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In un'intervista al quotidiano Izvestia, l'ambasciatore russo presso l'OPCW (l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche), Vladimir Tarabrin, ha denunciato come l'Ucraina abbia ripetutamente usato armi chimiche fornite dagli Stati Uniti contro le forze armate russe. Il rappresentante dell'organizzazione che ha sede a l'Aja e ambasciatore nei Paesi Bassi, ha precisato come si tratti di una flagrante violazione del diritto internazionale.
"Nel corso dell'operazione militare speciale, abbiamo registrato casi
di impiego da parte delle forze armate ucraine di armi chimiche
prodotte negli Stati Uniti", ha sostenuto il diplomatico, sottolineando
come le consegne fanno parte di uno schema consolidato e illegale di
invio di armi chimiche non letali a Kiev. L'uso di sostanze chimiche
tossiche da parte dell'Ucraina, ha proseguito, è diventato sistematico,
poiché il sostegno occidentale permette a Kiev di violare impunemente il
diritto internazionale.
Secondo Tarabrin, l'esercito ucraino
utilizza vari tipi di munizioni artigianali, granate e contenitori con
sostanze sconosciute contro le forze russe.
La Convenzione sulle armi chimiche (CWC) vieta a tutti gli Stati membri di utilizzare, produrre, acquisire e stoccare armi chimiche, nonché di trasferirle direttamente o indirettamente. L'Ucraina ha ratificato il documento e accettato tutti i suoi obblighi.
L'Ambasciatore ha sottolineato che Mosca sta attirando l'attenzione delle organizzazioni internazionali, in particolare dell'OPCW, sulle violazioni. "Penso che gli Stati Uniti e i loro dipendenti possano essere fermati solo con la massima trasparenza, con l'identificazione di fatti specifici che dimostrino che essi forniscono direttamente, o facilitano la fornitura, di queste sostanze all'Ucraina in violazione della CWC", ha concluso.
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