lunedì 7 ottobre 2013

Roma. Bilancio, il governo gela il sindaco: no a nuove risorse, nessun bonifico.

Il ministero dell’Economia: aiuteremo comunque la Capitale. E’ partita anche un’ispezione sulla gestione dei conti nel passato.

ilmessaggero.it

Avviso ai naviganti del Campidoglio: sia chiaro, il Governo non manderà soldi per salvare Roma dal default, non ci sarà un mega bonifico da 800 milioni e passa per chiudere il buco. E la situazione è ancora parecchio complessa. Questo, tradotto in termini brutali e approssimativi, è il senso del messaggio di ieri trapelato dal Ministero dell’Economia, che va a raffreddare l’entusiasmo dell’altra sera del sindaco Ignazio Marino. Il Mef aggiunge un altro dato importante: c’è una verifica ispettiva per capire se ci siano state delle irregolarità nella gestione dei bilanci degli ultimi anni in Campidoglio. Perché se c’è una voragine, qualcuno deve averla creata. Dopo questa presa di posizione del Mef, dal Comune sono corsi a spiegare con un comunicato: «Rispetto all’incontro presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, si precisa che nella riunione il sindaco Ignazio Marino ha indicato come necessaria una rigorosa ristrutturazione della spesa dell’amministrazione nonché delle società partecipate, anche attraverso una severa revisione di tutti i contratti di servizio, al fine di ristabilire l’equilibrio finanziario. Obiettivo da raggiungere già nel bilancio di previsione del 2014, che il Comune intende approvare entro la fine del 2013».


ANNO 2014
Questo è un altro punto importante, insieme all’elemento della rivisitazione dei contratti di servizio delle municipalizzate: subito dopo l’approvazione del bilancio di previsione del 2013, che paradossalmente avverrà quando l’anno sarà già andato (entro il 30 novembre), in consiglio comunale sarà votato il bilancio di previsione 2014. Anche il Comune, per evitare che il nervosismo del Mef aumenti, mette nero su bianco il fatto che non arriveranno nuovi finanziamenti: «La strada vagliata non prevede alcun trasferimento di risorse da parte dello Stato nei confronti di Roma Capitale, né per il 2013, né per il 2014. Piuttosto, si tratta di avviare un percorso virtuoso di seria razionalizzazione delle spese. Limitatamente al 2013, l’Amministrazione intende fare affidamento sulla gestione commissariale attraverso la regolazione di alcune partite finanziarie senza alcun onere per lo Stato». La gestione commissariale sta affrontando il debito che era stato maturato prima del 2008: riempire di altro debito quel contenitore ovviamente significherà fare pagare più a lungo il conto ai romani. Niente è per niente.

L’INDAGINE
Dal Ministero, dove Marino ha incontrato i tecnici e lo staff del ministro Saccomani, spiegano con puntiglio che non si «è parlato dell’erogazione di contributi al Comune a carico della fiscalità generale». E poi c’è la parte delicata dell’ispezione: «A seguito di una specifica richiesta del sindaco in questi giorni i Servizi ispettivi di finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato hanno avviato una verifica ispettiva sulla regolarità della gestione amministrativo-contabile, volta a verificare il rispetto degli equilibri di bilancio, le cause di eventuali squilibri e, più in generale, il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica». Conclusione: il Mef assisterà il Comune «nella definizione di un piano di riequilibrio strutturale del proprio bilancio, da attuarsi anche attraverso la regolazione di alcune partite finanziarie tra la gestione commissariale e l'amministrazione comunale».

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