Licenziamenti indiscriminati, razzismo, molestie sessuali.
![Klaus Schwab, Founder and Executive Chairman, World Economic Forum Razzismo, molestie e discriminazioni. Questa la prassi del Forum di Davos che dice di voler rendere il mondo “un posto migliore”](https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2024/07/01/scwab_1200-690x362.jpg)
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Emerge questo ed altro dall’inchiesta condotta dal Wall Street Journal sul World Economic Forum di Davos, l’appuntamento in cui ogni anno si ritrovano le élite globali
per discutere di “come rendere il mondo un posto migliore”, nell’ambito
di una inscalfibile devozione al credo neoliberista.
L’indagine attiene
al periodo della lunga presidenza di Klaus Schwab,
ottantenne fondatore del Forum che ha lasciato la carica di presidente
esecutivo lo scorso maggio, mantenendo comunque un incarico di
rappresentanza.
Le tante testimonianze raccolte dal quotidiano statunitense dipingono condizioni di lavoro che sono l‘antitesi di tutto quello pubblicamente proclamato dall’organizzazione su parità di genere,
rispetto delle diversità etc.. Almeno sei dipendenti donne sono state,
ad esempio, licenziate, o hanno subito pesanti penalizzazioni, mentre
erano incinte oppure appena rientrate dal congedo di maternità.
Circa un anno fa, avendo deciso di voler ringiovanire l’immagine del personale, Schwab ha ordinato al responsabile delle risorse umane Paolo Gallo di licenziare un gruppo di dipendenti con più di 50 anni.
Gallo ha rifiutato, sottolineando come per licenziare una persona debba
sussistere un motivo ragionevole, il responsabile è stato quindi
licenziato a sua volta da Schwab poco dopo.
Molti poi i resoconti di un episodio accaduto nel 2017 quando il presidente del Forum scelse una giovane donna
per sovraintendere ad un’iniziativa dedicata alle start up, salvo poi
allontanarla dal posto di lavoro dopo che la donna aveva comunicato di
essere incinta.
Diversi i reclami interni di cui dà conto il Wall Street Journal dopo che i manager bianchi del forum hanno usato la sigla N
per classificare i dipendenti neri. I dipendenti di colore hanno anche
presentato reclami formali ai responsabili del Forum per essere stati
ignorati per promozioni o esclusi da Davos.
Ogni anno lo stesso World Economic Forum pubblica il “Global Gender Gap Report” che descrive in dettaglio i progressi di vari paesi verso la parità di genere.
Alcune delle accuse di maltrattamento provengono da ex membri dello
stesso team che l’ha creato. “La cosa più deludente è stata quella ci
constatare la distanza tra ciò a cui afferma di puntare il Forum e ciò che invece accade dietro le quinte”, ha affermato Cheryl Martin,
un’ex funzionaria del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che
ha ricoperto il ruolo di alto dirigente del Forum.
“È un’istituzione psicologicamente violenta
e non capisco come possano avere la credibilità necessaria per scrivere
questo rapporto sul divario di genere e dettare il modo in cui le
economie e le industrie vengono gestite a livello globale”, ha affermato
un’altra addetta.
Il quotidiano ha intervistato più di 80 tra dipendenti
ed ex dipendenti con incarichi che vanno dagli anni ’80 fino a oggi.
Alcuni di loro si sono uniti grazie a quello che descrivono come un trauma condiviso in un gruppo WhatsApp
chiamato “WEFugees” che conta centinaia di ex dipendenti.
“È stato
angosciante vedere i colleghi chiudersi in se stessi in seguito alle
molestie da parte di personale di alto livello, passare dall’essere
socievoli e allegri all’autoisolamento” ha affermato Farid Ben Amor
un ex dirigente dei media statunitensi che ha lavorato al Forum per più
di un anno prima di dimettersi nel 2019. Le donne dello staff hanno
detto che i loro colleghi, soprattutto quelli maschi, spesso facevano commenti sul loro aspetto.
