mercoledì 9 ottobre 2013

Shutdown Usa, Obama ai repubblicani: "No a minacce. Default sarebbe bomba atomica".

La chiusura parziale della attività del governo federale è entrato nell'ottavo giorno. Dalla Casa Bianca il presidente avverte la destra che non intende subire ricatti: "Per la prima volta in 225 anni di storia non saremmo in grado di onorare i obblighi finanziari. Sarebbe un caos".

repubblica.it
Shutdown Usa, Obama ai repubblicani: "No a minacce. Default sarebbe bomba atomica"
WASHINGTON - Le conseguenze del default per gli Stati Uniti sarebbero come quelle di "una bomba atomica". Il presidente degli Stati Uniti è pronto a tutto per scongiurarlo,  anche a "discutere con i repubblicani". Ma non a subire "ricatti".

"Dico no allo shutdown e alla minaccia di creare un caos economico", ha dichiarato Barack Obama nel corso di una conferenza stampa. Il suo è un no per scongiurare la paralisi del governo federale giunta all'ottavo giorno per colpa della mancata approvazione della legge sul bilancio per l'anno fiscale 2014, iniziato il primo ottobre scorso.

L'intervento di Obama giunge poche ore dopo che ha chiamato il presidente della Camera Usa, il repubblicano John Boehner, dicendogli che non tratterà sullo shutdown né sull'innalzamento del tetto del debito. La Casa bianca ha fatto sapere inoltre che il presidente è disponibile a negoziare su argomenti come la riforma sanitaria, ma solo dopo che le minacce di shutdown totale e default saranno rimosse.

"Lo shutdown sta rovinando la nostra immagine nel mondo; è come dire che noi, l'America, non paghiamo i nostri debiti. E' irresponsabile. Facciamola finita subito: ci sono abbastanza repubblicani e democratici alla Camera per approvare un provvedimento che riapra l'attività del governo". "Come ha detto Warren Buffett, il default sarebbe una bomba nucleare, un'arma troppo orribile per solo pensare di usarla", ha aggiunto citando il noto miliardario. Ma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha già lanciato l'allarme all'apertura dei lavori delle riunioni annuali.

Un default, ha detto Obama, sarebbe "assurdo, catastrofico", provocherebbe "uno shutdown dell'economia, sulle spalle innanzitutto delle famiglie e delle imprese americane". "Per la prima volta in 225 anni di storia - ha aggiunto - non saremmo più in grado di onorare i nostri impegni e obblighi finanziari". "Sarebbe un caos", ha ripetuto.

L'attacco ai repubblicani.
Poi ha attaccato gli avversari: "Non è possibile minacciare la recessione perché si sono perse le elezioni. Non è così che funziona", ha continuato rivolgendosi ai repubblicani. "Basta scuse. Il Congresso vada al voto e riapra lo Stato Federale prima possibile", ha continuato rivolgendosi direttamente allo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner. I democratici in Senato stanno pianificando un voto per questa settimana sull'innalzamento del tetto del debito, senza però prevedere nuovi tagli alla spesa come chiedono i repubblicani.

Innalzare il tetto del debito.
Una soluzione c'è, "dobbiamo alzare il tetto del debito perché dobbiamo pagare i nostri debiti, non perché ne facciamo di nuovi. Non c'entra nulla la responsabilità fiscale". Il mancato rialzo del tetto al debito sarebbe "folle" e avrebbe conseguenze catastrofiche" sull'economia. Obama si è detto disposto a parlare con lo speaker alla Camera Boehner e i repubblicani su tutto "ma non intendo subire alcuna minaccia".

"Il Congresso torni al lavoro". La posizione è chiara: sì ai negoziati con l'opposizione ma "senza il caos che pende sopra le teste degli americani". Senza l'innalzamento al tetto al debito il prossimo 17 ottobre gli Stati Uniti si avvieranno sulla strada del default. "Rimoviamo queste minacce e mettiamoci a lavorare", ha aggiunto Obama chiedendo ai repubblicani la fine dello shutdown subito e il rialzo del limite oltre il quale gli Usa non possono emettere nuovo debito per finanziare le proprie attività e onorare i propri impegni con i creditori. "Se il Congresso si rifiuta di alzare tale tetto, non saremo in grado di pagare le spese" che il Congresso ha già approvato. "Uno shutdown economico causato da un default sarebbe drammaticamente molto più grave", ha avvertito il presidente.

"Nessun dialogo". "Bisogna far cadere questa minaccia". Obama ha ricordato che non ci sarà nessun dialogo sotto minaccia, una strategia usata dai repubblicani per riuscire a far naufragare la riforma sanitaria. "Il voto potrebbe arrivare già oggi", se solo i repubblicani volessero accettare la legge sul budget.

