sabato 4 maggio 2024

Libertà di stampa. In Italia va sempre peggio, meglio di noi anche le isole Tonga

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In Italia per la libertà di stampa va sempre peggio. Ce ne eravamo ampiamente accorti, ma a metterlo nero su bianco è stato il rapporto annuale di Reporters Sans Frontières, nel quale viene stilata  la classifica della libertà di stampa in 180 paesi ponendo come criterio la capacità di lavoro dei giornalisti, di poter riferire liberamente e in modo indipendente.

L’Italia in un anno ha perso ben cinque posizioni nella classifica, passando dal 41mo al 46mo posto. Meglio dell’Italia ci sono addirittura la Namibia, la Moldavia, le isole Tonga, l’Armenia.

Nel 2023 l’Italia aveva recuperato 17 posizioni rispetto al 2022, quando si era classificata al 58mo posto. Nel rapporto si fa un accenno generale al tentativo in molti Paesi di gruppi politici di “orchestrare l’acquisizione di ecosistemi mediatici, sia di media di proprietà statale che sono finiti sotto il loro controllo, sia di acquisizione di media privati da parte di imprenditori alleati”. Nel rapporto di RSF c’è una esplicita citazione per il caso della possibile vendita da parte dell’Eni (azienda pubblica) dell’agenzia di stampa AGI al gruppo privato Angelucci che già possiede diverse testate giornalistiche della destra.. E si sottolinea che in Italia “un parlamentare della maggioranza – il senatore della Lega Angelucci, appunto – sta cercando di acquisire la seconda agenzia di stampa, l’AGI”. 

Nel rapporto non si fa menzione della vergognosa situazione del sistema informativo/televisivo italiano in cui i canali pubblici fanno il “lavoro pulito” e quelli privati fanno il “lavoro sporco” per il governo, con un livello di servilismo nei confronti dell’esecutivo che non si era mai visto.

Tra i paesi europei, il peggiore per risultato è stata la Grecia che risulta 88esima nella classifica generale, addirittura sotto l’Ungheria e la Polonia. L’Ucraina è al 61esimo posto. La Russia al 162esimo posto,

Le ultime posizioni sono: Egitto, Birmania, Cina, Bahrein, Vietnam, Turkmenistan, Iran, Corea del Nord, Afghanistan, Siria e – ultima – Eritrea.

La regione “peggiore” è quella del Maghreb-Medio Oriente, dove nell’ultimo anno “i governi di tutta la regione hanno tentato di controllare e limitare i media attraverso la violenza, gli arresti e le leggi draconiane, aggravati dalla sistematica impunità per i crimini di violenza contro i giornalisti”. Dall’ottobre 2023, più di 100 reporter palestinesi sono stati uccisi a Gaza, di cui almeno 22 nel corso del loro lavoro” ha aggiunto Reporter Sans Frontières.

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