la brutta notizia è che ha vinto TRUMP
la buona notizia è che ha perso HARRIS
Rete per l'Autorganizzazione Popolare - http://campagnano-rap.blogspot.it
la brutta notizia è che ha vinto TRUMP
la buona notizia è che ha perso HARRIS
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Migliaia di soci della catena di supermercati COOP, riuniti in un Coordinamento Interregionale, hanno chiesto alla cooperativa di sospendere la vendita di prodotti israeliani finché lo Stato ebraico non rispetterà i diritti umani in Palestina. L’iniziativa è stata lanciata da COOP Alleanza 3.0, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno e chiede che venga applicato il Codice Etico COOP, secondo cui si “esige dai propri fornitori di prodotti e servizi, il pieno rispetto delle normative sul lavoro, dei diritti umani, della salvaguardia dell’ambiente e privilegia le aziende che si dimostrano particolarmente sensibili a questi temi”. I promotori hanno inviato lettere a COOP Italia, ANCC e Lega delle Cooperative, chiedendo loro di condividere e appoggiare la richiesta. Più di 150 associazioni sostengono questa campagna e hanno coinvolto anche altre aziende della grande distribuzione e della grande distribuzione organizzata, come Esselunga e Conad.
«Non dipende solo dai consumatori e dalle consumatrici: la Grande Distribuzione deve fare la sua parte». Così il comunicato del Coordinamento Interregionale COOP lancia la Campagna COOP/Grande Distribuzione per la Palestina. Lo scopo della piattaforma è quello di informare i consumatori e i soci «sulle complicità delle imprese della grande distribuzione con i crimini di Israele», con l’obiettivo finale di mettere in piedi una campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani per isolare lo Stato ebraico, che «occupa, distrugge, compie atti di terrorismo internazionale e minaccia tutto il Medio Oriente e in fondo il mondo intero con la sua politica genocidaria».
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A quanto pare e al netto di possibili brogli e imbrogli dell’ultima ora Trump ha vinto la corsa alla Casa Bianca essendo in testa in molti stati chiave nel momento in cui scrivo. Per dirla meglio ha vinto la parte del “Blob” – fusione tra i poteri statali e quelli delle grandi corporation – che guarda con sospetto l’eccesso di ideologismi che accompagnano il globalismo, ritenendoli probabilmente controproducenti al mantenimento dello “scenario” che nasconde la feudalizzazione delle società occidentali. In questo senso l’apparente radicalizzazione delle campagne elettorali, come è avvenuto in questo caso, è funzionale a tenere viva l’illusione della partecipazione popolare dentro un sistema che ha reciso ogni contatto con gli elettori. Da noi questo avviene principalmente attraverso la Ue che è apertamente un governo non eletto, in America attraverso la finzione di una significativa quanto inesistente differenza tra i principali schieramenti che si distinguono solo marginalmente. Ciò non toglie che il medesimo Blob rimane emanazione del complesso militare, industriale, tecnologico e soprattutto finanziario, che costituiscono il vero potere negli Stati Uniti e nei suoi satelliti occidentali.
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Lo riferisce l’emittente Channel 12, citata da Times of Israele, sottolineando che si è trattata di un’azione senza precedenti e che non è ancora chiaro se sia collegata all’indagine sulle fughe di notizie di intelligence sulla guerra da parte dell’ufficio del primo ministro o all’indagine resa pubblica oggi, apparentemente collegata ai presunti tentativi di falsificare i verbali delle riunioni del gabinetto di guerra.
Secondo quanto riporta Ynet, l’Unità 433 Lahav della polizia israeliana ha reso noto oggi che sta conducendo da diversi mesi un’indagine penale che “riguarda fatti gravi risalenti all’inizio della guerra” all’interno dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. La testata aggiunge che nell’ambito della vicenda, si prevede che un alto funzionario dell’ufficio del premier sarà interrogato. In precedenza una fonte aveva rivelato a Ynet il timore che ci fosse stato un tentativo da parte di funzionari dell’ufficio di Netanyahu di “mettere mano”, cioè di modificare alcuni dei protocolli o delle trascrizioni delle discussioni del gabinetto.
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I risultati del voto americano si stanno delineando verso una vittoria di Donald Trump. Che il vento stesse per cambiare ce lo aveva fatto intendere qualche giorno fa Mr. Amazon Jeff Bezos, patron del Washington Post: uno dei simboli del mainstream USA non si è schierato apertamente per la candidata democratica, venendo meno alla tradizione.
