trasmesso sul canale YouTube “Geopolitical Economy Report”.
Solo per citare alcuni lavori pubblicati: “il Superimperialismo , la strategia economica dell'Impero americano”, la sua terza edizione è uscita nel 2021; “… And Forgive Them Their Debts”, pubblicato nel 2018; “The Collapse of Antiquity”, pubblicato nel 2023.
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Luca (Tracce di Classe):
Michael, benvenuto e grazie ancora per essere con noi oggi.
Michael Hudson:
Bene, grazie per avermi invitato. Sono felice di poter parlare a un pubblico italiano.
Luca (Tracce di Classe):
Per iniziare la nostra conversazione, sei d’accordo che la guerra in Ucraina e ancor più l’ultimo vertice della NATO con la sua dichiarazione finale ci stanno dimostrando che siamo di nuovo entrati in un mondo multipolare, dove il Sud del mondo si oppone al mondo occidentale?
Michael Hudson:
Si, ma questa è più di una semplice divisione geografica. Siamo davvero di fronte a una divisione di civiltà che va molto più in profondità. La posta in gioco è: che tipo di economia si dara’ il mondo nei prossimi anni?
Sarà un’economia post-industriale finanziarizzata e neoliberista, come negli Stati Uniti o in Europa, oppure sarà il tipo di economia di cui parlano i libri di testo, quel tipo di economia che produce beni agricoli e industriali per nutrirsi e far prosperare tutti? Vorrei quasi usare la frase di Rosa Luxemburg, “Socialismo o Barbarie”, perché l'Occidente non ha più i mezzi per un reale controllo economico sul commercio e sulla produzione. Per mantenere il controllo ha solo la forza militare, la violenza terroristica e la corruzione.
L’Occidente della NATO esercita il controllo finanziario caricando negli ultimi 70 anni il Sud del mondo e anche molti paesi asiatici con un debito in dollari. Quel debito li imprigiona in un neocolonialismo finanziario, in una schiavitù del debito internazionale. Oltre a ciò, il potere ultimo che gli Stati Uniti e l’Europa hanno per mantenere il loro controllo unipolare per impedire ad altri paesi di andare per la propria strada e perseguire i propri interessi è quello di bombardarli e mobilitare il terrorismo.
L’ Occidente della NATO ha perso il suo controllo industriale o agricolo di base perché ha esternalizzato le sue industrie in Cina e ad altre economie asiatiche, e ultimamente le sanzioni imposte contro la Russia, hanno obbligato altri paesi a diventare autosufficienti piuttosto che fare affidamento sull’Occidente per una gamma più ampia di prodotti, per soddisfare i loro bisogni primari. Quindi questi paesi sono ora nella posizione di poter utilizzare il proprio lavoro, l’industria e l’agricoltura per rendersi prosperi e riprendere il controllo sulle proprie economie, e non per arricchire gli investitori statunitensi ed europei. Vogliono prendere il controllo delle loro economie in modo da poter aumentare attraverso una politica di salari piu’ alti, il loro tenore di vita.
Tutto ciò non può essere fatto se questi paesi decidono di seguire le politiche di privatizzazione, e i consigli della Banca Mondiale o le istruzioni del Fondo Monetario Iinternazionale di svendere la loro terra e le materie prime, privatizzare le loro infrastrutture pubbliche, le comunicazioni, i sistemi elettrici e i sistemi idrici agli stranieri, liberandosi allo stesso tempo della regolamentazione governativa e dei programmi di sostegno sociale. La richiesta dell’Occidente è di lasciare che il settore privato gestisca tutto senza “interferenze” del governo. Ebbene, non è possibile che un’economia possa crescere e diventare prospera senza essere un’economia mista con forti infrastrutture pubbliche che forniscano i bisogni di base a prezzi non monopolistici.
Esistono molti ambiti naturali in cui i governi possono operare in modo più efficiente rispetto al settore privato. Questi possono fornire servizi di base che altrimenti verrebbero monopolizzati imponendo prezzi esorbitanti e volti a estrarre rendite monopolistiche predatorie per i loro proprietari. Se un governo non fornisce l’istruzione, il risultato sarà quello che sta accadendo negli Stati Uniti, dove il costo medio di un’istruzione universitaria è di 40.000 o 50.000 dollari all’anno. Se non hai la sanità pubblica, avrai un’assistenza sanitaria privatizzata molto costosa che non sarà disponibile per tutti. Negli Stati Uniti questi costi assorbono il 18% del PIL, più di ogni altro Paese. Questo tipo di sovraccarico di monopolio non lascia molto spazio all’economia complessiva per essere competitiva con le economie miste pubblico/privato.
La cosa più importante è che se si lascia che il denaro e il credito vengano privatizzati dalle banche, invece di fare ciò che ha fatto la Cina, e mantenere il denaro come servizio di pubblica utilità, allora si lascia che siano le banche a decidere dove verrà allocato il credito in economia. Questo rende tali istituzioni i pianificatori centrali dell’economia. La loro preferenza è quella di fornire credito non per finanziare gli investimenti industriali e la crescita, ma per finanziare l’indebitamento per gonfiare i prezzi degli immobili, delle azioni e delle obbligazioni, e per consentire ai predoni di rilevare aziende e svuotarle, lasciando nei loro gusci pieni di debiti. Questo e’ il caso di “Thames Water” in Gran Bretagna, o “Sears Roebuck”negli Stati Uniti. Questo è ciò che sta accadendo a partire dagli anni ’80 sotto il Thatcherismo e la Reaganomics.
