giovedì 17 ottobre 2013

Usa: trovato l’accordo per sospendere il blocco delle attività del governo e impedire il default.





Lo shutdown duraVA da 16 giorni. Il Senato e la Camera approvamop in extremis l’intesa raggiunta tra democratici e repubblicani.

Capitol Hill (Epa) corriere.it
Capitol Hill (Epa) L’America non fallirà ed il governo riaprirà. Il Senato americano e la Camera hanno approvato l’accordo raggiunto tra democratici e repubblicani per superare lo shutdown ed evitare anche il possibile default dello Stato. Le due votazioni impediranno il fallimento tecnico dello Stato americano, impossibilitato a far fronte ai pagamenti.
SPACCATI I REPUBBLICANI - Alle 22:12 ora locale (le 4:12 in Italia), a meno di due ore dal default, la Camera ha dato il suo definitivo via libera all’intesa approvata circa due ore prima al Senato con cui riapre lo Stato federale sino al 15 gennaio e s’innalza il tetto del debito sino al 7 febbraio. L’intesa è stata approvata con una maggioranza bipartisan di 285 sì e 144 contrari. Quattro gli assenti. Tra i favorevoli nessuna defezione tra i 198 democratici presenti in Aula. Spaccato invece il gruppo repubblicano che alla House ha la maggioranza, con 87 favorevoli e 144 contrari. Al Senato il pronunciamento è stato scontato: 81 si e 18 no, dopo il voto positivo sul passaggio procedurale.


OBAMA: RIGUADAGNAMO LA FIDUCIA - Barack Obama, dopo il voto del Senato, in diretta tv ha espresso il suo grazie ai protagonisti dell’accordo. Poi si è detto disponile a «lavorare con tutti», esortando gli eletti «a riguadagnare la fiducia del Paese». Secondo molti si tratta solo di una tregua di qualche mese. E c’è chi teme che tra qualche settimana si riparta daccapo con il muro contro muro nei palazzi di Washington.
INTESA - «Abbiamo raggiunto il compromesso per alzare il tetto del debito e riaprire il governo», ha detto il senatore democratico, Harry Reid, leader della maggioranza in Senato.
L’accordo, giunto a poco meno di 36 ore dal potenziale default degli Stati Uniti, prevede l’autorizzazione al governo a sforare fino al 7 febbraio 2014 il tetto del debito Usa di 16.700 miliardi di dollari, che sarebbe stato raggiunto giovedì a mezzanotte (le sei del mattino in Italia) e a porre fine allo shutdown prolungando il bilancio federale (scaduto il 30 settembre scorso) fino al 15 gennaio. L’accordo prevede anche modifiche fiscali marginali alla riforma sanitaria, la cosiddetta Obamacare. «Questo è il momento della riconciliazione» ha detto Reid . Il leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnell, senatore del Kentucky , ha dichiarato che con l’accordo i repubblicani hanno chiuso un patto per far sì che la spesa in un’area del budget declini per due anni di seguito. «Non stiamo tornando indietro» ha aggiunto.
OBAMA - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama plaude al compromesso del Senato per riaprire il governo e spera di firmarlo presto per trasformarlo in legge. Il portavoce del presidente Jay Carney ha dichiarato che il patto «realizza quello che è necessario» per riaprire il governo ed eliminare la minaccia del default. Carney afferma che l’accordo è bipartisan e che Obama aspetta che il Congresso agisca in modo da poter firmare l’accordo e allontanare la minaccia per l’economia.
REPUBBLICANI - Il presidente della Camera, John Boehener ha annunciato al termine della riunione a porte chiuse del suo gruppo che i Repubblicani non bloccheranno l’intesa raggiunta al Senato per porre fine allo shutdown prolungando il bilancio fiscale del governo fino al 15 gennaio e innalzare il tetto del debito fino al 7 febbraio. Le parole di Boehner, che ha dovuto tenere testa alla fronda dell’ala destra della formazione, i deputati del Tea Party, scongiurano il default degli Stati Uniti. Boehner ha quindi aggiunto che la battaglia per i tagli alla spesa e contro l’Obamacare continuerà. «Ma bloccare l’accordo bipartisan raggiunto oggi dai membri del Senato - ha proseguito - non sarebbe per noi una buona tattica».
WALL STREET - Wall Street sta già festeggiando l’accordo. In questo momento il Dow Jones avanza dell’1,21% a 15.351,42 punti, il Nasdaq cresce dell’1,12% a 3.836,67 punti e lo S&P 500 aggiunge l’1,23% a 1.718,96 punti.

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