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La diagnosi è senza scampo: le élite politiche europee sono sadiche con i propri cittadini, ma masochiste con i loro padroni. E tutto si confonde in un’orgia di dissoluzione sociale ed economica. La ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock, ben nota per la sua irriducibile vicinanza a Zelensky, va a Damasco per congratularsi con il “liberatore” Jolani, il nostro terrorista Nato e questi non le porge nemmeno la mano perché è donna. Un grande progresso rispetto ad Assad che invece era un assertore dei diritti delle donne. Ma tutti contenti di aver portato la civiltà in Siria. In Gran Bretagna si scopre che sia il governo conservatore che quello laburista hanno lasciato in pace bande di stupratori pakistani macchiatisi di centinaia di episodi di violenza per evitare di sporcare la favola bella dell’integrazione e dell’immigrazione selvaggia che è uno dei cardini del globalismo. E infine l’esultanza degli idioti di contorno mediatico perché Kiev ha chiuso gli ultimi rubinetti del gas russo, con conseguente e immediato aumento dei costi che si abbattono come una mannaia sui ceti popolari.
Di quest’ultimo sadico capitolo fa parte anche Net Zero, una totale e irrealizzabile follia imposta dagli speculatori internazionali per depredare la gente con investimenti che devastano l’ambiente senza offrire una reale alternativa energetica e imponendo loro auto elettriche, cappotti alle case, prezzi dei servizi via via crescenti e tagli al welfare al solo scopo di diminuire le emissioni dell’innocua e anzi benefica CO2. In un prossimo post mostrerò come questa insensata teoria abbia origini reazionarie e persino anti sindacali ancorché sia seguita come vangelo dai dormienti che si immaginano di essere di sinistra.
Tuttavia la futilità di questa ipotesi che ha fortemente allentato l’attenzione verso i reali problemi ambientali è dimostrata dal fatto che è bastato un cambio di amministrazione alla Casa Bianca per allontanare da Net Zero le centrali finanziarie nord americane che finora sono state al centro di questo gioco al massacro per la maggior parte dei cittadini e per la stessa industria europea. Questo poco si accorda con la favola degli oceani in procinto di bollire e con il catastrofismo sparso a piene mani in questi ultimi anni, ma sta di fatto che ieri Morgan Stanley ha annunciato di essersi ritirata dalla Net Zero Banking Alliance (Nzba) che negli ultimi anni ha retto le fila del gioco. Due giorni prima anche Citigroup e Bank of America che hanno entrambe abbandonato tale alleanza e la loro uscita segue quella di Wells Fargo e Goldman Sachs, che si sono entrambe ritirate già prima dell’anno nuovo.
Com’è noto la Nzba è un progetto della Finance Initiative (Fi) del Programma dell’ Onu per l’Ambiente (Unep), lanciato nel 2021 e fortemente voluto dal Wef che da anni è diventato un partner privilegiato della Nazioni Unite. Non stupisce a questo punto che il tutto sia stato coordinato dal magnate dei media finanziari, Mike Bloomberg, e del suo subordinato, ex governatore della Banca d’Inghilterra e della Banca del Canada, ora manager dell’impero commerciale di Bloomberg, Mark Carney. Nel complesso unisce 144 banche (tra cui quelle più importanti in Italia) che dovrebbero prestare le molte decine di trilioni necessari a un’impresa impossibile. Altro elemento incongruo è che oggi questa alleanza è presieduta dalla maggiore banca degli Emirati arabi, un Paese che vive di esportazioni petrolifere.
Adesso con l’uscita dei colossi statunitensi le cose si faranno sempre più difficili ed è assai probabile che ci saranno altre defezioni. Del resto è ben noto che le energie cosiddette rinnovabili sono un affare solo grazie alle “compensazioni” di governi ed enti pubblici che sottraggono risorse alle politiche sociali e per giunta fanno aumentare le bollette, cosa questa che svela tutta l’artificialità della trappola climatic0-finanziaria. Adesso ci saranno meno soldi per burocrati e per carriere accademiche in cambio delle manipolazioni di dati (vedi nota) o per modellazioni insensate e meno per media disposti a qualsiasi narrazione.
Nota In Gran Bretagna si è scoperto che vengono riportate le temperature di circa un centinaio di stazioni meteo inesistenti e che l’Ufficio meteo nazionale ha avuto addirittura la faccia di sostenere di avere una registrazione continua delle temperature all’aeroporto di Stornoway a partire dal 1873. Peccato che allora non esistessero aerei e che l’aeroporto è stato realizzato solo nel 1937. Tutto questo serve a gonfiare l’aumento delle temperature e a metterle in connessione con l’attività antropica, al fine di non prendere in considerazione altri fattori.
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