Quindi la spaccatura tra l’Occidente e il resto del mondo, la maggioranza globale, riguarda in realtà il tipo di economia che avrà la maggior parte del mondo. Ecco perché gli Stati Uniti stanno lottando così ferocemente per mantenere il controllo unipolare. Oggi questi combattono contro la maggioranza globale nello stesso modo in cui hanno combattuto contro l’Unione Sovietica dopo il 1917. Non vogliono che si sviluppi un tipo di sistema economico rivale. Quindi quello a cui stiamo assistendo è una divisione dalla maggioranza globale, che sta cercando di decidere come progettare un'economia che aiuti i paesi membri a crescere. Questa è la frattura globale che si sta verificando, ed è una rottura di civiltà.
Come potranno crescere i paesi del Sud del mondo se rimangono obbligati a pagare tutti i debiti esteri in dollari che sono stati gravati? Questi debiti sono l’eredità dell’obbligo di seguire i consigli distruttivi del Fondo Monetario Internazionale di imporre l’austerità e di privatizzare e svendere i propri beni di dominio pubblico al fine di ottenere i dollari per pagare i propri creditori stranieri?
Il modello occidentale è fondamentalmente una forma di colonialismo finanziario. La sua filosofia antigovernativa ha devastato le economie dell'Occidente così come quelle dei paesi debitori.
Il resto del mondo ha quindi una lezione pratica su cosa evitare se non vuole finire per assomigliare agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna post-Thatcher/Blair o alla Germania dopo le sanzioni anti-Russia del 2022. Ne ho parlato in Il destino della civiltà: capitalismo finanziario, capitalismo industriale o socialismo (2022). La rottura di civiltà di oggi non riguarda solo la Russia e la Cina. Si può far risalire la rottura alla Conferenza di Bandung delle nazioni non allineate del 1955, settant’anni fa.
Nel 1955, quello che veniva chiamato il Terzo Mondo, o nazioni non allineate, riconobbe di essere reso sempre più povero dalle regole dell’economia mondiale che i diplomatici e gli strateghi geopolitici americani istituzionalizzarono con il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e lo standard del dollaro. Quel sistema commerciale e monetario internazionale era di sfruttamento, in primo luogo contro i potenziali rivali dell’America in Gran Bretagna e in altri paesi europei, e contro gli ex sistemi coloniali di questi paesi che gli Stati Uniti cercavano di appropriarsi e sfruttare a proprio vantaggio.
L’ordine del secondo dopoguerra è stato un nuovo tipo di imperialismo. Fondamentalmente si tratta di un imperialismo finanziario, non dell’imperialismo coloniale di tipo europeo imposto da un’occupazione militare. Il controllo finanziario si è rivelato meno costoso e quindi più efficiente per la modalità neoliberista di sfruttamento internazionale. I paesi vittime non allineati non potevano staccarsi nel 1954 o successivamente perché Cuba, l’Indonesia e le altre nazioni non allineate non erano abbastanza forti per “andare avanti da sole”. Se avessero provato ad agire da soli, avrebbero finito per assomigliare al Venezuela degli ultimi anni, o a Cuba dopo la sua rivoluzione. Se gli Stati Uniti e l’Europa avessero imposto pesanti sanzioni (come appunto a Cuba o Venezuela), i paesi che resistevano a questo sistema sarebbero stati obbligati ad arrendersi all’Occidente per evitare disagi economici. Ma a quel tempo le sanzioni non erano nemmeno necessarie sotto l’imperialismo del “libero mercato” in stile americano.
Gli Stati Uniti erano nella posizione di trattare i paesi che resistevano a questo sfruttamento come degli emarginati. La sua minaccia era quella di dire ai paesi che agivano per proteggere le loro economie, e soprattutto le loro imprese pubbliche, che l’Occidente li avrebbe isolati se avessero cercato di agire da soli. Le loro economie erano infatti troppo piccole, anche a livello regionale, per sopravvivere da sole. Sentivano di aver bisogno del sostegno degli Stati Uniti, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale.
Ciò che è cambiato è la notevole crescita della Cina socialista a partire dagli anni ‘90 e della Russia post-neoliberista a partire dalla fine degli anni ‘90 sotto la presidenza di Putin. Oggi, per la prima volta, le nazioni eurasiatiche hanno abbastanza autosufficienza economica al di fuori degli Stati Uniti e dell’Europa per poter andare avanti da sole. Non hanno più bisogno di dipendere dall’Occidente della NATO, che sta perdendo la capacità di controllarli economicamente.
In effetti, è l’Occidente della NATO che è diventato dipendente dalla Cina, dalla Russia e dal resto dell’Eurasia, insieme al Sud del mondo, se tali popoli riescono a resistere alle proprie oligarchie clientelari e a liberarsi dalle catene finanziarie e dall’adesione all’ “ ordine basato su regole” degli Stati Uniti.
