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Non c’è niente di più pericoloso di un gruppo di cretini disperati che si sono andati a cacciare in un vicolo cieco. Purtroppo la cattiva notizia è che siamo in mano proprio a un simile sinedrio di dementi che dopo aver sbagliato tutto, dopo aver acconsentito ad ogni ordine proveniente dall’altra sponda dell’Atlantico, dopo aver tentato il suicidio economico del continente, non possono fare altro che andare avanti razzolando come si dice che facciano le galline private della testa. Così la Ue, guidata da una indegna madamina che ha tutta l’aria di espellere stronzi di maiolica, ma che invece dentro di sé porta la tabe della peggiore corruzione, ha prodotto un report sulla difesa europea contro un presunto e immaginario attacco della Russia, ipotizzato per suscitare la paura dei più idioti e per giustificare l’appoggio sconsiderato e suicida a una guerra palesemente persa. Il documento redatto dell’ex primo presidente finlandese Sauli Niinistö, personaggio di un grigiore inenarrabile e principalmente noto per essere sopravvissuto allo tsunami del 2004, durante le sue vacanze tailandesi, contiene tutto il marcio che si possa immaginare: dallo sviluppo dell’industria bellica che è comunque la migliore fonte di tangenti conosciuta (e anche la von der Leyen ne sa qualcosa), allo sviluppo di una cultura militaresca fra i giovani.
Ma naturalmente questo indigesto polpettone, essendo un insulto alla realtà, presenta anche parti di inedita coglionaggine. In vista di un presunto conflitto con Mosca, uno degli obiettivi della Ue (ricordate quella costruzione politica grazie alla quale la guerra non ci sarebbe mai stata come si diceva nella bocciofila del Pd?) è quello di preparare la popolazione ad avere una “autosufficienza di base di almeno 72 ore” per fare fronte a diverse emergenze compresa quella nucleare. Ma cos’è uno scherzo o un nefasto tentativo di cabaret? Forse alla Commissione sfugge il fatto che da tempo immemorabile si fa la spesa settimanale e che insomma in qualsiasi casa ci sono i mezzi per essere autonomi per tre giorni. Peccato che alle radiazioni si sopravvive per molto meno tempo e durano settimane se non mesi, agli attacchi chimici pure e alle bombe ancor meno. Oppure si vuole far credere che la guerra sarà vinta in tre giorni grazie alle candele e alle torce per superare i blackout?
Naturalmente tutto questo ha solo uno scopo narrativo: se davvero la Russia volesse attaccare, cosa peraltro lontanissima dai suoi interessi, troverebbe un’Europa disarmata visto che ha mandato in Ucraina quasi tutto ciò che aveva, mentre per il rispristino di un’industria bellica in grado di competere con quella russa, appoggiata eventualmente da alcune fra le più grandi potenze manifatturiere del pianeta, occorrerebbero decenni. Sanno benissimo che stanno lavorando di fantasia con l’unico scopo di militarizzare la società e mantenere la logica oligarchica che comincia a perdere vistosamente colpi anche grazie ai disastri economici provocati dalle sanzioni boomerang contro la Russia. Basti pensare che il nuovo ministro della sanità olandese, Marie Fleur Agema, ha strappato il sipario e dichiarato che non è possibile dare corso alle promesse elettorali perché il suo Ministero è subordinato alla Nato, all’Nctv (Coordinatore nazionale per l’antiterrorismo e la sicurezza) e agli Usa, dunque deve sottostare ai loro ordini.
Insomma il pozzo nero comincia a spalancarsi e questi cinici poveracci di Bruxelles non hanno altro che gestire i gagliardetti retorici di una futuribile guerra inventata, che tra l’altro nemmeno hanno i mezzi per combattere, all’unico scopo di rimanere abbarbicati come cozze al potere. In quanto burattini, certo, ma con una piccola percentuale degli incassi. Non è forse un caso se questo ridicolo piano delle 72 ore esce fuori dopo le febbrili riunioni nelle quali costoro hanno discusso cosa fare nel caso di una vittoria di Trump in Usa che ha espresso la volontà di mettere fine alla guerra in Ucraina. Ed ecco spiegata la narrazione della guerra e la cavolata delle 72 ore, prova del nove che si tratta di mere affabulazioni. In realtà non dovrebbero rimanere sulle loro poltrone nemmeno per altri 72 minuti se la civiltà europea vuole sopravvivere. In ogni caso una cosa è certa: anche gli tsunami commettono i loro errori.
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