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Un mio lontano antenato che forse è stato il maggior reazionario italiano dei primi decenni dell’Ottocento (e per rendersene conto basterebbe leggere il carteggio con Monaldo Leopard, padre di Giacomo) diceva che gazzette e treni sarebbero stati la rovina dello status quo perché con la diffusione di questi mezzi, non era più possibile fermare i fermenti rivoluzionari, che allora si imperniavano nella presa di potere della borghesia. In un certo senso aveva perfettamente ragione: il mondo che difendeva era già condannato, ma la sue fine era accelerata proprio dalla diffusione delle idee che correvano sui treni e nelle tipografie.
Quindi immaginate la sorpresa di leggere che le rivolte innescate in Inghilterra dopo che un immigrato ruandese di 17 anni ha ucciso tre bambine e ne ha ferito una decina durante un saggio di danza, ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso delle doleances, vengono addebitate non alle condizioni oggettive che si sono create con l’irresponsabile politica di apertura ad ogni costo dell’immigrazione (che i laburisti intendono portare ulteriormente favorire), bensì al fatto che su X non viene applicata una censura su questi eventi. Siamo tornati indietro di due secoli. Anzi questo episodio ha fatto emergere il peggio nella copertura mediatica del regime occidentale, con palesi tentativi di deviare la reale origine dei disordini o magari di dieci.
Tutti i politici e i media stanno mettendo in croce ogni possibile colpevole, tranne l’enorme elefante nella stanza, che è la migrazione di massa incontrollata, dentro la quale vicende come questa sono assolutamente situabili e comprensibili visto che si tratta di persone completamente e spesso drammaticamente sradicate dal proprio ambiente e dalla propria cultura a causa dello sfruttamento delle risorse che viene compiuto dallo stesso potere grigio che poi ne impone l’accoglienza come dimostrazione di civiltà. Addirittura viene persino data la colpa di tutto questo alla libertà concessa alle polemiche sulle olimpiadi, oppure, come al solito, a Putin, mentre il nuovo premier Keir Starmer, in un discorso delirante, ha addossato le responsabilità a una fantomatica “ultra destra”. È lo stesso schema utilizzato in ogni Paese sotto il controllo del potere globalista: deviare sempre e indiscriminatamente verso lo spettro fasullo della “destra” perché rappresenta l’unica minaccia narrativamente spendibile al dominio totalitario che si sta affermando in Occidente e che suscita fra l’altro reazioni pavloviane che impediscono a molti di infrangere il velo di una grottesca narrazione.E naturalmente l’arma di questa destra di fantasia è la diffusione della notizie e la libertà di commento. I media nel Regno Unito sono incredibilmente controllati e tagliano fuori immediatamente chiunque osi anche solo dire la verità su ciò che sta realmente accadendo e fanno del loro meglio per indirizzare ogni ragionamento sul “nazionalismo bianco” di destra come radice di tutte le crisi. Ecco perché la piattaforma X viene attaccata con ferocia per la sua mancanza di censura. Tuttavia proprio gli stessi si mostrano totalmente irrispettosi di ogni differenza culturale e sono assolutamente disposti alle stragi, anzi le creano, quando si tratta di “altri”. Ma la gente sembra avene abbastanza e il brevissimo periodo di luna di miele di Keir Starmer si è esaurito con il crollo netto del 16% del suo indice di gradimento. Da notare che i disordini si sono principalmente svolti nelle aree operaie che avevano votato per i laburisti e che si sentono tradite perché l’immigrazione selvaggia è la causa dell’abbassamento dei salari, quanto meno per le mansioni meno specializzate.
Questo dà la misura di come nelle cosiddette democrazie occidentali non vi sia una reale possibilità di scelta poiché il passaggio da un partito all’altro è a somma zero. Vale a dire con cambia nulla perché la narrazione quotidiana crea una cortina fumogena fatta di retorica e falsità che impedisce di decrittare la realtà e di vedere con chiarezza i propri interessi. Del resto l’accesso stesso alla politica è condizionato dal potere reale che gestisce i media, fornisce i soldi e assegna i compiti. Si tratta di un sistema messo insieme con colla, nastro adesivo e materiali di scarto che si sta rapidamente logorando.
Da notare che se non i treni, almeno la mobilità individuale viene sempre più compressa attraverso le più stravaganti tesi climatiche perché persino la banale libertà di movimento potrebbe essere perniciosa per lo status quo. Globalismo del denaro, ma repressione individuale. E tuttavia questa visione reazionaria sta ormai mostrando la corda perché una parte di mondo, la parte di gran lunga maggiore, non vuole saperne di una borghesia che giunta all’apice dell’accumulazione capitalistica, si sta trasformando in un nuovo feudalesimo.
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