Ciò che è così ironico è che la stessa diplomazia americana sta stimolando la loro secessione. Ci si potrebbe aspettare che la Cina, il Sud del mondo e l’India, l’America Latina e l’Africa si rendessero conto di come vengono sfruttati e che prendessero l’iniziativa di staccarsi. Eppure sono stati gli Stati Uniti e la NATO a spingerli alla rottura, imponendo sanzioni commerciali e finanziarie che li hanno costretti ad agire da soli.
Da quando nel 2022 è iniziata la guerra in Ucraina condotta dagli Stati Uniti per separare la Germania e l’Europa dalle loro relazioni commerciali e di investimento con Russia e Cina, gli Stati Uniti hanno mobilitato le sue dipendenze europee e altre dipendenze anglofone per imporre sanzioni economiche che hanno devastato economie che obbediscono a queste politiche. La reazione negativa derivante dalla deindustrializzazione tedesca e dal fatto che l'America ha messo da parte la Francia come fornitore di armi ( ad esempio , per la vendita di sottomarini all'AUKUS e nel tentativo di sostituire la Francia nei suoi ex possedimenti africani) sta allontanando altri paesi. L’America e l’Europa si sono isolate dalla maggioranza globale, sostituendo i prosperi scambi commerciali e gli investimenti con Russia e Cina con la dipendenza economica dagli Stati Uniti per il petrolio e altre importazioni a prezzo più elevato.
Ciò che è sorprendente è quanto la diplomazia americana sia stata autodistruttiva nei confronti del proprio impero globale. L’attenzione della diplomazia statunitense nel mantenere il controllo su Europa, Australia, Giappone e Corea del Sud obbligandoli ad aderire alle sanzioni anti-russe e anticinesi ha costretto questi nemici designati dagli Stati Uniti a sostituire la dipendenza commerciale dall’Occidente con la propria reciproca dipendenza.
Si rendono conto che non potranno mai più dipendere dagli Stati Uniti e dai satelliti europei per le importazioni. Ciò avrebbe dovuto essere ovvio per gli strateghi statunitensi. Una volta che a un paese viene impedito di importare il suo cibo, cosa farà dunque? Coltiverà il proprio cibo. Quando gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla Russia per bloccare le esportazioni europee di prodotti alimentari, ad esempio, la Russia è stata spinta a produrre il proprio burro, i propri raccolti e altri alimenti invece di importarli dai Paesi Baltici e da altri ex fornitori. E quando i funzionari statunitensi hanno chiesto ai loro alleati di smettere di esportare chip per computer in Cina, questa si e’ mossa rapidamente in moto per sviluppare la propria offerta interna.
Molti altri paesi non possono piu’ dipendere dagli Stati Uniti o dall’Europa per il loro cibo perché potrebbero essere nuovamente tagliati fuori. Quindi dovranno diventare autosufficienti. Non possono dipendere dall’Occidente della NATO per l’industria o la tecnologia perché potrebbero tentare di sconvolgere la loro economia interrompendo le loro catene di approvvigionamento per costringerli a seguire politiche filo-NATO. Per quanto riguarda l’Europa, è rimasta dipendente dagli Stati Uniti ora che si è isolata dall’Eurasia e dal Sud del mondo.
La frattura globale che si sta verificando nel mondo di oggi non è reversibile. E tutto sta accadendo così velocemente. Una volta che un mercato viene perso a vantaggio dei paesi in grado di liberarsi e di soddisfare i propri bisogni di base, quel mercato non è recuperabile. Se gli Stati Uniti e la NATO-Europa smetteranno di esportare prodotti alimentari e industriali verso i paesi sanzionati, questi produrranno tali prodotti da soli. Quindi, quando si sanziona un paese, è come se gli si fornisse una protezione tariffaria volta ad alimentare la propria produzione. Questo è l'argomento dell'“industria nascente” che ha consentito agli Stati Uniti di raggiungere la potenza industriale alla fine del secolo XIX. La logica è stata chiaramente spiegata dagli strateghi statunitensi. (Riassumo questa strategia in America’s Protective Takeoff: 1815-1914: The Neglected American School of Political Economy - 2010). Inutile dire che la retorica neoliberista statunitense ha cercato di cancellare questa storia in modo da “tirare su la scala”, in modo che la sua logica non sarà utilizzata da altri paesi per emulare il successo economico degli Stati Uniti – la stessa sponsorizzazione governativa dell’industria che ha reso la Germania, la Francia e altri paesi così importanti a partire dal 19 ° secolo.
L’America Latina e l’Africa stanno capendo che è giunto il momento di liberare la loro economia dall’ ”imperialismo del libero scambio”. Invece di usare i loro terreni agricoli per esportare i raccolti delle piantagioni al Nord, useranno la loro terra per iniziare a nutrirsi con il proprio grano, il proprio riso e altri raccolti alimentari in modo da non dover più dipendere dalle importazioni americane ed europee. esportazioni agricole.
La politica statunitense di intimidazione dei paesi attraverso l’imposizione di sanzioni commerciali si è tagliata la gola economica, per così dire. È quasi divertente veder smantellare l’imperialismo del libero scambio e la dipendenza dal dollaro, veder smantellare quell’imperialismo che le precedenti generazioni della diplomazia americana hanno cercato così duramente di imporre al resto del mondo.
