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Una multa di 430 euro per avere esposto uno striscione con su scritto “Stop al genocidio”. È questa la storia che ha coinvolto Marco Borella, proprietario di Api e Nanni Apicoltura, allevamento d’api con sede a Caslino d’Erba, in Provincia di Como. Preparato il banchetto del miele in occasione del mercato settimanale di Desio, l’apicoltore è stato raggiunto da due carabinieri che gli hanno intimato di rimuovere lo striscione, pena la multa. Borella si è rifiutato di farlo, e dunque è stato redatto un verbale per “propaganda politica non autorizzata”. «Sarebbe stato ingiusto e umiliante accettare di rimuovere lo striscione per il quieto vivere, per continuare ad accettare il silenzio della nostra società» ha scritto il commerciante in un messaggio sui social; «Questa non è la lotta di Marco, ma è e deve essere ancora una lotta comune per tutte/i noi, condivisa e diffusa quanto più possibile». Questa assurda storia si colloca infatti in un contesto di sempre più stringente repressione del dissenso, specialmente per quanto riguarda le voci che si sollevano a favore della Palestina. E, continua Borella, «il dissenso disturba, il dialogo tra le persone impaurisce, e la richiesta di giustizia viene negata».
L’inaspettata visita dei carabinieri a Borella è avvenuta la mattina di ieri, lunedì 14 ottobre. L’apicoltore si trovava al mercato di Desio, dove aveva allestito il proprio banchetto del miele. Su di esso, aveva calato un lenzuolo bianco con su scritto in rosso in inglese “stop ai bombardamenti su Gaza. Stop al genocidio”. Quando i due carabinieri hanno chiesto all’apicoltore di rimuovere lo striscione perché costituiva “propaganda politica non autorizzata”, egli ha risposto di non essere d’accordo. «Era, è, la richiesta urgente, legittima e inascoltata, di porre fine a un massacro indiscriminato, un genocidio tremendo», ha puntualizzato Borella. La sua voleva essere «una richiesta di pace». Nonostante ciò, i carabinieri hanno proceduto con la redazione del verbale di contestazione e della conseguente multa da 430 euro. In un’intervista a Radio Popolare, il commerciante ha dichiarato di avere contattato il suo avvocato, e che farà ricorso contro il verbale. Nonostante ciò, si trova con le mani legate: quella di ieri non era la prima volta che esponeva il suo striscione, e la sua volontà sarebbe quella di continuare a farlo; «ma non posso prendermi il rischio di venire sanzionato per più di 400 euro ogni volta». Se l’intento era quello di impedire a Borella di esporre nuovamente il lenzuolo, insomma, la multa ha svolto egregiamente il suo compito.