I
dati forniti dal ministro della Giustizia sul numero dei carcerati in
relazione al reato commesso, non fanno che confermare quanto sosteniamo
ormai da molti anni e finora inutilmente, ma forse adesso se ne stanno
accorgendo anche “loro”!
Abbiamo sempre denunciato e cercato di
evidenziare che, se un terzo dei detenuti è in carcere o sotto
procedimento penale a causa di una sola legge e tutti gli altri in virtù
delle altre migliaia di leggi che riempiono il nostro codice penale,
allora vuol dire che quella legge è il fulcro, l’alimentatore e il
sostentamento di tutto il meccanismo giudiziario, dall’impiego delle
FF.OO, all’attività forense, per arrivare al sistema carcerario o di
recupero, muovendo somme di denaro per noi inimmaginabili!
Non c’è bisogno di indulti o amnistie, basterebbe abrogare la Fini-Giovanardi!
Effettivamente i dati forniti dal
ministero evidenziano il dramma del numero di persone ristrette in
carcere per la legge attuale, come dichiarato dal ministro della
giustizia Anna Maria Cancellieri (fonte: www.asca.it):
“Il reato per il quale è
ristretto il maggior numero di detenuti è quello di produzione e spaccio
di stupefacenti. Per tali fattispecie sono ristrette ben 23.094
persone. Di queste, 14.378 sono condannate definitivamente mentre 8.657
sono in custodia cautelare e 59 internate”.
Basta anche analizzare gli altri dati
forniti dal ministero riguardante i numeri di detenuti in ordine ad
altri reati, per comprendere l’assurdità di una politica repressiva
senza eguali in Europa:
“Il secondo reato è la rapina con
9.473 presenze (5.801 sono i definitivi, 3564 i giudicabili e 108 gli
internati); il terzo reato è l’omicidio volontario con 9.077 presenze (
6.049 sono i definitivi, 2.792 i giudicabili e 236 gli internati); il
quarto è l’estorsione con 4.238 presenze (2.180 sono i definitivi mentre
1.982 sono i giudicabili e 76 gli internati); il quinto reato è il
furto con 3.853 presenze (1.952 sono i definitivi, 1.824 i giudicabili e
77 gli internati); il sesto reato è la violenza sessuale con 2.755
presenze (2.001 sono i definitivi, 709 i giudicabili e 45 gli
internati); il settimo è la ricettazione con 2.732 presenze (1.897 sono i
definitivi, 809 i giudicabili e 26 gli internati). Sono 1424, invece, i
detenuti per associazione di stampo mafioso. Seguono, con circa 500
detenuti, il sequestro di persona, l’associazione per delinquere, la
violenza privata, violenza e resistenza a pubblico ufficiale,
maltrattamenti in famiglia, atti sessuali con minorenni”.
Ed è evidente che la legge
antidroga in vigore (Fini-Giovanardi) da sola produce più detenuti dei
tre reati che la seguono in classifica messi insieme:
Stupefacenti 23.094
rapina: 9.473
omicidio volontario: 9.077
estorsione: 4.238
Questo perchè nel ‘calderone’ carcerario
non sono finiti solo trafficanti, ma sopratutto semplici consumatori, o
soggetti accusati di spaccio per avere superato i limiti imposti da una
legislazione criminale. Considerando poi che la maggior parte di questi
detenuti per ‘droga’ lo è per possesso o coltivazione di cannabis, si
deduce che una modifica della legge attuale, possa portare benefici
duraturi, che non esisterebbero con amnistia o indulto, che sono
operazioni di facciata (più che altro per evitare le sanzioni europee)
che incidono sull’entità della pena, o non sulla tipologia di reato.
La prima cosa da fare è eliminare dal
codice penale quei reati che non danno nessun allarme sociale, come è il
consumo e coltivazione di cannabis.
Giancarlo Cecconi e Davide Corda – ASCIA
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