Gli incontri dei paesi BRICS+ , che sono sotto la guida russa quest’anno e della Cina l’anno prossimo, vertono tutti su come pianificare una traiettoria per diventare indipendenti dalla dipendenza dall’Occidente. Questo è ciò che la stessa diplomazia americana li ha spinti a fare.
Luca (Tracce di Classe):
Professore, sembra dunque che il paradigma TINA sia stato distrutto perché ora abbiamo delle alternative. Tuttavia, sembra che la classe politica europea sia irrimediabilmente sottomessa all’agenda statunitense, e tutto ciò è davvero inquietante, almeno per noi in Europa, perché la guerra in Ucraina ha distrutto l’economia europea.
Basti pensare, come ha descritto, a come l'impatto delle sanzioni abbia penalizzato la produzione industriale soprattutto in Germania e Italia. Eppure questo non è bastato perché l’Europa invertisse la rotta e si tirasse fuori da questo conflitto.
Michael Hudson:
Penso che si potrebbe definire la guerra in Ucraina dal 2022 una guerra americana contro l’Europa, perché i grandi perdenti sono stati la Germania, l’Italia, la Francia e il resto dell’Europa. Gli Stati Uniti hanno capito la situazione e hanno deciso che, se ci sarà una battaglia tra il Nord America e la NATO contro il resto del mondo, sarà meglio iniziare consolidando il proprio controllo sull’Europa come mercato redditizio e debitore. In sostanza, gli strateghi statunitensi riconoscono di sapere che gli Stati Uniti non sono più in grado di produrre un vero surplus industriale. La sua politica commerciale neoliberale ha esternalizzato la sua industria in Asia. L’unico nuovo mercato che può assicurarsi se la maggioranza globale si stacca è quello europeo. Ciò spiega perché gli Stati Uniti hanno fatto saltare in aria il gasdotto Nord Stream e hanno convinto l’Europa a commettere volontariamente la sua autodistruzione economica non acquistando gas, petrolio e materie prime russi a basso prezzo.
L’industria tedesca si è trasferita fuori dal paese, negli Stati Uniti e altrove, per ottenere energia a basso costo. Sta emigrando in gran parte verso gli Stati Uniti, e questi ne diventano il principale beneficiario; se d’altronde sei un'azienda industriale tedesca, cos'altro puoi fare se la sua economia è in contrazione?
Se si guarda alla produttività del lavoro negli ultimi cento anni, questa va parallela al consumo di energia per lavoratore. L’energia è davvero la chiave di lettura. Lo scopo della politica estera americana dal 1945 è stato quello di controllare gli altri paesi in due modi, a cominciare dal petrolio. Gli Stati Uniti, insieme a Gran Bretagna e Olanda, hanno controllato il commercio mondiale di petrolio in modo da poter spegnere l’elettricità, spegnere le luci dei paesi che cercano di staccarsi e agire nel proprio interesse. Insieme al petrolio, la seconda tattica utilizzata dall’America è quella di controllare il grano e il cibo. Lasciamo che i paesi indipendenti muoiano di fame e al buio. E anche in questo caso le sanzioni sono servite principalmente a far soffrire l’Europa. Ricordate, gli Stati Uniti hanno combattuto contro la Comunità Economica Europea sin dalla sua creazione nel 1958. Fin dall’inizio, gli Stati Uniti hanno combattuto contro la Politica Agricola Comune (PAC). Ma per la CEE, l’obiettivo più importante dell’integrazione era proteggere i suoi agricoltori e fare per l’agricoltura europea ciò che gli Stati Uniti avevano fatto per la loro agricoltura.
Il sostegno dei prezzi agricoli ha consentito investimenti di capitale per aumentare la produttività agricola. L’Europa ha razionalizzato la sua agricoltura e aumentato i suoi investimenti di capitale per renderla più produttiva. Il risultato è stato che l’Europa non solo ha sostituito la sua dipendenza dalle esportazioni alimentari americane, ma è diventata un importante esportatore agricolo. Ma ora l’Unione Europea allargata soffre a causa delle sanzioni non solo contro l’importazione di gas russo per produrre fertilizzanti. E sostenendo l’Ucraina, l’Europa le permette di scaricare il suo grano a basso costo in Polonia e in altri paesi. Gli agricoltori hanno già organizzato rivolte per protestare contro il fatto che i loro mercati agricoli siano stati svenduti da parte degli ucraini – tutto questo mentre gli investitori statunitensi che cercano di acquistare questa terra. Ciò potrebbe compromettere l’indipendenza agricola europea e renderla nuovamente dipendente dagli Stati Uniti o dai paesi controllati dagli investitori statunitensi.
