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Durante il periodo delle feste la situazione ucraina è peggiorata e la storia della 155a brigata ucraina addestrata in Francia, ma poi dissoltasi in pochi giorni sul fronte di Pokrovsk è diventata paradigmatica. Nonostante ciò l’imminenza dell’ascesa ufficiale di Trump alla Casa Bianca ha spinto Zelensky a tentare una nuova offensiva nel settore di Kursk nel tentativo di avere ancora una merce di scambio da presentare al neo presidente per contrattare un’eventuale pace. Il nuovo tentativo si è subito infranto contro le difese russe, ma ormai l’Occidente si rende lentamente conto che Trump non sarà in grado di porre fine “magicamente” alla guerra senza riconoscere alla Russia le sue richieste.
Tutte le previsioni o meglio narrazioni che si sono intrecciate negli ultimi sei mesi oggi devono finalmente fare i conti con la realtà per scoprire che invece dei 500 mila soldati che il duce di Kiev sosteneva di poter mobilitare nel 2024 ne sono arrivati solo 200 mila e per giunta, come si sa da diverse fonti ucraine, questi nuovi soldati sono stati interamente bruciati nei combattimenti. A questo punto è lecito chiedersi quale sia il tributo di sangue che Washington, con il contorno dei piccoli vampiri europei, ha chiesto all’Ucraina nel tentativo di sottomettere la Russia e impedire o ritardare la nascita di un mondo multipolare. Due settimane fa il ministro della difesa ucraino Belousov ha annunciato che il totale delle vittime “uccise e ferite” in Ucraina per l’anno 2024 sarebbe di 560.000, una cifra che ricorrendo a una proporzione standard tra morti e feriti si avvicina appunto ai 200 mila caduti, ovvero il numero di tutte le nuove reclute.