sabato 3 agosto 2024

La svendita della rete fissa a Kkr | Guido Salerno Aletta

Il primo luglio, Tim ha ufficializzato la cessione al fondo d’investimento statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co (Kkr), presieduto dall’ex generale David Petraeus, di NetCo, il ramo d’azienda della società di telecomunicazione compartecipato dallo Stato italiano e titolare dell’infrastruttura di rete fissa (linee telefoniche e cavi in fibra ottica). Un’operazione da 22 miliardi di euro intesa ufficialmente alla riduzione dell’indebitamento finanziario di Tim, che prevede il conferimento di NetCo in FiberCorp (società controllata per il 58% da Tim) e la successiva acquisizione del capitale di quest’ultima da parte di Optics BidCo, compagnia dotata di un capitale sociale di 50.000 euro controllata da Kkr. Così, Tim si libera del controllo delle reti per incassare liquidità utile ad abbattere il debito e trasformarsi in una società di servizi chiamata a pagare l’utilizzo dell’infrastruttura a Kkr, che accollerà allo Stato italiano, compartecipe all’operazione in qualità di garante, eventuali investimenti finalizzati all’ammodernamento infrastrutturale. L’accordo di cessione prevede infatti una serie di clausole che pongono automaticamente le condizioni per un incremento dei costi a carico degli utenti, la graduale decomposizione societaria di Tim e un aumento ragguardevolissimo della rendita a beneficio di Kkr, attore strategico statunitense che acquisisce il controllo della rete attraverso cui transitano i dati sensibili del Paese. Parliamo di tutto questo assieme a Guido Salerno Aletta, giornalista, saggista ed ex vicepresidente di Telecom Argentina con all’attivo incarichi istituzionali di rilievo a Palazzo Chigi e al Ministero delle Comunicazioni. Collabora con numerose testate, tra cui «Milano Finanza» e «Money».
 

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