ROBERTO SCARPINATO – È uno stillicidio ininterrotto, condotto in
modo chirurgico che porterà a sottomettere la magistratura al governo.
(ANTONELLA MASCALI – ilfattoquotidiano.it)
Senatore
Roberto Scarpinato, nella relazione sulle intercettazioni licenziata dal
Senato, Pierantonio Zanettin (FI) fece inserire all’ultimo la
raccomandazione di vietare l’uso del trojan per reati come la
corruzione nonostante il parere contrario unanime di tutti gli esperti.
Ora, alla Camera Enrico Costa, Azione, ha depositato un emendamento al
ddl sulla cybersicurezza che vieta il trojan per i reati contro la Pa. Il re è nudo?
Le intercettazioni sono rimaste uno degli ultimi talloni di Achille
del vasto ed eterogeneo mondo della corruzione e della malapolitica
sempre più sotterraneamente intrecciato a quello della mafia dei
colletti bianchi.
In questo contesto è in corso una riscrittura del
sistema penale che rispecchia l’involuzione oligarchica e classista del
sistema sociale che procede a tappe forzate con la depenalizzazione dei
reati dei colletti bianchi e con la simultanea riduzione dei poteri di
indagine della magistratura, in attesa della soluzione finale del
ritorno della sua sottomissione al controllo politico, come era ai tempi
antecedenti alla Costituzione del 1948.
Il
Senato ha approvato una riforma che complica il sequestro dei cellulari
e l’utilizzabilità dei contenuti. Ora si prospetta anche il divieto
del trojan prezioso per scoprire la corruzione. Nel disegno di questa larga maggioranza rientra la cancellazione della Spazzacorrotti?
È uno stillicidio ininterrotto. Un work in progress condotto
in modo chirurgico. Questa maggioranza ha dilatato oltre ogni misura la
discrezionalità dei pubblici amministratori, ha minimizzato tutti i
sistemi di controllo, e si avvia a legalizzare l’abuso di potere e il
conflitto di interessi, trasformando così l’illecito in lecito.
Tenuto
conto che i testimoni sono mosche bianche perché temono gravi
ritorsioni, le intercettazioni sono rimaste quasi l’unico strumento di
indagine in grado di perforare lo scudo stellare di impunità che
protegge la criminalità dei ceti superiori. Quindi vanno lobotomizzate.
È in questo contesto che si spiega la novità della doppia
autorizzazione di un gip per sequestro dei dispositivi elettronici e
l’utilizzabilità della messaggistica contenuta?
Non solo è stato pensato un meccanismo farraginoso che fa perdere
tempo prezioso ma, coerente con il suo disegno oligarchico, la
maggioranza ha deciso pure l’inutilizzabilità delle intercettazioni e
delle chat che provano reati di corruzione strettamente connessi
probatoriamente con quelli per le quali sono state autorizzate, ad
esempio, una corruzione finalizzata a ottenere accessi abusivi a banche
dati. La settimana prossima è in dirittura di arrivo la riduzione a soli
45 giorni del termine per intercettare, per cui se il pm non è
fortunato e non capta le conversazioni decisive in quel ristretto arco
di tempo, il processo va archiviato. In tanti processi è accaduto che le
conversazioni decisive sono state captate dopo un periodo più lungo, in
un momento in cui gli indagati avevano abbassato la guardia. Tutto ciò
sul presupposto più volte dichiarato che in Italia la corruzione non
costituisce una forma grave di criminalità in aperto contrasto con le
convenzioni europee e internazionali.
Il governo afferma che è prioritario tutelare il diritto alla riservatezza.
La maggioranza si dichiara garantista per i reati dei colletti
bianchi, ma si tramuta in feroce giustizialista per i reati della gente
comune autorizzando la messa in campo di intercettazioni anche con i trojan per il reato di rave e
ora si propone di dare il via libera alle intercettazioni persino per
il reato di induzione all’accattonaggio, come prevede l’ultimo pacchetto
sicurezza dei ministri Nordio, Piantedosi e Crosetto.
Per non parlare
dell’ampliamento del potere dei servizi segreti per intercettare anche
con i trojan, senza autorizzazione, un giudice.
Questa sì una
grave invasività della privacy dei cittadini.
Ci accusano di essere dei
forcaioli, mentre noi ci siamo opposti alle intercettazioni per il reato
di rave party e siano stati i primi a depositare già nel
maggio del 2023 una proposta di legge che estendeva al sequestro dei
cellulari le stesse garanzie previste per le intercettazioni e siamo
stati gli unici a sollevare il problema della necessità di elevare il
sistema di garanzie per le intercettazioni dei servizi. Ma le nostre
proposte non sono funzionali alla riscrittura oligarchica del sistema
penale, e quindi non vengono prese in considerazione.
Nessun commento:
Posta un commento