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di Giovanni Lazzaretti
25.12.2023
MEMENTO
Non è mai da dimenticare questa sequenza (sono un po’ ossessivo, la ripeto spesso).
1968: al mio paese l’operaio monoreddito con 2 figli comprava casa coi soldi suoi e senza mutui.
1980: il mio primo stipendio in una micro-ditta (ero l’unico dipendente) era 9 volte il costo dell’affitto di casa.
2023: al mio paese esistono coniugi con 2 figli che chiuderanno il
mutuo casa da 600 euro nel 2051, quando lui avrà 74 anni e lei 67.
Com’è noto, l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro; rimuove gli
ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana;
assicura al lavoratore una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e
alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa; incoraggia e tutela il
risparmio in tutte le sue forme; favorisce l’accesso del risparmio
popolare alla proprietà dell’abitazione.
Vi sembra che non sia vero? Infatti non è PIU’ vero. Ma in un tempo non remoto era vero.
Per un periodo della vita italiana la Repubblica arrivò a una discreta
realizzazione della propria Costituzione. Poi arrivò il neoliberismo
imperante e la Costituzione rimase come semplice feticcio da evocare e
da non realizzare.
I 4 PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO
Sono 4 i brani della Bibbia dove viene descritto un grido verso il Cielo.
San Pio X nel suo Catechismo li ha estratti e li ha elencati come peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio (4) :
- omicidio volontario
- peccato impuro contro natura
- oppressione dei poveri
- frode nella mercede agli operai.
Lo scollamento completo tra la retribuzione di un lavoratore normale e
l’accesso al bene primario della casa è l’unione della oppressione dei
poveri + frode nella mercede agli operai.
Si può infatti frodare la mercede in due modi: non dando il dovuto, oppure facendo pagare più del dovuto i beni necessari.
Si può opprimere il povero facendolo lavorare da schiavo; oppure lo si
può rendere schiavo facendogli “servire il debito” per tutta la vita.
Il lavoratore normale non ha alcuna possibilità di comprare casa coi
soldi guadagnati, ma può farlo solo accollandosi una rata di mutuo. Non
può in alcun modo ristrutturare una casa invecchiata, ma può solo
accollarsi una seconda rata di mutuo.
La Costituzione è lontana anni luce.
PERCHE’ LA CASA COSTA TROPPO
Perché la casa costa “troppo”? Ossia, perché è un bene ormai totalmente sproporzionato rispetto agli stipendi?
Perché, stante il nostro sistema monetario (1) , ogni prezzo di beni e
servizi racchiude in sé un cumulato occulto di interessi passivi,
cumulato che, per il “bene casa” è non inferiore al 77% (2) . Ossia la
casa paga una tassa enorme alla finanza internazionale.
Lo scollamento si spiega così, ed è cresciuto esponenzialmente da quando lo Stato ha consegnato se stesso ai mercati
(“divorzio” Stato-Bankitalia del 1981) creando “la madre di tutte le privatizzazioni”.
L’ATTO DI GIUSTIZIA DEL SUPERBONUS
Il SuperBonus110 era quindi un semplice atto di giustizia sociale: consentire ANCHE al povero di ristrutturare casa
rendendola energeticamente più efficiente.
Perché “atto di giustizia”? Perché il povero da almeno 42 anni viene
regolarmente frodato della propria mercede grazie alla crescita dei
prezzi di beni essenziali, gonfiati dagli interessi passivi. Interessi
passivi che, com’è noto, per la casta che sta “dall’altra parte” sono
interessi attivi.
È la tragedia del “principio di liquidità”: il ricco, oltre a essere
ricco, preleva interessi dalle tasche del povero e del lavoratore.
Il SuperBonus110 aveva un principio di fondo non visibile al primo
sguardo, ma importantissimo: costringeva per una volta il sistema
bancario a emettere moneta dal nulla per l’economia reale e non per la
finanza.
ATTO DI GIUSTIZIA, MA CHE TRAGEDIA PER LE CASSE DELLO STATO!
«Atto di giustizia, ma che tragedia per le casse dello Stato!»
Questa è la madre di tutte le bugie.
Quando si illustra un costo, bisogna anche specificare se il costo genera delle entrate e/o dei benefici.
Si stenta a crederlo, ma una fattura emessa all’interno dell’economia reale si trasforma tutta (diciamo oltre il 99%) in
imposte e tasse nel giro di pochi anni (3) .
