«Il potere non è per loro. È contro di loro, contro la loro sincerità, contro chi muore sotto le bombe. Oggi nessuno può sapere sapere come evolveranno le proteste. Per fortuna i ragazzi sono immuni all’ipocrisia di chi pensa che le cose vadano bene così».
(di Chiara Sgreccia – lespresso.it)
Il fisico e saggista parla con L’Espresso delle proteste degli studenti che si stanno allargando velocemente in tutto il mondo.
Eccole: le tende sono arrivate (tornate) anche in Italia. Dopo che gli studenti dell’ateneo di Bologna si sono accampati in Piazza Scaravilli, nel cuore della città universitaria lo scorso 5 maggio per chiedere all’Alma Mater Studiorum di rompere i legami della ricerca con gli enti israeliani e i rapporti con l’industria bellica, anche a La Sapienza di Roma (6 maggio) e alla Federico II di Napoli ( 7 maggio) i manifestanti della Rete studentesca per la Palestina hanno allestito l’acampada: «È il momento di portare la nostra mobilitazione a un livello superiore: aderiamo alla chiamata internazionale dell’intifada studentesca», spiegano.
Sono sempre di più le università in tutto il mondo che si stanno unendo alla «lotta contro il genocidio del popolo palestinese a Gaza», lanciata dall’ateneo palestinese Birzeit. Non solo negli Stati Uniti e in Europa, «l’intifada studentesca» sta infiammando anche le università arabe: dalla Tunisia al Libano, all’Egitto, Giordania, Iraq.