mercoledì 6 novembre 2024

Israele. Polizia fa irruzione nell’ufficio di Netanyahu per fatti gravi. Il premier “Contro di noi spedizione di caccia”

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Nella serata di ieri, sabato 5 novembre, la polizia ha fatto irruzione nell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu e apre indagine su “fatti gravi”

Lo riferisce l’emittente Channel 12, citata da Times of Israele, sottolineando che si è trattata di un’azione senza precedenti e che non è ancora chiaro se sia collegata all’indagine sulle fughe di notizie di intelligence sulla guerra da parte dell’ufficio del primo ministro o all’indagine resa pubblica oggi, apparentemente collegata ai presunti tentativi di falsificare i verbali delle riunioni del gabinetto di guerra.

Secondo quanto riporta Ynet, l’Unità 433 Lahav della polizia israeliana ha reso noto oggi che sta conducendo da diversi mesi un’indagine penale che “riguarda fatti gravi risalenti all’inizio della guerra” all’interno dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. La testata aggiunge che nell’ambito della vicenda, si prevede che un alto funzionario dell’ufficio del premier sarà interrogato. In precedenza una fonte aveva rivelato a Ynet il timore che ci fosse stato un tentativo da parte di funzionari dell’ufficio di Netanyahu di “mettere mano”, cioè di modificare alcuni dei protocolli o delle trascrizioni delle discussioni del gabinetto.

Dura la reazione del premier Netanyahu: “Una spedizione di caccia senza precedenti nel mezzo di una guerra”. Così in una nota l’ufficio di Benjamin Netanyahu ha commentato la notizia dell’indagine penale avviata dalla polizia israeliana riguardanti “fatti gravi risalenti all’inizio della guerra” all’interno dello stesso ufficio del premier. Lo riporta Times of Israel. “Dopo un anno di fughe di notizie dalle riunioni di gabinetto e dalle discussioni sugli ostaggi, che hanno fornito informazioni preziose ai nostri nemici, le uniche due indagini che sono state aperte sono dirette contro l’ufficio del primo ministro e non contro i responsabili delle fughe di informazioni, nessuno dei quali è stato indagato e che hanno causato danni enormi agli ostaggi e alla sicurezza di Israele”, si legge. “Come per gli altri tentativi di gonfiare le accuse contro il primo ministro e il suo entourage, anche in questa occasione la montagna non partorirà un topolino”, prosegue la nota, “ma porterà sicuramente a difficili domande sull’applicazione selettiva senza precedenti e infondata della legge”.

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