Un’ora
e mezza di confronto non è servita a nulla, se non a rimandare a una
nuova data, l’8 gennaio, quando si terrà la nuova assemblea dei soci e
quando, a dire del Governo, bisognerà prendere una decisione definitiva.
Tre
le opzioni prospettate: la prima è che il socio privato decida di
investire; la seconda, exit strategy, è che si concluda un accordo per
accompagnare Arcelormittal fuori e per sostituirlo con un altro socio
provato; la terza è, in caso di mancato accordo, l’amministrazione
straordinaria.
La cosa che più ci preoccupa è che, in ogni caso, la decisione viene lasciata proprio ad Arcelormittal. Il Governo non riesce a fare altro che ribadire ancora una volta che questa situazione è frutto della cattiva gestione della vertenza ad opera dei precedenti Governi.
Noi
riteniamo che questo non può continuare ad essere l’alibi per non fare
nulla, e per non lavorare in maniera incisiva ad una soluzione.
Noi siamo estremamente preoccupati perché alcune aziende non hanno ancora pagato le tredicesime, perchè ci sono migliaia di lavoratori in cassa integrazione e ordini degli appalti scaduti e non ancora rinnovati.
Le organizzazioni sindacali verranno nuovamente convocate il 9 o il 10 al massimo, per essere messe al corrente dell’esito dell’assemblea dell’8 gennaio.
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