L’effetto di questa terza Guerra Fredda finora è stato quello di riportare l’Europa nell’orbita americana. Gli Stati Uniti insistono sul fatto che non esiste alternativa a questa geopolitica neoliberista. I libri di testo occidentali indottrinano gli studenti a credere che il neoliberismo sia il modo migliore per gestire un’economia in modo efficiente – non avendo un governo per proteggere l’autosufficienza e gli standard di vita e che sia volto a regolamentare contro il monopolio predatorio e la ricerca di rendite finanziarie. L’obiettivo è lasciare che il capitalismo evolva in capitalismo monopolistico, che in realtà è capitalismo finanziario, perché i monopoli sono organizzati dal settore finanziario come “la madre dei trust”.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano affermato che non esiste alternativa, ovviamente questa esiste. Ma se i paesi non seguono un’alternativa, finiranno per assomigliare alla Germania. In effetti, quello che è successo all’Europa a seguito della guerra in Ucraina e delle sanzioni statunitensi è una lezione pratica per gli altri paesi, serve loro a capire cosa non vogliono che accada.
Il programma neoliberista è fallito in Occidente così come è fallito da tempo per il Sud del mondo. Il suo obiettivo principale è privatizzare il settore pubblico. Eppure, per secoli, durante il decollo del capitalismo europeo, il settore pubblico è stato finanziato dagli stessi capitalisti industriali con l’obiettivo di abbassare i costi di produzione.
Come possono le economie infatti ridurre i loro costi di produzione? Per cominciare, se le aziende sono costrette a pagare salari sufficientemente alti da permettere ai propri lavoratori di pagare l’assistenza sanitaria, l’assicurazione sanitaria, di pagarsi l’istruzione, i costi abitativi, etc.., allora l’alto prezzo del salario divorerà i profitti industriali. Per evitare ciò, i paesi europei, come gli Stati Uniti, hanno chiesto inizialmente ai loro governi di provvedere ai beni di prima necessità a basso costo in modo che i datori di lavoro non dovessero coprire questi costi.
La strategia di base del capitalismo industriale prevedeva che i governi fornissero istruzione, sanità pubblica e infrastrutture di base che altrimenti sarebbero state monopolizzate in mani private. I governi hanno istruito i lavoratori, li hanno formati e hanno contribuito ad aumentare la loro produttività proteggendo e sovvenzionando gli investimenti di capitale. I governi fornivano acqua ed elettricità a tariffe agevolate in modo che i lavoratori non dovessero spendere i propri salari per acquistare energia ad alto costo, trasporti ad alto costo e bisogni di base affini. Il risultato è stato quello di abbassare i costi di pareggio del lavoro, in modo che gli industriali europei e americani potessero svendere altri paesi.
Il neoliberismo ha posto fine a questa strategia economica apparentemente ovvia. Margaret Thatcher e Ronald Reagan iniziarono una guerra di classe da parte dei settori finanziario britannico e statunitense contro i lavoratori, privatizzando i loro servizi pubblici. Invece di fornire acqua pubblica, di cui tutti hanno bisogno per vivere, il governo inglese ha svenduto i diritti di rendita ai gestori finanziari che hanno alzato i prezzi per ottenere rendite di monopolio. A peggiorare le cose, la Thames Water e altre società privatizzate hanno preso prestiti dalle banche e hanno utilizzato il denaro per pagare dividendi agli azionisti e acquistare le proprie azioni per aumentarne i prezzi e raccogliere plusvalenze.
Questi oneri legati ai rentier stanno ora sottraendo una grossa fetta del bilancio dei salariati europei. Ciò fa sì che i datori di lavoro debbano pagare salari più alti, se vogliono offrire una vita dignitosa. Si può dire la stessa cosa per il servizio telefonico e altre infrastrutture di base che ora sono privatizzate e finanziarizzate. La privatizzazione dei servizi telefonici e delle comunicazioni, precedentemente statali, fa sì che i lavoratori paghino molto di più per questi servizi. Il risultato è dunque una contrazione dei salari, ma anche una contrazione dei profitti a causa dell’alto costo della vita e degli affari in un’economia rentier .
Quindi, a partire dal 1980, l’intero modello europeo – di fatto, l’intero modello di capitalismo industriale – è stato invertito. Invece del capitalismo industriale che cerca di tagliare i costi di produzione, minimizzando quelli che Marx chiamava i falsi costi, i falsi costi della produzione, i prezzi praticati dai monopoli delle infrastrutture privatizzate sono aumentati notevolmente. Gli standard di vita dei lavoratori in tutta Europa sono stati ridotti allo stesso tempo in cui i loro salari sono dovuti aumentare in modo che potessero permettersi di pagare per questi servizi privatizzati, che prima erano servizi pubblici sovvenzionati. Seguire il modello neoliberista ha reso l’Europa non competitiva, così come ha deindustrializzato l’economia statunitense.
La lezione per la Cina è stata quella di ricorrere al socialismo per ripristinare l’ etica industriale del secolo XIX. Gli standard di vita della Cina sono aumentati vertiginosamente, ma i suoi salari sono inferiori a quelli delle economie neoliberiste grazie al fatto che il socialismo fornisce trasporti poco costosi, assistenza sanitaria pubblica e così via, come descritto sopra.
