giovedì 17 ottobre 2024

“Piano per la vittoria”: Zelensky svende il Paese alle corporation

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Finalmente Zelensky ha presentato ufficialmente il suo “piano per la vittoria” di fronte a una platea attonita, come si vede benissimo nella foto di apertura, dalle facce dei comandanti militari costretti a rendersi conto del delirio del duce ucraino. Infatti in questo programma non c’è alcuna novità rispetto al passato, ma solo la richiesta di adesione alla Nato, l’accattonaggio molesto di più armi e missili a più lungo raggio per colpire la Russia sul suo territorio e insomma tutto il solito rosario di suppliche che implicherebbero di fatto l’entrata in guerra dell’Alleanza atlantica anche se quest’ultima si mostra titubante di fronte a questa prospettiva.

Però il tentativo di Zelensky di trascinare la Nato a “dispiegare sul suo territorio un pacchetto completo di deterrenza strategica non nucleare, che sarà sufficiente a proteggere l’Ucraina da qualsiasi minaccia militare proveniente dalla Russia”, da una parte fa intendere che ormai l’Ucraina non ce la può fare, dall’altra si arricchisce di un nuovo elemento e di un’offerta destinata a ingolosire le oligarchie occidentali, ovvero la svendita integrale di tutte le risorse del Paese in maniera che gli occidentali intervengano a difendere non più l’Ucraina, ma le proprietà acquisite per pochi spicci. Il succo del discorso è questo e non è casuale che esso sia stato tenuto due giorni dopo la vendita del più grande complesso produttivo ucraino di titanio per qualche centesimo. Ecco la novità: Kiev o meglio il suo burattino comandato da Washington sta facendo penzolare trilioni di dollari davanti alle voraci mascelle dell’oligarchia occidentale e delle sue corporation per invogliarla a determinare una discesa in campo diretta della Nato. Si tratta in sostanza dello stesso potere profondo che da sempre ha spinto per la guerra.

In questo modo l’Ucraina finirebbe di esistere in un modo molto più sostanziale rispetto alla sua neutralità futura richiesta dalla Russia, ma questo è il destino di coloro che si asservono mani e piedi all’impero sperando di trarne guadagno, mentre alla fine ricevono solo sfruttamento e rapina. È una lezione che tutto il mondo ha imparato, tranne l’Europa. Ma in questo caso persino la smodata bulimia delle corporation che di fatto detengono il potere in Occidente viene frenata dalla potenza della Russia che, almeno in alcuni campi, si è dimostrata militarmente più avanzata della Nato e che sta costruendo un nuovo centro di attrazione economica planetaria con i Brics, che potrebbe interessare futuro trasformarsi in alleanza militare grazie allo Sco, ovvero la Shanghai Cooperation Organization. Per questo c’è molta titubanza intorno alla concessione di armi strategiche a Kiev: la portavoce del Pentagono ha fatto sapere che l’esercito statunitense non ha scorte infinite per continuare a dare carta bianca all’Ucraina e che comunque non verranno concesse armi a lungo raggio, mentre il ministro degli Esteri polacco Sikorski ha minimizzato gli attacchi russi nei pressi della Polonia definendo gli occasionali sconfinamenti di droni come semplici errori. Insomma rifiutandosi di adottare una posizione aggressiva, come piacerebbe a Zelensky.

Quindi il “piano per la vittoria” rimarrà probabilmente solo un modo per cominciare a introdurre l’idea di un cessate il fuoco, prima che la Russia superi gli ultimi ostacoli posti dall’esercito ucraino in sbandamento. Ma è significativa la proposta di svendere il Paese in cambio di aiuti, perché mutatis mutandis e adattato a una situazione di conflitto armato, è esattamente la stessa “filosofia” adottata dalle centrali neoliberiste, vedi ad esempio Fmi e Banca mondiale, almeno da mezzo secolo. Stanno perdendo il pelo, ma non il vizio.

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