giovedì 20 giugno 2024

Fatalità, ed è sempre colpa degli Operai. Bracciante morto a Latina, il titolare della ditta gli dà la colpa: “Gli dicevamo di non andare vicino al macchinario. Ha fatto di testa sua”.

"Mio figlio aveva detto al lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma il lavoratore ha fatto di testa sua. Una leggerezza, purtroppo”. 

Copertina di Singh morto a Latina, il titolare dà la colpa al bracciante: “Ha fatto di testa sua”. Lodi, 18enne muore schiacciato da un mezzo agricolo

ilfattoquotidiano.it

Il “lavoratore” è Satnam Singh, 31 anni, indiano, morto ieri all’ospedale San Camillo di Roma dopo che un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre gli aveva staccato un braccio nell’azienda agricola in cui lavorava, a Borgo Santa Maria, frazione di Latina. A parlare, in un’intervista a Rai News, è Renzo Lovato, padre del titolare dell’azienda: “Il dispiacere che c’è è che è morto un ragazzo e purtroppo è morto sul lavoro, cosa che non dovrebbe mai succedere”. E’ stata, ha aggiunto l’uomo, “una leggerezza che è costata cara a tutti“.

Invece: ... “Ho visto l’incidente – ha raccontato Sony, moglie di Satnam, a La Repubblica – ho implorato il padrone di portarlo in ospedale, ma lui doveva salvare la sua azienda agricola. Ha messo davanti a tutto la sua azienda agricola. Il padrone ha preso i nostri telefoni per evitare che si venisse a sapere delle condizioni in cui lavoriamo. Poi ci ha messo sul furgone togliendoci anche la possibilità di chiamare i soccorsi“...

Antonello, figlio di Renzo, è indagato dalla procura di Latina per omesso soccorso e omicidio colposo. Sarebbe stato lui a caricare Satnam e la moglie, che lavora nella stessa azienda, sul furgone e a scaricarli davanti alla loro abitazione, lasciando l’arto staccato su una cassetta della frutta. Né nelle domande né nelle risposte dell’intervista di Rai News si fa minimamente cenno a questo fatto.

Sarebbe indagato anche un secondo uomo, ancora da identificare. Gli investigatori stanno cercando il presunto “caporale”, un indiano coetaneo di Singh. Dalla prima ricostruzione, pare che la vittima lavorasse in nero nell’azienda di Strada del Passo insieme a un’altra persona e a due dipendenti regolari. L’imprenditore ha raccontato ai pm di aver chiamato “un aiuto” per la raccolta dei cocomeri nel suo appezzamento di 4 ettari e di aver portato la vittima sotto casa su sua richiesta. Ma i carabinieri sospettano che al momento dell’incidente fossero presenti altri operai indiani in nero.

Secondo le prime ricostruzioni, nessuno in azienda avrebbe chiamato i soccorsi per almeno due ore, forse fatali. Soltanto dopo che il 31enne era stato scaricato, agonizzante, davanti a casa i familiari sono intervenuti e hanno potuto chiamare aiuto. I paramedici del 118 hanno affidato il 31enne a un’eliambulanza e l’uomo è stato trasportato d’urgenza al San Camillo, dove ieri pomeriggio è morto.

“Ho visto l’incidente – ha raccontato Sony, moglie di Satnam, a La Repubblica – ho implorato il padrone di portarlo in ospedale, ma lui doveva salvare la sua azienda agricola. Ha messo davanti a tutto la sua azienda agricola. Il padrone ha preso i nostri telefoni per evitare che si venisse a sapere delle condizioni in cui lavoriamo. Poi ci ha messo sul furgone togliendoci anche la possibilità di chiamare i soccorsi“.

Intanto questa mattina, dopo due giorni di silenzio, sulla vicenda ha fatto sentire la propria voce il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Esprimo il mio cordoglio per la morte del bracciante indiano deceduto dopo essere rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro e abbandonato senza che nessuno gli prestasse soccorso. Il governo Meloni è in prima linea su tutti i fronti per contrastare qualunque forma di sfruttamento sul lavoro. Siamo di fronte a una tragedia che non ci può lasciare indifferenti e sulla quale andrà fatta piena luce. Con il Ministero del Lavoro e la Regione Lazio continuiamo a lavorare in modo concreto contro chi elude la legge e non ha rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori. In Italia non c’è spazio per chi vuole operare fuori dalle regole. Tolleranza zero”.

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