La cosa più importante è che la Cina socialista crea la propria moneta e controlla il proprio sistema creditizio. Piuttosto che prestare denaro a predatori finanziari per acquistare aziende e caricarle di debiti e far salire i prezzi delle loro azioni prima di lasciarle in bancarotta come Thames Water in Inghilterra, il governo cinese, attraverso al Bank of China, spende soldi direttamente nell’economia. Ha investito eccessivamente nell’edilizia abitativa e nel settore immobiliare, certo, ma ha anche investito nella modernizzazione delle sue ferrovie ad alta velocità, nella modernizzazione del suo sistema di comunicazione, nella modernizzazione delle sue città e, soprattutto, nel suo sistema internet elettronico utilizzato per i pagamenti monetari. La Cina si è liberata dalla dipendenza del debito dall’Occidente – e, nel processo, ha reso l’Occidente dipendente da esso.
Ciò avrebbe potuto essere fatto solo attraverso investimenti e regolamentazioni governative nell’ambito di un piano a lungo termine. Il modello finanziario occidentale vive nel breve periodo. Se intendi allocare credito e risorse per fare fortuna vivendo nel breve periodo e prendendo quanto più possibile e il più rapidamente possibile, non sarai in grado di effettuare l'investimento di capitale per sviluppare una crescita a lungo termine. Ecco perché le aziende americane di tecnologia dell'informazione non sono riuscite a tenere il passo con le loro controparti cinesi. Le “forze del mercato” finanziarizzate li obbligano a utilizzare i loro guadagni per riacquistare azioni proprie e a pagare i dividendi. Questo è il caso della tecnologia statunitense a tutti i livelli.
Le aziende cinesi che investono nella tecnologia dell'informazione e di Internet reinvestono i loro profitti in ulteriori investimenti in ricerca e sviluppo. Tale innovazione si è spostata dall'Occidente all'Oriente, che ha riscoperto la logica del capitalismo industriale sviluppata dagli economisti politici classici del XIX secolo.
A dire il vero, la Cina e altri paesi BRICS+ stanno cercando di “scoprire l’acqua calda”. Sanno che il modello occidentale non funziona. La domanda è: qual è la migliore alternativa alle economie neoliberalizzate, privatizzate e finanziarizzate?
Per me è sorprendente che in Occidente si sia discusso così poco dell’economia classica. La teoria del valore, del prezzo e della rendita di Adam Smith, John Stuart Mill e dei loro contemporanei giunse al culmine con Marx. Ciò ha fatto sì che quasi gli unici a parlare delle riforme economiche del capitalismo industriale fossero i marxisti. Le università americane non insegnano più la storia del pensiero economico – o la storia economica, del resto. È come se esistesse un solo tipo di economia: il “libero mercato” privatizzato e antigovernativo che ha preso il sopravvento a partire dagli anni ’80 .
Agli studenti viene insegnato che esiste un solo modo per gestire un’economia: il metodo neoliberista della libera impresa. Quindi, quando i paesi asiatici e africani mandano i loro studenti negli Stati Uniti o in Inghilterra a studiare, non viene loro spiegato come il capitalismo industriale sia decollato, aumentando i salari e gli standard di vita per rendere il lavoro più produttivo.
La teoria del commercio neoliberista è l’esempio più lampante dell’odierna economia spazzatura che viene premiata dai Premi Nobel, come se ciò potesse in tale modo legittimarla. Il risultato è il piano di austerità del Fondo Monetario Internazionale mascherato da “piani di stabilizzazione”. Una volta che un paese come l’Argentina o il Cile accumula un debito estero, viene indirizzato a ottenere i soldi per pagare questo debito estero imponendo politiche anti-lavoro, sciogliendo i sindacati, abbassando i livelli salariali e tassando di più il lavoro (“consumatori”), come se la manodopera impoverita li renderà abbastanza competitivi da guadagnare abbastanza entrate dalle esportazioni per pagare i loro creditori esteri.
Quando una politica come questa si è rivelata distruttiva nel secolo scorso e tuttavia viene ancora imposta, è ovvio che non si tratta di un errore innocente. Potresti definirlo un errore di grande successo. È riuscita a impedire al Sud del mondo di uscire dal debito e di sviluppare la propria autosufficienza nel cibo e in altri bisogni primari. È riuscito a creare oligarchie clienti nazionali i cui interessi sono diventare agenti di questo modello occidentale incentrato sulla NATO invece di cercare di sviluppare le proprie economie.
È per evitare questo destino che l’attuale separazione geopolitica della maggioranza globale in Asia, Africa e America Latina si sta muovendo per sostituire il modello finanziario-capitalista. La loro mossa per “reinventare la ruota” sta seguendo la logica del decollo originale del capitalismo industriale che si stava evolvendo nel socialismo. Se guardiamo indietro al flusso dell’economia politica classica della fine del XIX secolo, non solo da parte di Marx ma da parte dei partiti politici di tutto lo spettro politico, possiamo vedere che si sarebbe realizzato un socialismo di un tipo o di un altro.
Che tipo di socialismo sarà? C’era il socialismo cristiano, il socialismo libertario, il socialismo marxiano e altri tipi di socialismo. Questa letteratura classica e il dibattito politico furono ricchi, ma finirono con la prima guerra mondiale. Fu un punto di svolta disastroso nella civiltà occidentale. Le classi dei rentier , i proprietari terrieri, i monopolisti e i banchieri si erano opposti alle riforme industriali che stavano avvenendo nelle economie industriali più avanzate dell’Europa e degli Stati Uniti. Le élite ricche erano terrorizzate dal fatto che il sostegno a queste riforme avrebbe portato in Europa a una rivoluzione simile a quella creata dalla Russia sovietica. L’Occidente era ancora più terrorizzato da ciò che sembrava accadere in una Germania che sembrava destinata a diventare socialista.
