venerdì 3 maggio 2024

Ucraina, il patto della sconfitta

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Pare che finalmente a Washington abbiano trovato la quadra per far apparire una vittoria quella che invece è una sconfitta epocale dell’impero contro il suo nemico di elezione. Il patto decennale di sicurezza tra Stati Uniti e Ucraina di cui tanto si parla in questi giorni, è un modo per mettere sotto il tappeto quella che altrimenti sarebbe una schiacciante sconfitta per l’Occidente. Questo patto a due, qualora si concludesse, preluderebbe a negoziati di pace con la Russia che di fatto è vincente su tutto il fronte e  fornirebbe a Mosca su un piatto d’argento  ciò che le interessa, oltre ovviamente al Donbass e alla Crimea, cioè la garanzia che l’Ucraina o meglio ciò che ne resta, non diventerà mai un membro della Nato.

Capisco che il concetto sia un po’ ostico per chi non è abituato alle sottigliezze della geopolitica, ma se tu ingaggi la Nato in una lotta senza quartiere contro un nemico e poi invece fai un patto bilaterale, significa che quella lotta è persa e cerchi di cambiare le carte in tavola. Con un’informazione tutta tesa a nascondere la realtà si può facilmente spacciare tutto questo quanto meno per un pareggio che potrebbe giocare un ruolo essenziale nelle elezioni americane.

Insomma il patto di sicurezza Usa-Ucraina è un preludio all’arrivo del regime di Kiev al tavolo dei negoziati alle condizioni della Russia mentre può dare  all’Occidente la parvenza di ottenere un guadagno da una  guerra che è costata almeno 500.000 vite ucraine, oltre un milione e 300 mila tra feriti e mutilati, molte centinaia di miliardi di dollari, la scomparsa economica e politica dell’Europa dalla ribalta planetaria. Cosa per cui l’atteggiamento dei governanti inglesi e francesi, appare patetico più che insensato, un infantile tentativo di negazione della realtà e fanno rullare i tamburi di guerra più forte di prima quando il loro padrone li ha già scavalcati, non prima di averli sfruttati e rovinati.

In effetti un patto bilaterale non farebbe che sancire proprio questa nuova situazione. E questa nuova ignominia: tutto questo non ci sarebbe stato se gli Stati Uniti e gli alleati della Nato avessero accettato le condizioni di sicurezza poste dalla Russia alla fine del 2021, ovvero avessero accettato di escludere l’ingresso  dell’Ucraina nella Nato. Ma l’amministrazione Biden ha scelto invece di fare la guerra a un prezzo terribile, l’ha persa in maniera disastrosa e adesso, attraverso il trucco degli accordi bilaterali sostanzialmente rinuncia all’ingresso di Kiev nell’Alleanza atlantica.

Però adesso  bisogna fare presto ad arrivare a un tavolo della pace, non si può più fare melina  perché è evidente che nonostante la fornitura di nuove armi e di missili destinati all’aspetto terroristico del conflitto – l’unica cosa che riescono ancora a fare i furibondi perdenti – la Russia sta accelerando la sua avanzata e con la siccità estiva potrebbe avere ragione dei resti dell’esercito ucraino dove peraltro comincia a serpeggiare una rivolta i cui esiti potrebbero essere imprevedibili e sorprendenti. Proprio ieri si è avuta notizia dello scioglimento di una brigata per il timore che non combattesse con l’accanimento richiesto dal comico di Kiev. Si tratta della  67a brigata dove era cominciato un esodo di massa dei soldati, mentre altre unità cominciano ad avere gli stessi problemi in particolare la 47a brigata che in pochi giorni ha perso 4o blindati Bradley e 5 Abrams nella zona di Orechetino.

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