martedì 7 maggio 2024

Arrestato Giovanni Toti governatore della Liguria, l’accusa è di corruzione: “Favori in cambio di finanziamenti”

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All’alba di oggi, martedì 7 maggio, la Guardia di Finanza ha arrestato e posto agli arresti domiciliari, il presidente della Liguria Giovanni Toti, accusato dir corruzione

Lo scrive il Fatto Quotidiano. Un vero e proprio terremoto giudiziario che si abbatte sulla maggioranza di centrodestra che guida la Liguria dal 2016. La Procura di Genova ha accusato Toti di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio e promesse elettorali. Nell’operazione ancora in corso, sono indagati per corruzione altri due politici di primo piano: l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato e direttore generale della multiutility Iren, e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli, ex presidente dei club calcistici Genoa e Livorno, che avrebbe ottenuto il rinnovo di concessioni portuali in cambio del finanziamento a fondazioni e comitati politici che negli ultimi anni hanno sostenuto Toti.

Sempre secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano, un’altra parte delle accuse di corruzione riguarda finanziamenti e favori scambiati con Esselunga, altro grande sostenitore del centrodestra ligure, che proprio con l’avvento delle giunte guidate da Toti ha aperto i suoi primi punti vendita in Liguria, mettendo fine allo storico dominio delle Coop.

Un secondo parte delle indagini ipotizza il voto mafioso, in particolare si concentra su pacchetti di voti che spiegherebbero il boom elettorale del partito fondato da Toti, Cambiamo, che alle regionali del 2020 aveva ottenuto lo straordinario risultato del 22% (surclassando partiti della sua stessa maggioranza ben più radicati a livello nazione, come la Lega, 17%, Fratelli d’Italia, 10%, Forza Italia, 5,7%). Dietro quell’exploit ci sarebbero secondo gli inquirenti pacchetti di voti garantiti da personaggi vicini a clan mafiosi nisseni originari di Riesi, confluiti nel boom di preferenze registrate da vari candidati totiani.

In questo filone il braccio destro di Toti, Matteo Cozzani, suo capo di gabinetto ed ex sindaco di Porto Venere, è indagato per promesse elettorali aggravate dal metodo mafioso, mentre Toti è indagato per il solo reato di promesse elettorali. Cozzani è indagato per corruzione in un ulteriore filone di inchiesta, aperto dalla Procura di La Spezia, insieme ad alcuni imprenditori che in cambio di vantaggi avrebbero messo a disposizione soggiorni di lusso a favore di persone dell’entourage di Toti.

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