Emetti una fattura in ambito edilizio, e c’è subito dell’IVA che passa
allo Stato; alla dichiarazione dei redditi andranno allo Stato le
relative imposte (IRES, IRAP, varie). Con l’incasso della fattura
vengono pagati i dipendenti (imposte e previdenza allo Stato) e i
fornitori (IVA e imposte allo Stato). L’operaio che ha percepito lo
stipendio spende in beni reali (IVA e imposte allo Stato). Eccetera.
La fattura torna tutta allo Stato e nel frattempo il piccolo attore dell’economia reale ha mantenuto se stesso e la sua famiglia.
Il SuperBonus110 a regime sarebbe stato un flusso continuo di crediti
fiscali verso l’economia reale compensati dal ritorno di imposte
generate dalla crescita economica conseguente.
È un meccanismo che contrasta il principio di liquidità mettendo in
campo dei princìpi di compensazione. Il SuperBonus110 è il primo esempio
di “moneta fiscale” in Italia.
L’avversione da parte di Draghi e dei suoi Giorgetti viene descritta
come avversione “per il costo”. In realtà l’avversione è dovuta al fatto
che era nata una “nuova moneta”. E guai a toccare la moneta a chi
prospera sulla moneta-debito.
UNA BUGIA RIPETUTA 100 VOLTE NON DIVENTA VERITA’
Così mi dà ormai la nausea vedere continuamente la Meloni, Giorgetti, e
pretoriani vari che ripetono all’infinito “quanto costa il superbonus”
senza mai dirci “quanto rende il superbonus”.
Senza contare che le spese creavano risparmio energetico, il che
significa vantaggio per lo Stato (meno energia da trovare/produrre) e
per il cittadino (meno spese) e di nuovo per lo Stato (ciò che il
lavoratore risparmia in energia lo spende in beni reali, e di nuovo dà
un impulso di imposte pro Stato).
Corollario non secondario: una moneta fiscale liberamente cedibile potrebbe addirittura non diventare MAI un costo per lo Stato.
Non a caso Draghi ha bloccato la cedibilità: era un uomo della finanza
prestato al governo, e quindi ha fatto gli interessi della finanza, non
del popolo.
Le truffe? Se le avete scoperte, vuol dire che i meccanismi di controllo
erano buoni. Non esiste normativa che sia esente da truffa. E il
mischiamento tra “bonus facciate” (pochi controlli, molte truffe) e il
superbonus (molti controlli, poche truffe) è un altro punto importante
della bugia mediatica.
«Il SuperBonus110 l’hanno usato i ricchi!» Certamente, l’hanno usato
ANCHE i ricchi. Il principio di compensazione consente cose che mettono
sullo stesso piano i ricchi e i poveri. Un atto di giustizia sociale,
appunto.
I bonus classici invece li usano SOLO i ricchi. Posso mettere anche un
bonus al 99%, ma, se lo erogo DOPO il pagamento della fattura, è solo
chi ha liquidità che ne può usufruire. È quindi un regalo SOLO per
ricchi.
Meloni, Giorgetti, ripetete pure 100, 1000 volte la stessa bugia. Non
diventa verità. Semplicemente man mano che la gente capirà vi collocherà
nel novero dei servi della finanza.
O meglio, per dirla a modo mio, vi metterà nella categoria dei “nOmismatici mancati”.
Per un politico moderno è il massimo degli insulti: se non capisci la moneta, come puoi pretendere di “governare”?
Giovanni Lazzaretti
giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com
NOTE
1) Moneta-debito, che pretende di essere contemporaneamente misura di
valore + riserva di valore + mezzo di scambio. Per maggiori dettaglio
vedere la lezione n.8 “Perché la nostra moneta è falsa”, corso di
nOmismatica, http://lanomismatica.org/il-corso/
2) Uno studio effettuato in Germania prima della crisi dei mutui
subprime elencava la “componente interessi passivi” di una serie di beni
e servizi. Per le case popolari si attestava al 77%. L’iniezione di
somme enormi per salvare il sistema dal tracollo (somme destinate quasi
interamente alla finanza) può solo aver fatto lievitare ulteriormente la
percentuale.
3) Più o meno anni secondo la tipologia di economia reale coinvolta.
4) Li ricorda anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, limitandosi a
dire che gridano verso il Cielo, senza utilizzare la parola “vendetta”.
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