martedì 16 aprile 2024

Truffe su rdc, quanti titoli: ma tutti zitti su big spender.

Negli ultimi quattro anni, molti politici si sono contraddistinti in un nuovo sport. No, non il padel: il tiro al percettore del reddito di cittadinanza.

 

(NICOLA BORZI – ilfattoquotidiano.it)

Moltissimi cronisti hanno preso la palla al balzo e hanno ribaltato la frase di Horacio Verbitsky: per loro, giornalismo è diffondere ciò che qualcuno vuole si sappia. L’apoteosi è arrivata a inizio agosto scorso, quando la Guardia di Finanza ha diffuso i dati dei controlli sul Rdc. Il Sole 24 Ore, testata nota per la sua familiarità con fatti e cifre (in altri anni anche sul fronte delle sue copie digitali multiple) si contraddistinse per un titolo a effetto: “Reddito di cittadinanza: frodi per 505 milioni, denunciati oltre 48 mila furbetti – Il bilancio dei controlli avviati dalla Guardia di Finanza da aprile 2019: irregolarità media all’84%”. 
Messa così, poteva sembrare che ogni 100 percettori del Rdc 84% fossero irregolari: invece il dato si riferiva ai 54.108 controllati, probabilmente scelti per evidenti anomalie.

Sia chiaro: una truffa è una truffa e chi truffa commette un reato. Se lo fa ai danni dell’Erario colpisce tutti, specie chi avrebbe avuto diritto all’aiuto. Il governo Meloni (nella cui compagine la ministra Santanchè rischia imputazioni simili) è stato lesto ai tagli indiscriminati: rispetto a inizio 2023, quando a percepire l’Rdc erano 1,1 milioni di famiglie povere, adesso il suo sostituto Assegno di inclusione (molto più magro) arriva a meno di 600 mila famiglie. Ma se sui “furbetti del reddito” molti nelle redazioni hanno costruito un vero genere letterario con accenti tratti pari pari da “Brutti, sporchi e cattivi”, pochi sono invece i giornalisti che raccontano il mezzo miliardo truffato da grandi catene di supermercati, società di trasporto e altre aziende, in combutta coi caporali, ai danni di decine di migliaia di lavoratori sfruttati, dell’Erario e dell’Inps. Potente è l’autocensura, quando ci sono di mezzo politici e inserzionisti. Dai tempi di Bel Ami, nulla è cambiato.

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