sabato 3 agosto 2024

Due pugni in faccia alla realtà

 https://ilsimplicissimus2.com/

 

Se le olimpiadi di Parigi 2024 non esistessero bisognerebbe inventarle visto che sono lo specchio del declino dell’Occidente, un incredibile spettacolo che fa venire in mente il famoso aforisma di Oswald Spengler secondo il quale “l’ottimismo è viltà”. Non bastava lo spettacolo di apertura a mostrare la miope  tracotanza di chi vuole dare lezioncine agli altri e la stupidità con cui certa spazzatura è stata presentata come un’espressione di libertà e addirittura come “un’originale provocazione”. Insomma la cultura occidentale è sembrata essere il prodotto di fantasie adolescenziali, di liceali un po’ superficiali che pensano di aver detto chissà cosa con la loro offensiva banalità.

No, non bastava, bisognava includere anche gli uomini che si pensano come donne e sono così codardi, così perdenti da battersi con donne vere, visto che dagli altri maschi probabilmente le prenderebbero di santa ragione. A questa scappatoia, a questa vigliaccheria, a questa assurdità, il corrotto comitato olimpico si è piegato in nome di una presunta inclusività che ancora una volta dimentica il mondo reale, quello in cui un uomo biologico è mediamente dotato di una struttura ossea più potente, di maggiore forza e velocità oltre che di riflessi più rapidi di una donna biologica e questo rimane comunque vero anche se ci si pensa o magari si finge di pensarsi come femminile. Così Angela Carini, che forse avrebbe fatto meglio a rinunciare a questo impari incontro, si è presa due diretti in faccia con tutto quello che ne è seguito.

Ma è significativo il fatto che la ragazza solo dopo aver toccato con mano la realtà abbia gridato “questo non è giusto”. Doveva saperlo da prima, ma probabilmente non lo ha percepito chiaramente visto che, come tutti noi, si trova immersa in una stagione  ideologica in cui non c’è più alcun posto per l’eguaglianza giuridica e sociale effettiva che anzi viene negata nei fatti dalle enormi disuguaglianze che si stanno creando, ma si nutre di un astratto e penoso rifiuto delle differenze, anche quando queste siano iscritte nei geni.  Si tratta alla fine di un tentativo di superamento e annullamento dei dati di realtà, compresa la distinzione biologica dei sessi, che costituisce il vero punto di caduta della cultura occidentale dentro la trappola di un narcisismo egotico in cui tutti possono essere tutto, mentre vengono portati per mano verso il nulla, verso la perdita di ogni significato effettivo.

Non siamo in presenza di una vera e propria forma di pensiero, ma di un atteggiamento magico nel quale ci si aspetta che dopo aver pronunciato la formula di rito – nel nostro caso ravvisabile in una acconcia proposizione del politicamente corretto – il mondo reale si adatti alle volontà dello sciamano. Non è qualcosa di molto diverso dalle danze della pioggia.  L’episodio della pugile che si è trovata a combattere con un uomo “incluso” dal Cio,  non è nemmeno molto lontano dalle narrazioni sulla guerra ucraina che, sì, da una parte erano e sono un lucido inganno che ora annega nel  ridicolo, ma al fondo rivelano un valore apotropaico, come se parlando di vittoria essa si potesse davvero concretizzare. Un’epoca che esalta totemisticamente la scienza, ma solo quando segue i soldi e il loro volere per così dire, si rivela nel concreto la più antiscientifica che si possa immaginare. Semmai la scienza o ciò che ne rimane, viene usata senza ritegno per trovare giustificazioni alle più assurde credenze nel superamento delle differenze reali: in questo caso con la teoria dell’intersessualità riguardante  persone che non corrispondono alla definizione “tipica” dei corpi maschili o femminili.

Si tratterebbe – secondo un unico studio ormai falsificato  – dell’1,7 per cento della popolazione mondiale, mentre  ricerche successive hanno ridotto questa percentuale allo 0,018 per cento dell’ecumene umano. Un fenomeno assolutamente marginale a livello fisico e fisiologico: tuttavia se proprio si volessero “includere” queste persone nei giochi olimpici o sportivi in genere, come peraltro sarebbe anche giusto, dovrebbero gareggiare in apposite categorie invece di renderli forzatamente uomini e donne tipiche. Questo sarebbe sensato se non vivessimo dentro un tramonto culturale insensato che prima rifiuta il “binario” ma poi lo pretende. Un vero e proprio marasma in cui il transgenderismo diventa  una virtù ad ogni costo, un faro che illumina i resti della civiltà occidentale consumata dalla proprio follia.

Nessun commento:

Posta un commento