mercoledì 27 marzo 2024

Da adesso è guerra vera

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L’attentato al Crocus di Mosca non è stato un episodio di terrorismo più grave di quelli a cui sono state sottoposte le popolazioni russe fin dal 2014 dal regime Nato di Kiev, ma ha costituito una vera e propria svolta, perché ora Mosca sa che non ci sarà pace  fino a che tutta l’Ucraina non sarà presa, disarmata e sottratta ai suoi crudeli padroni che esigono sacrifici umani di massa. Dopo la cattura di quattro dei terroristi che hanno fatto fuoco sulla gente, la pista ucraina sembra trovare una conferma, rientrando peraltro nel contesto dell’intensificazione degli attacchi di artiglieria e droni da parte dell’Ucraina contro la popolazione civile nelle regioni russe di confine  nonché dei tentativi (tutti sventati, finora) di razziare i villaggi russi. Si è trattato di minare il morale della popolazione russa nel periodo precedente alle elezioni presidenziali di metà marzo e di mettere a dura prova la stabilità interna del paese dopo le urne.

Inoltre proprio i servizi americani che un minuto dopo l’attentato e senza alcuna sollecitazione dicevano che era stato l’Isis e non l’Ucraina, sembravano cercare una excusatio non petita: c’era un solo modo per gli americani di sapere in tempo reale chi erano stati gli autori della strage ovvero quella di averla organizzata e comunque non sventata perché Mosca asserisce di non aver avuto alcuna comunicazione dall’ambasciata Usa. In realtà da un punto di vista sostanziale cambierebbe ben poco perché sia l’Ucraina, sia l’Isis sono agli ordini di Washington, e dunque anche se alcuni personaggi del commando possono far parte dell’Isis non è affatto detto che non siano degli esecutori del regime di Kiev.  Terroristi dell’Isis combattono da tempo dalla parte Ucraina e dunque un corto circuito di questo genere non sarebbe certamente una sorpresa. E lasciamo perdere gli irenici imbecilli che pensano che Putin si è fatto da solo l’attentato, non possiamo fare altro che constatare l’esistenza di cervelli spappolati dalla loro intima disonestà.

Tuttavia se si dovesse accertare che l’ordine è partito dai servizi ucraini la prima conseguenza sarebbe che essi divengono non solo  obiettivi “legittimi, ma prioritari per la Russia e già oggi c’è stata una scarica di missili contro le sedi dell’intelligence di Kiev. Inoltre poiché è evidente che  un attacco di tale gravità avrebbe richiesto l’approvazione del presidente ucraino Vladimir Zelenskyj, la  “garanzia”  che Putin ha dato informalmente ai leader stranieri (incluso l’allora primo ministro israeliano Naftali Bennett) che la Russia non avrebbe preso di mira Zelenskyj personalmente, è ormai presumibilmente scaduta. Da questo momento in poi il pagliaccio rischia grosso ad andare a trovare i suoi colleghi in qualsiasi altra parte del mondo.

Ma ciò che questo attentato cambia è proprio il contesto generale:  la guerra in Ucraina non è considerata dai russi una guerra  contro  l’Ucraina ma piuttosto  è vista come una lotta contro l’Occidente guidato dagli Stati Uniti, che sta usando l’Ucraina come ariete per infliggere una  “sconfitta strategica”  alla Russia. È interessante notare che il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, proprio la scorsa settimana, ha ammesso pubblicamente per la prima volta che  “l’operazione militare speciale”  è diventa in realtà una guerra. Lo è diventato, ha detto, a causa del coinvolgimento dell’Occidente nel conflitto. Se dunque la complicità dell’Ucraina nell’attacco terroristico di venerdì fosse effettivamente accertata, ciò suggerirebbe, come minimo, che gli Stati Uniti ne fossero a conoscenza e l’abbiano approvato.

Pertanto, gli stessi avvertimenti della Russia sull’attacco agli aeroporti nei paesi della Nato se vengono utilizzati dall’aeronautica ucraina, e sull’annientamento dei contingenti di truppe straniere se vengono inviati in Ucraina, stanno acquisendo sempre più credibilità. Il conflitto finora è stato in gran parte guidato dalle azioni occidentali, che hanno ogni volta alzato la posta mentre la Russia ha sempre tentato di esercitare moderazione: oggi tutto questo sta saltando e l’escalation sarà inevitabile.  Solo Washington può a questo punto disinnescare la mina che essa stessa ha creato decidendo che la battaglia dell’Ucraina non è esistenziale per gli Usa e che sta diventando troppo pericolosa. Però occorre che qualcuno sia in grado di pensare da quelle parti.

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