Il rischio è altissimo. Con il default dello Stato ci sarebbe "uno shutdown dell'economia" americana, e questo significherebbe andare incontro al rischio di una "nuova e profonda recessione", ha detto il presidente Usa. "Quello che chiedo di approvare è il budget dei repubblicani, con i loro livelli di spesa", i compromessi con la destra sono stati diversi e ora "è necessario fermare le quotidiane estorsioni ad opera degli estremisti presenti nel partito repubblicano", ha continuato Obama. "I membri del Congresso e i repubblicani della Camera in particolare, cessino di chiedere un riscatto, invece di fare il loro lavoro: due dei loro compiti fondamentali sono approvare il bilancio e fare in modo che l'America paghi i suoi conti. Basta minacce - ha insistito Obama -. Basta minacce sulle nostre famiglie e suoi nostri uomini d'affari e torniamo al lavoro".

"E' come nella vita privata: non è possibile negoziare se pagare o meno le proprie bollette, i propri debiti, in tempo. Quelli bisogna pagarli, poi si discute del resto". E ancora: "Gli Stati Uniti hanno sempre pagato il conto e continueranno a farlo" ha detto Obama. "Vedo troppa gente lontana dalla realtà, che ha perso contatto con la vita reale. E questo mi rende molto nervoso", ha continuato osservando che tutti "dovrebbero aver imparato la lezione del 2011", quando gli Usa subirono un tragico downgrade, perdendo la tripla A.

"Non basteranno tre mesi".
"Con la mia assenza al vertice Apec in Asia abbiamo perso ottime opportunità economiche. Il mio posto era stare là, ma non è stato possibile", ha spiegato Obama tornando ad attaccare la destra per averlo indirettamente costretto a rimanere a Washington. Ma "non è possibile affrontare tutto questo ogni tre mesi. La gente è stanca. E di questo mi scuso. Michelle sa che ho molti difetti, ma non quello di non cercare compromessi. L'ho fatto in tutta la mia vita, ma non sui principi fondamentali". "Se il Congresso non è in grado di riaprire lo Stato Federale o innalzare il debito per un tempo lungo, potrebbe farlo per un tempo più breve, ma utile per far partire i negoziati", ha continuato il presidente aprendo su una soluzione dal tempo limitato.

Il tempo stringe per un'intesa. Secondo Mohamed El-Erian, l'amministratore delegato di Pimco, il maggiore fondo di investimento al mondo, lo shutdown avrebbe un impatto più imprevedibile di quello avuto dal collasso di Lehman Brothers. Il debito in circolazione degli Stati Uniti è pari a 12 mila miliardi di dollari, una cifra superiore ai 517 miliardi di dollari di Lehman. La Fed è il maggior creditore singolo, con in tasca 2.270 miliardi di dollari. La Cina è il maggior creditore estero con 1.128 miliardi di dollari. E proprio Pechino, insieme a Tokyo, chiede una soluzione dell'impasse che minaccia di destabilizzare i mercati finanziari globali. Ai timori della Cina e del Giappone, Obama risponde: "Gli Stati Uniti hanno sempre pagato i loro conti e continueranno a farlo".

La commissione bipartisan.
Per cercare di sbloccare le trattative alcuni parlamentari repubblicani chiedono la creazione di una commissione bipartisan per trattare di shutdown e di debito. Un'idea che difficilmente sembra poter decollare, soprattutto dopo il 'fallimento' della commissione lanciata in passato per evitare l'entrata in vigore dei tagli automatici alla spesa. L'incertezza politica pesa sulle scelte di politica monetaria della Fed, che dovrebbe dare avvio a una riduzione degli acquisti di asset entro la fine dell'anno, mantenendo però i tassi bassi fino al 2016, secondo il Fmi. La sola ipotesi di un freno degli acquisti ha gelato i mercati, innescando una fuga di capitali dai paesi emergenti. Un'incertezza sulle prossime mosse che ha causato volatilità, sulla quale si aggiunge quella sul debito.

Terrorismo.
"Il rischio terrorismo c'è ancora e continuerà ancora. Lo combatteremo ma non vuol dire che saremo coinvolti in guerre", ha detto il presidente americano a proposito dei blitz Usa in Libia e Somalia. Abu Anas al-Libi ha contribuito a
realizzare complotti in cui sono stati uccisi degli americani e "sarà
portato davanti alla giustizia", ha spiegato Obama parlando del cittadino libico accusato degli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e Tanzania nel 1998 e catturato sabato scorso a Tripoli dalle forze speciali americane.

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