Gli interessi acquisiti dei rentier, in particolare le classi più ricche, temevano che ciò minacciasse di mettere fine alle capacità di una ricca oligarchia finanziaria composta dall’1%, forse anche dal 5% , a quei tempi, della popolazione. Nell’ultimo secolo questo 1% ha accumulato la propria ricchezza finanziaria costringendo il resto dell’economia all’indebitamento. Il risultato è stato un malessere sociale poiché le popolazioni occidentali negli Stati Uniti e in Europa sono arrivate a credere che non esiste alternativa.
La mancanza di alternative ha arricchito l’ 1%. L’economia statunitense si è polarizzata, così come le economie europee. La ricchezza dell’Europa, inclusa l’Italia, è stata risucchiata dai vertici, dallo strato finanziario che ha preso il controllo della pianificazione economica e delle politiche pubbliche, come se il loro interesse personale privatizzato fosse più produttivo ed efficiente di un’alternativa che aumenterebbe il reddito del lavoro. standard di vita e fiducia in se stessi.
Le élite finanziarie di tutto il mondo sono una classe cosmopolita. Non sono solo i ricchi italiani ma anche i ricchi europei, i ricchi americani che drenano denaro dai loro stessi settori industriali, agricolo e commerciale. Questa classe internazionale apolide ha la sua legge di movimento nella sua spinta a indebitare l’intera economia globale in modo da utilizzare la leva del debito per pignorare, soprattutto, le attività del settore pubblico indebitando i governi.
Sostenuti dal Fondo Monetario Internazionale, dalle banche mondiali e dai tribunali statunitensi, gli obbligazionisti internazionali (comprese le oligarchie nazionali che mantengono la loro ricchezza al di fuori dei propri paesi) costringono i governi debitori a svendere le infrastrutture pubbliche. Nel caso del debito societario, i creditori pignorano le società e le dividono in parti.
Questo comportamento ha deindustrializzato gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Eppure, mentre le economie degli Stati Uniti e dell’Europa sono diventate sempre più povere, l’1% più ricco è diventato sempre più ricco. Ecco perché gli Stati Uniti e l’Europa non si sono uniti alla maggioranza globale, ma stanno cercando di lottare contro la dimostrazione che esiste un’alternativa migliore per la civiltà.
Le élite dominanti della NATO occidentale hanno esagerato. Trattando il resto del mondo come un nemico che resiste al controllo sponsorizzato dagli Stati Uniti, questa diplomazia ha spinto altri paesi a unirsi per creare un’alternativa. Questa alternativa implica la creazione di istituzioni alternative al Fondo Monetario Internazionale in una banca centrale dei BRICS per gestire le relazioni della bilancia dei pagamenti intergovernativa. Si tratta di una nuova Banca per l’Accelerazione Economica come alternativa alla Banca Mondiale, una banca per finanziare il proprio sviluppo economico creando un proprio sistema di credito per aumentare le infrastrutture, gli investimenti agricoli e industriali della maggioranza globale. Richiede inoltre una nuova Corte Internazionale di Giustizia per impedire, ad esempio, alle compagnie petrolifere e minerarie di inquinare i paesi e resistere all’accusa di pagare i costi di bonifica che hanno causato nella loro corsa verso rendite rapide dalle risorse naturali.
In definitiva, la maggioranza globale deve creare un’alternativa alle stesse Nazioni Unite. Tutte queste istituzioni – le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale – sono soggette al potere di veto americano. Gli Stati Uniti hanno annunciato da tempo che un principio centrale della loro politica estera è che non aderiranno a nessuna istituzione che non possono controllare ponendo il veto.
Nei giorni scorsi il presidente Putin ha proposto la creazione di un parlamento BRICS. L’obiettivo è quello di creare un ampio gruppo di paesi che progetteranno un nuovo insieme di regole su come dovrebbe funzionare un’economia internazionale. Il presidente Putin ha anche affermato che le Nazioni Unite hanno un buon insieme di regole, ma gli Stati Uniti hanno posto il veto sulla loro applicazione pratica. Il fatto che le Nazioni Unite non abbiano un esercito le ha lasciate impotenti nel resistere alle violazioni del diritto internazionale fondamentale da parte di Stati Uniti, Ucraina e Israele.
Questo emergente gruppo alternativo dei BRICS lascerà certamente le Nazioni Unite ad operare in disparte, ma le “vere” Nazioni Unite riformate consisteranno nel gruppo della maggioranza globale e nel proprio insieme di istituzioni, che agiranno come un’unità in cui gli Stati Uniti non ha potere di veto. Ciò trasformerà la dinamica del funzionamento della maggior parte delle economie mondiali.
Tutto questo è un ambito di cui gli economisti non parlano. L’economia accademica è diventata ristretta, con idee semplicistiche di spesa pubblica, inflazione, moneta e credito, il tutto senza il concetto di rendita economica come reddito non guadagnato da minimizzare piuttosto che costituire la base per le fortune finanziarie.