“C’era molta pressione per essere belli e indossare abiti attillati“,
ha detto una donna che ha lavorato lì negli anni 2010.
“Mai nella mia
carriera avevo visto l’aspetto fisico avere così tanta rilevanza come in
questa organizzazione”, ha aggiunto.
Un’ altra testimone ha detto che era normale per le giovani dipendenti ricevere proposte dai partecipanti agli eventi del Forum.
A un summit del Wef Africa,
ricorda che un amministratore delegato le chiese se voleva tornare
nella sua stanza e bere con lui uno speciale whisky giapponese. Lei
disse di no.
Altre tre donne che lavoravano a Ginevra a stretto contatto
con Schwab, una receptionist, un’assistente personale e una dipendente,
hanno dichiarato che il per diversi anni il presidente ha rivolto loro commenti allusivi
che le hanno messe a disagio.
Il Forum ha mantenuto in servizio, e in
alcuni casi promosso, una dozzina di manager contro i quali sono stati
presentati reclami specifici nel corso degli anni.
Secondo una denuncia inviata a Schwab e a un altro dirigente, nel 2010, durante una campagna di vaccinazione antinfluenzale, Malte Godbersen, attuale responsabile della tecnologia e dei servizi digitali, si è finto un medico quando si è presentata una giovane collaboratrice.
Ha posto domande mediche e ha risposto affermativamente quando lei le
ha chiesto se doveva togliersi la maglietta, ma prima le ha chiesto di
muovere il corpo in posizioni diverse. Quando entrò il vero medico la
giovane donna si rese conto di essere stata ingannata.
Jeremy Jurgens,
un altro importante membro dello staff che aveva assistito alla scena
si è semplicemente messo a ridere.
Il Forum ha replicato che si trattò
di un malinteso e che Godbersen si è scusato.
È stato rimproverato e gli
è stato ridotto il bonus, Godbersen, che rimane al Forum, non ha risposto alle richieste di commento.
La dipendente di colore Tiffany Hart ha detto che un
dirigente le ha posto domande sulla sua parrucca e, mentre brandiva dei
fiammiferi, le ha chiesto se poteva darle fuoco.
In un altro momento,
ha detto che lui le aveva detto: “Se avessi saputo che avevi la
dislessia, non ti avrei assunto”. Ha aggiunto di aver denunciato
inutilmente l’episodio alle risorse umane.
Il Forum ha affermato di non
essere a conoscenza delle accuse.
Quando un altro dirigente, Roberto Bocca, l’ha rimproverata e l’ha chiamata “stronza” durante una call, le risorse umane hanno ignorato il suo reclamo spiegando che Bocca era semplicemente “italiano e molto appassionato”.
Bocca non ha risposto alle richieste di commento da parte del Wsj.
Il portavoce del Wef Yann Zopf, riporta il Wall Street Journal,
ha affermato che l’inchiesta avrebbe “travisato la nostra
organizzazione, la nostra cultura e i nostri colleghi, incluso il nostro
fondatore”.
Ha poi sottolineato come l’organizzazione abbia una
politica di tolleranza zero per molestie o discriminazioni.
Il Forum ha
aggiunto che molti degli episodi descritti dal Wsj, compresi quelli relativi alla presunta discriminazione in gravidanza,
hanno coinvolto ex dipendenti che erano stati licenziati per motivi di
rendimento o nell’ambito di ristrutturazioni. Ogni anno il Wef incassa
ricavi per circa 400 milioni di dollari e conta un migliaio di
dipendenti, per lo più tra Ginevra e New York.
Il Forum
è un’organizzazione internazionale ma è anche un’ “impresa di
famiglia”.
I due figli di Schwab ricoprono ruoli di rilievo
nell’organizzazione e sua moglie è copresidente della Fondazione Schwab
per l’imprenditoria sociale, organizzazione collegata al Forum.
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