Elon Musk, ha finanziato pesantemente e partecipato alla campagna elettorale, ai comizi di Trump: “Game, set and match”, gioco, partita, incontro. Così scrive il proprietario di X e di tanto altro, molto altro, in questa notte elettorale di scrutini e di stati in bilico. Anche il New York Times attribuisce a Donald Trump il 90% delle probabilità di vincere le presidenziali. Secondo Associated Press i repubblicani hanno conquistato la maggioranza al Senato e Trump è avanti anche in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia, North Carolina e Arizona. Mancano ancora i dati del Nevada.
Molto diversa la situazione rispetto a quattro anni fa quando l’esito elettorale fu politicamente drammatico, proiettando gli Usa e l’Occidente in quattro anni di guerre e vaccinazioni di massa, con tutti i risultati che vediamo.
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Ho in mente un titolo per
il mio nuovo libro: “Un approdo per noi naufraghi”. Osservando il
dibattito pubblico negli Stati Uniti che precede le elezioni ho infatti
la percezione netta di un Occidente che naufraga.
(Elena Basile – ilfattoquotidiano.it)
La mancanza di cultura, la volgarità e il kitsch che impera, l’ipocrisia e l’ideologia dell’uomo bianco civilizzatore, le politiche classiste, l’affossamento dello Stato sociale, lo spettacolo sfrontato nel quale si balla e si ride nonostante le guerre in corso e le loro vittime, le guerre per le quali le élite statunitensi conservano una responsabilità rilevante. In una gradazione che non fa la differenza, queste caratteristiche appartengono a entrambi gli schieramenti. Esprimono l’imbarbarimento di una società materialistica e consumistica, di una oligarchia che ha minato ai capisaldi delle democrazie nate nel dopoguerra: istruzione pubblica, sanità, diritti sociali, cultura non pilotata dalla politica e dall’industria, stampa libera.
Abbiamo atteso con ansia i
risultati del ballottaggio in Moldavia per sapere se era valido o no.
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)
Le prime proiezioni davano in testa il socialista Alexandr Stoianoglo, bollato come “filorusso” perché vuol mantenere il Paese neutrale fra Mosca e l’Occidente. Infatti l’Impero del Bene già strillava alle elezioni truccate da Putin. Poi invece ha vinto col 54% Maia Sandu, gradita a Usa e Ue, quindi tutto regolare: “Ha vinto la democrazia”. Era già accaduto al primo turno, quando si votava pure il referendum consultivo pro o contro l’Ue. Finché le proiezioni davano davanti il No, il voto era viziato dai brogli dell’Impero del Male (anche se molti moldavi in Russia non avevano neppure le schede per votare). Poi ha prevalso il Sì per 13 mila voti (50,46 a 49,54%) e sono tornate la legalità e la democrazia. Purtroppo non si può dire lo stesso della Georgia, dove i quattro partiti filo-occidentali fedeli alla presidente Zourabichvili han racimolato appena il 37%, contro il 54 di Sogno Georgiano del premier Kobakhidze (neutralista, ergo “filorusso” pure lui): lì, siccome ha vinto quello sbagliato, il voto non vale, anche se l’Ocse non ha rilevato irregolarità e il riconteggio ha confermato la disfatta dei Buoni per mano dei Cattivi. La Zourabichvili, che non è neppure georgiana ma francese, anziché inchinarsi alla sovranità popolare, ha chiamato la gente in piazza per ribellarsi e chiedere di rivotare, col sostegno delle famose democrazie Usa e Ue, che accettano i risultati elettorali solo se piacciono a loro. Se vince il candidato sbagliato, le elezioni sono truccate e si rivota finché non vince chi decidono loro.
Parla di genocidio Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Occupati Palestinesi. Nelle 32 pagine che compongono il rapporto Genocide as Colonial Erasure, il secondo presentato davanti alla commissione delle Nazioni Unite dal 7 ottobre 2023, Albanese denuncia il massacro organizzato e volontario che Israele sta portando avanti contro il popolo palestinese.
(Moira Amargi – lindipendente.online)
Elencando fatti, nomi e responsabili di quello che è un vero e proprio genocidio, studiato per cancellare un popolo dal territorio e colonizzarlo, Albanese consiglia che le Nazioni Unite sospendano Israele come Stato membro dell’ONU.
