venerdì 4 ottobre 2013

Moody's: "Bene fiducia a Letta, alert sul deficit". Ma Fassina annuncia misure per star sotto il 3%

L'agenzia di rating: il "miglior risultato possibile", ma il Belpaese non centrerà l'obiettivo europeo di un deficit al 3% nel 2013.

NEW YORK - La fiducia al governo Letta è il "miglior risultato possibile" ma l'instabilità politica dell' Italia è negativa dal punto di vista del rating: le turbolenze dell'ultima settimana mettono in evidenza la fragilità del governo. Una fragilità che può ritardare le riforme di bilancio e strutturali, con ritardi che possono mettere a rischio la ripresa economica del paese. A scattare la fotografia della situazione italiana è Moody's, secondo la quale il Belpaese non centrerà l'obiettivo europeo di un deficit al 3% nel 2013. Un annotazione che fa scattare la reazione del governo italiano, che per bocca del viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, annuncia misure per rispettare il parametro Ue.

"Le dimissioni lo scorso sabato di cinque ministri del Pdl dalla coalizione del governo hanno innescato la crisi politica. I ministri si sono dimessi dopo il mancato accordo su una misura essenziale per portare il deficit nel limite del 3% previsto dall'Unione Europea" afferma Moody's, sottolineando che il governo Letta ha avuto difficoltà a raggiungere accordi sulle riforme fin da quando il suo partito ha formato una coalizione con il Pdl in seguito ai risultati elettorali di febbraio.

Silvio Berlusconi "ha detto che le dimissioni" dei ministri "erano una reazione alla decisione di aumentare l'Iva al 22% dal 21%. L'aumento dell'Iva è stato ritardato da luglio perchè il Pdl aveva chiesto di cancellarlo. Le tensioni fra i partner della coalizione si sono intensificate all'inizio di agosto" ricostruisce Moody's.

"L'Italia - ricorda l'agenzia nella sua nota - è uscita dalla procedura d'infrazione del deficit quest'anno, dopo aver ridotto il deficit al 3% del pil nel 2012 dal 5,5% del pil nel 2009. Il surplus primario italiano, uno dei più alti fra i paesi dell'area euro" è stato uno dei fattori che ha aiutato a sostenere il debito e offerto al governo tempo per far sì che le riforme economiche avessero effetto e la crescita si materializzasse. L'instabilità politica ha effetti negativi sulla capacità del governo di procedere con le riforme strutturali e di bilancio. Ci aspettiamo - conclude Moody's - che l'Italia non centri l'obiettivo di portare il deficit nel limite europeo del 3% del Pil nel 2013".

Sul tema del deficit, come accennato, è intervenuto quindi Fassina. "A breve", ha spiegato ai giornalisti alla Camera, ci sarà un Consiglio dei ministri che prenderà le "misure necessarie" per riportare il deficit al 3%. "Le misure sono pronte" e si sarebbero dovute prendere lo scorso venerdì, ricorda il viceministro. Le risorse saranno trovate attraverso l'accelerazione della dismissione degli immobili e con "tagli alla spesa corrente". Quanto al complesso dei conti pubblici, per Fassina "va fatta una valutazione complessiva per affrontare il capitolo degli impegni da qui a fine anno". Sulla eventualità di un intervento del governo per riportare l'aliquota dell'Iva dal 22 al 21%, sottolinea: "Oggi all'ordine del giorno sono la seconda rata dell'Imu e il rifinanziamento della Cassa Integrazione Guadagni. Purtroppo l'Iva è saltata".

Nessun commento:

Posta un commento