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È dalla fine dell’estate che ci mostrano foto del Sahara paradossalmente inondato da piogge a dimostrazione del cambiamento climatico dovuto all’emissione antropica di CO2. Ma come al solito si tratta di una balla costruita ad hoc: questo fenomeno era in effetti dovuto all’uomo, tuttavia in maniera più diretta e sconsiderata, ovvero è causato dall’inseminazione delle nuvole che il governo marocchino attua in maniera massiccia dall’anno scorso e che quest’anno ha raggiunto il suo culmine. Secondo un rapporto dell’agenzia meteorologica spagnola El Tiempo, alterare artificialmente i modelli meteorologici potrebbe avere conseguenze imprevedibili per l’intera regione, soprattutto nelle aree vicine come la Spagna meridionale e le enclave spagnole di Ceuta e Melilla. Inoltre, l’inseminazione delle nuvole potrebbe alterare l’umidità relativa dell’atmosfera, provocando potenzialmente siccità in luoghi inaspettati o forti piogge altrove. Il rapporto avverte che la geoingegneria potrebbe addirittura aumentare la frequenza di eventi meteorologici estremi come tempeste, fulmini, grandinate e tornado. È davvero curioso che si combatta il “cambiamento climatico”, questo pleonasmo ideologico, per poi agire come apprendisti stregoni per provocarlo.
Ora non sappiamo se questo abbia avuto una qualche parte nel disastro di Valencia che viene naturalmente attribuito alla cosiddetta “emergenza climatica” con l’irresponsabilità tipica degli ideologisti da quattro soldi in senso metaforico, ma dotati dei buoni stipendi e carriere che si accompagnano alla vuota propaganda. Citerò per tutti gli inarrivabili citrulli di Euronews. Il fatto da sottolineare è che l’evento non è affatto senza precedenti, anzi ne ha avuti parecchi in passato.
Ecco ad esempio un grafico che dimostra come precipitazioni intorno ai 200 mm al giorno, ovvero quelli ufficialmente misurati nell’attuale calamità, non sono per nulla rari a Valencia e in un caso si è arrivati a 250 millimetri. Per la cronaca allora c’erano 310 parti per milione di CO2 contro i 490 di oggi, cifre comunque molto basse rispetto all’intera storia dell’atmosfera terrestre.
Questo altro grafico dimostra come nel mese tra fine settembre e ottobre le precipitazioni nell’area della città raggiungono facilmente i 100 millimetri al giorno. Il fenomeno è causato dal Dana (Depressione Atmosferica Isolata ad Alta Quota): si tratta di una bolla di aria fredda che a contatto con l’aria più calda del Mediterraneo provoca violenti nubifragi.
È una condizione che coinvolge non solo Valencia le cui inondazioni sono numerose nella storia a partire dall’anno 1000, ma tutta la Spagna orientale, tanto che, come ci dice la tabella qui sotto, le vittime delle alluvioni sono numerose in questa parte della Penisola Iberica.
A questo proposito si arriva a leggere grazie alle teste di sfrindello della Rai, di Repubblica e di tutti gli altri contenitori di fesserie, che la deviazione del fiume Turia, realizzata dal dittatore Franco dopo l’alluvione del 1957 (300 morti), per costruire sul vecchio letto del corso d’acqua dei giardini, avrebbe salvato Valencia. Come si vede l’opera non sembra essere servita a molto o meglio è servita ad evitare la zona ricca della città favorevole al regime per colpire le aree popolari. Che magari era proprio nelle intenzioni del Caudillo.
Insomma anche su Valencia volano gli avvolti della “crisi climatica” che cercano di sfruttare l’emotività del momento per spacciare come mai visto un fenomeno che è sempre esistito. Questo ovviamente favorisce l’inazione ambientale, gli scarsi investimenti, le speculazioni, tanto ci pensa l’ideologia del cambiamento climatico a salvare politici e amministratori dopo ogni evento catastrofico. Anzi proprio tali avvenimenti forniscono materiale per i gaglioffi del globalismo che un giorno ci dicono che la CO2 è responsabile della diminuzione della piovosità e il giorno dopo che causa alluvioni. Prima o poi arriverà il redde rationem anche per loro.
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