I ripetuti massacri di civili inermi, il blocco degli aiuti per affamare volontariamente la popolazione, le malattie auspicate per indebolirla, così come la distruzione studiata di tutte le infrastrutture e le torture ripetute contro i detenuti fanno parte delle tattiche dello stato sionista per «provocare la distruzione fisica» dei palestinesi. Il termine «genocidio» è delicato e non va usato a sproposito, ha ricordato l’esperta. Ma, in questo caso, è quello «più corretto».
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di Cesare Sacchetti
La repubblica di Cassibile non è fondata sul lavoro, ucciso tra l’altro dall’ordoliberismo protestante, ma sullo spionaggio.
La intera fragile struttura della democrazia liberale italiana prevede ciclicamente che si allestiscano degli apparati di spionaggio e sorveglianza illegale per monitorare determinati personaggi di rilievo e provare in seguito ad accendere la macchina dei ricatti che serve ai padroni di tale sistema politico per continuare ad avere il potere.
Tutto si fonda sul ricatto. Il sistema si premura di raccogliere informazioni scomode su determinati personaggi del mondo della politica e della finanza e poi minacciare questi di divulgare tali segreti se dovessero fare qualche resistenza alle decisioni dei poteri occulti che hanno in mano le sorti della democrazia.
Si badi bene. Tale meccanismo non è una deviazione dal funzionamento delle democrazia liberale, ma una sua diretta conseguenza in quanto in tale sistema ad avere in mano le sorti del potere sono le massonerie, di ogni genere e grado, i detentori del capitale, ovvero l’alta finanza rothschildiana, e varie potenze straniere che dal 1943 in poi hanno avuto in mano la sovranità del Paese, su tutti l’impero americano e in seguito, come si dirà a breve, lo stato di Israele.
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La Fondazione Mediterraneo concorda che il numero abnorme dei casi dei pazienti affetti da cancro è aumentato in maniera esponenziale in seguito alla vaccinazione ad mRNA. Tutto ciò si evince anche dai dati della letteratura internazionale che testimoniano come tali vaccini abbiano determinato patologie cancerogene in tutti gli apparati. In Italia in tre anni dal post pandemia l’incremento di casi di cancro è stato di 18.400 diagnosi, verosimilmente la causa di tale incremento è basata sugli studi di due scuole diverse: uno studio su base immunitaria, l’altro su base genetica.
Secondo il prof. Joseph Tritto, microchirurgo, esperto di biotecnologie e nanonotecnologie nonché presidente della Wabt (World Academy of Biomedical Sciences and Technologies) gli anticorpi IgG4 prodotti dopo l’inoculo sono corresponsabili della malattia iperprogressiva (HPD) o addirittura del cosiddetto turbo cancro (da BMJ).
L’induzione di anticorpi antivirali igG4 è bifunzionale: possono essere protettivi ma possono essere direttamente patogeni. Questa reazione immunitaria esacerbata si verifica essenzialmente nei pazienti più anziani, con suscettibilità genetica, ed in quelli con comorbilità. La tolleranza indotta dal vaccino può potenzialmente avere diverse conseguenze negative e non intenzionali, perchè la tolleranza alla proteina spike potrebbe inibire il sistema immunitario dal rilevare ed attaccare l’agente patogeno, ovviamente tutto ciò nel contesto della soppressione immunitaria indotta dal vaccino.
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Mi riesce difficile pensare che qualcuno possa credere alla commedia che si sta svolgendo in Medio Oriente il cui copione viene purtroppo scritto con il sangue del genocidio di Gaza e i bombardamenti indiscriminati nel Libano. Si tratta di uno spettacolo volto a sovrapporsi a una realtà talmente inaccettabile per l’egemone e per Israele che la migliore tattica è ignorarla o meglio nasconderla con esibizioni muscolari da salotto. Dopo il fallito attacco sionista all’Iran il panorama strategico è completamente cambiato: Teheran è ormai riconosciuta come lo stato più potente della regione e tecnologicamente più avanzato di Israele, possiede un moderno sistema di difesa aerea multistrato in grado di contrastare qualsiasi potenziale attacco al suo territorio, ma ha anche una grande riserva di missili balistici ipersonici in grado di eludere i sistemi di difesa aerea israeliani.