lunedì 6 maggio 2024

La Georgia strangolata dalle Ong occidentali

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Come sappiamo benissimo  gli Usa con l’aiuto del solito sottopancia europeo stanno tentando un cambio di regime in Georgia per portare il Paese sotto l’egida della Nato e dare così fastidio alla Russia. Il pretesto per questa sorta di rivoluzione arcobaleno, nel senso che si tratta politicamente di una mera illusione ottica, è la legge  in discussione al Parlamento di Tiblisi che obbliga le Ong a rendere pubblica l’origine dei loro fondi. Questa sarebbe la ragione della rivolta che porta i manifestanti disonesti o poco informati o pagati o raggirati a scendere in piazza contro una legge che viene accusata di essere in “stile russo.” Ma tutto questo è grottesco perché una legge molto simile è in vigore invece proprio negli Usa.  Ciò che va bene per gli Stati Uniti non va bene per la  Georgia dove Washington vuole comandare ad ogni costo.

Solo che per raggiungere i suoi scopi deve servirsi di queste organizzazioni sedicenti non governative che invece fanno riferimento a governi stranieri, a oligarchi che formano il potere reale dell’egemone e a servizi segreti: i soldi per il tradimento della democrazia e per la pressione politica vengono proprio da lì praticamente in tutti i Paesi in cui si tenta un cambio di regime, come fu a suo tempo per l’ucraina. Del resto bisogna sapere  che il complesso di Ong che hanno la loro  testa in Usa o nell’Ue e la loro coda velenosa in Georgia  è enorme, spropositato, incredibile, proprio come se volessero “digerire” il Paese: in Georgia sono attive 20.000 Ong, una ogni 148 cittadini e il 90%  dei finanziamenti viene da paesi stranieri.

Così sebbene l’attuale governo l’attuale governo della Georgia abbia  una solida maggioranza derivata dalle elezioni il cui risultato si tenta ora di sovvertire esso  è costretto a subire l’indebita pressione di questa enorme quinta colonna affinché accetti il partenariato strategico con gli Usa. Finora il governo della Georgia ha rifiutato l’invito degli Stati Uniti a discutere questa sorta di alleanza che lo metterebbe in prima linea nel conflitto tra Usa e Russia e di conseguenza sta cercando di mettere fine a questa metastasi di ong, o quanto meno di dimostrare che sono gli Usa e i loro serventi europei a cercare di sovvertire il Paese: se questa enorme catena di ambigue organizzazioni dovesse dichiarare da chi prende i soldi la situazione sarebbe immediatamente chiara.

Inutile dire che mentre i Paesi occidentali reprimono con ogni mezzo lecito e illecito ogni protesta interna, condannano qualunque azione contro i dimostranti spesso violenti e armati dai soliti noti  che sono al loro soldo e che in sostanza intendono sovvertire il risultato delle elezioni ricorrendo anche alla violenza. Il solito vergognoso doppiopesismo. Non rimane che augurare buona fortuna alla Georgia perché riesca a resistere all’abbraccio dei banditi occidentali.

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