martedì 2 luglio 2024

L’Europa è una camera senza gas

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Come si sa l’Europa continua a comprare massicce quantità di gas dalla Russia: da una parte non fa che sanzionare, parlare di guerra e esprimere russofobia, dall’altra senza farlo sapere ai propri cittadini, compra attraverso triangolazioni, quantità di risorse energentiche anche superiori a quelle che è costretta ad acquistare a carissimo prezzo dagli Usa, visto che questi ultimi hanno persino fatto saltare i gasdotti. Ma i tempi stanno cambiando ed è abbastanza vicina la fine di questa così ipocrita ambivalenza perché le forniture di gas alla Cina sono destinare a triplicare nel volgere di qualche anno e per l’Europa non ci sarà più nulla. L’amministratore delegato di Gazprom ha fatto sapere che le forniture attraverso la piattaforma  al largo dell’isola di Sakhalin alla Cina saranno a pieno ritmo entro il 2027. Mosca e Pechino hanno siglato un accordo per ulteriori consegne di gas attraverso la nuova rotta nel febbraio 2023.

Secondo Gazprom la rotta dell’Estremo Oriente avrà una capacità annua di 10 miliardi di metri cubi una volta raggiunta la piena operatività. Il progetto prevede la realizzazione di un tratto transfrontaliero attraverso il fiume Ussuri tra il gasdotto russo già operativo e la città cinese di Hulin. La Russia attualmente fornisce gas alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia, una sezione della cosiddetta rotta orientale, in base ad un accordo bilaterale trentennale. Le consegne sono iniziate nel 2019 e si prevede che il gasdotto raggiungerà la sua piena capacità operativa di 38 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno nell’estate del 2025.

Ma non è finita: Mosca e Pechino sono anche vicine a un accordo definitivo sulla costruzione di un mega gasdotto noto già battezzato Power of Siberia 2. Trasporterà fino a 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla regione di Yamal, nel nord della Russia, alla Cina attraverso la Mongolia. Una volta che tutti i gasdotti saranno pienamente operativi, il volume delle forniture di gas russo alla Cina raggiungerà quasi 100 miliardi di metri cubi all’anno. Dal momento che è anche aumentato in questi anni l’esportazione di gas anche verso molti altri Paesi (per esempio il gasdotto di  Sakhalin servirà anche ad aumentare il flusso  esportato in Giappone ), alla fine mancherà il gas per l’Europa anche se acquistato sottobanco. Quindi l’Ue potrà concentrarsi sull’acquisto di gas americano che costa molto di più ancorché sia di qualità pessima, pieno di impurità e in breve uno dei peggiori del mondo, mentre coltiva le sue irrealizzabili fantasie energetiche “alternative”.

Tutto questo avrà un costo che viene calcolato dalla stessa Corte dei conti di Bruxelles  probabilmente per difetto, in almeno 400 miliardi di euro, un macigno che peserà enormemente sulla deindustrializzazione del continente e che comunque sarà sottratto al reddito via via decrescente dei cittadini attraverso l’aumento di tariffe e tassazioni. Sarebbe bene che le persone sapessero che sono loro a finanziare la guerra alla Russia e che ogni slogan demente che sentono e leggono mentre è totalmente gratuito dal punto di vista cognitivo, è invece molto costoso da quello economico.

Tutto ciò ovviamente non sarebbe successo se l’Europa avesse avuto un atteggiamento differente e rispettoso – almeno quello – dei suoi reali interessi invece di stendere il tappetino e adorare l’idiota di oltre Atlantico. Ora non ci rimane che chiederci se tutta l’aria fritta che, a cominciare dalla von der Leyen per finire all’ultimo lobbista di Bruxelles, viene prodotta dalla Ue, possa essere usata negli impianti industriali o per il riscaldamento o per la cucina di casa. Ma niente da fare, pare che non serva a caricare nemmeno un accendino bic. Del resto non si può cavare sangue dalle rape.

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