La dinamica occidentale della “creazione di ricchezza” è stata quella di aumentare i prezzi degli immobili grazie al credito. Alla classe media viene detto che sta diventando più ricca man mano che i prezzi delle case aumentano, ma l’effetto è quello di impedire a nuovi salariati di unirsi alla classe media a meno che non ereditino l’abitazione dai genitori. La disciplina economica non parla più di come un paese possa effettivamente arricchirsi. Quindi ciò di cui la maggioranza globale ha bisogno è davvero una nuova economia.
Luca (Tracce di Classe):
Grazie, professore. C'è un altro argomento che è molto importante e che stiamo vedendo in questo momento, ossia quanto sta accadendo in Palestina, tra Palestina e Israele o meglio la guerra che chiamano "contro Hamas", il cui obiettivo e’ quello di cacciare o distruggere l'intera popolazione palestinese.
Michael Hudson:
Quando i politici dagli Stati Uniti alla Germania e ad altri paesi europei parlano della guerra in Ucraina o di ciò che sta accadendo ai palestinesi in questo momento, c’è un allineamento uniforme e bipartisan. Trump dice quello che dice Biden, e anche Robert F. Kennedy Jr., cioè sostenere fino in fondo Israele.
Eppure il mondo intero è rimasto scioccato dal genocidio che gli israeliani stanno portando avanti non solo a Gaza ma in Cisgiordania. La loro brutalità, il bombardamento degli ospedali, l'assassinio di reporter e giornalisti in modo che il mondo non possa vedere ciò che sta accadendo, ha catalizzato l'indignazione morale del mondo che sta contrapponendo la sua identità a quella dell'Occidente della NATO.
L'attacco contro i palestinesi avviene con le bombe americane, proprio come nel caso dell'attacco dell'Ucraina e della NATO ai territori di lingua russa. Quindi non è semplicemente Israele ad attaccare la Palestina. Questo è principalmente un attacco americano. Puoi considerarlo come una logica estensione degli attacchi statunitensi contro Iraq, Libia e Siria. Il denominatore comune è l’opinione americana secondo cui Israele funge da portaerei statunitense per il controllo del petrolio del Vicino Oriente. Se gli Stati Uniti riescono a mantenere il controllo del Medio Oriente e del suo commercio petrolifero, manterranno il potere di disattivare il potere di altri paesi tagliandoli fuori dal petrolio. Come ho spiegato prima, il petrolio è stato un elemento chiave del potere americano nell’ultimo secolo.
Questa è la ragione militare per cui gli Stati Uniti sostengono Israele nel lanciare bombe americane su Gaza, mentre la rete di spionaggio dell’intelligence statunitense dice loro dove bombardare. Gli strateghi americani seguono da tempo la strategia secondo cui per vincere bisogna prima bombardare gli ospedali. L’idea non è semplicemente quella di uccidere la popolazione nemica, ma di paralizzarne i membri con bombe anti-personale per lasciare un costo generale duraturo nel sostenere donne e uomini mutilati per tutta la vita. E la cosa più importante è bombardare i bambini, in modo che non crescano per provocare ritorsioni.
L’idea di far sì che altri palestinesi si prendano cura dei bambini storpi a cui sono state amputate le gambe o che hanno perso le braccia è così disumana, così contraria ai principi più basilari della civiltà, che ha agito da catalizzatore per la rottura di altri paesi.
C’era già una sorta di tendenza nel resto del mondo, nell’Asia e nel Sud del mondo, a sperare di poter in qualche modo arrangiarsi senza subire l’enorme rottura intellettuale e morale con l’Occidente. La sensazione era che in qualche modo sarebbero riusciti a sopravvivere a tutto questo, almeno per un breve periodo, come se le cose potessero in qualche modo tornare a una parvenza di normalità invece di continuare a polarizzarsi.
Ma ciò che sta accadendo in Israele, l’attacco congiunto israelo-americano alla Palestina, ha scioccato gran parte del mondo facendogli capire che questo è ciò che gli Stati Uniti potrebbero fare loro, proprio come stanno facendo i paesi USA/NATO combattendo fino alla fine in Europa, fino all’ultimo ucraino. Ciò che è così ripugnante è il sostegno degli Stati Uniti allo sterminio dei palestinesi semplicemente allo scopo di usare Israele come arma per mantenere il controllo statunitense sul petrolio del Medio Oriente.
Le guerre congiunte in Israele e Ucraina hanno dato un senso di urgenza affinché altri paesi si rendano conto che devono agire ora per evitare un destino simile.
Gli altri paesi non possono restare semplicemente passivi, perché ciò che sta accadendo ai palestinesi può accadere a tutti loro. Questo è il livello al quale arriveranno gli americani per mantenere il loro controllo globale. Ecco perché finanziano l’attacco israeliano alla Palestina e l’attacco ucraino ai russofoni. Gli americani forniscono bombe e altri armamenti, sovvenzionando i loro eserciti. Questo è ciò che sta creando il senso di urgenza che sta catalizzando la maggioranza mondiale a rendersi conto che non è possibile agire in modo più rapido e deciso per ottenere una vera svolta.
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