lunedì 14 ottobre 2013

Regioni in rivolta contro i tagli alla sanità: "Basta con questo scempio insostenibile".




Il governo conferma i 4-5 miliardi di sgravi al cuneo fiscale. Letta: "Stop alle indiscrezioni, così si crea solo caos". Domani la legge di stabilità.


ROMA - Uno scempio da fermare, una scelta irresponsabile, situazione al limite della sostenibilità. I governatori si schierano contro qualunque ipotesi di nuovi tagli alla sanità, e chiedono un confronto aperto con il governo, visto che finora sono circolate solo indiscrezioni. Indiscrezioni che però sembrano avere fondamento: qualche giorno fa il viceministro dell'Economia Stefano Fassina ha dichiarato di non poter escludere che la legge di stabilità preveda nuovi tagli. Si tratta di cifre non trascurabili, secondo quanto filtra dal ministero della sanità: 3,5 miliardi per l'anno prossimo, e una ulteriore riduzione un miliardo e mezzo per il 2015. Una prospettiva che del resto si riflette in parte anche nel Def, che dispone una progressiva riduzione della spesa sanitaria in percentuale al Pil, partendo dal 7,1% attuale fino ad arrivare al 6,7% del 2017.



Il premier Enrico Letta invita però a frenare la girandola di indiscrezioni e contestazioni, aspettando il testo definitivo della legge di stabilità, che verrà presentato domani in Consiglio dei ministri: "Giornali a caccia di indiscrezioni spacciate per fatti sulla legge di stabilità. Invito a leggere testo vero del cdm martedì. Il resto è solo caos", scrive in un tweet. E anche il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato, intervistato da Massimo Giannini alla "Repubblica delle Idee" a Mestre  conferma la riduzione del cuneo fiscale, ma si mantiene vago sul Fondo Sanitario: "Il cuneo fiscale lo tagliano, spero, di 5 miliardi, distribuiti tra imprese e lavoratori, il che significa da una parte ridurre il costo del prodotto e dall'altra allargare il mercato interno". E invece, prosegue, "di tagli alla sanità non ne ho mai sentito parlare; è una voce in capo alle Regioni. Mi sembrerebbe una misura inaccettabile perché la sanità incide soprattutto nella parte più debole della popolazione". Posizione analoga a quella del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, che si è opposta obiettando che con nuovi tagli salterebbe il Patto per la salute.

I governatori sono tutt'altro che rassicurati da queste parziali smentite, però: "Non si può togliere l'Imu a chi ha una casa di lusso a Piazza di Spagna e poi recuperare quei soldi con i tagli alla sanità, eliminando posti letto negli ospedali. Non si può. Se il Pd esiste ancora impedisca questo scempio. - invoca il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti - Le Regioni faranno sicuramente la loro parte chiamando l'Italia a mobilitarsi per evitare questa vergognosa ingiustizia" (video). Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in un messaggio su Facebook si rivolge direttamente al premier: "Non condivido quello che leggo sulla sanità dove pare si stiano preparando altri tagli. Sappi, caro Letta, che sono insostenibili e che io stesso mi batterò contro con tutte le mie forze. E penso che non sarò solo". "Qualcuno sta giocando con il futuro - denuncia il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola - È irresponsabile anche la sola invocazione di ulteriori tagli. E dimostra quanto sia grave la deriva del governo Letta-Alfano. Penso che non si possano più colpire il welfare, la protezione sociale, i diritti dei cittadini". "Il governo attivi immediatamente un confronto le Regioni - chiede la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, coordinatrice dell'area Sanità della Conferenza delle Regioni - Non è più tollerabile che tecnici e consulenti del governo, nel chiuso delle stanze ministeriali, ipotizzino tagli alla sanità senza porsi prima di tutto il problema delle risposte che la sanità pubblica deve garantire alla salute dei cittadini. La situazione del Fondo sanitario nazionale è ormai al limite della sostenibilità".

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